Senza lo Spirito Santo non possiamo generare un pensiero profondamente spirituale.Ignoriamo che abbiamo un centro interiore che va oltre questa dimensione spazio-temporale.
La nostra mente vive spesso alla superficie perché non riesce a captare il nostro centro interiore, il quale è davvero misterioso ed ospita un universo ancora da noi sconosciuto. Si dice che Dio abiti in ciascuno di noi.
Siccome Dio è infinito, allora, il nostro vero “io interiore” non appartiene alla dimensione spazio-temporale. Appartiene a Dio, e quindi è il suo Tempio.
Più ci addentriamo nel nostro io più profondo e più ci avviciniamo al “luogo” in cui Dio abita e, se riusciamo a liberarci dalla zavorra che tiene prigioniera la nostra anima, noi possiamo vedere in modo più “divino” noi stessi ed il mondo che ci circonda, grazie al suo riverbero interiore.
Non è un’operazione facile, per questo ci vuole l’aiuto dello Spirito Santo.
Per ora è importante credere che siamo “Tempio dello Spirito Santo”. Se non abbiamo fede e fiducia in Lui Egli non può aiutarci ad evolverci, perché rispetta il nostro libero arbitrio.
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Generalmente siamo spesso spaventati al pensiero della morte certa consapevoli che prima o poi verrà.
Ci facciamo un’idea della morte finale perché la vediamo negli altri, nel loro corpo inanimato, ma non riusciamo a comprendere in profondità il rapporto reale tra la morte e la vita che sussiste in noi e nell’intero universo.
Ragionando sul piano della nostra dimensione spazio-temporale, constatiamo che la nostra mente è abituata ad essere cosciente del divenire: tutto muta nell’asse temporale che immaginiamo.In effetti ogni forma di consapevolezza accade nell’istante presente, mentre l’istante precedente è passato lasciando qualche traccia nella nostra memoria, ma non è esattamente quello che abbiamo realmente vissuto.
Ciò significa che è svanito, eclissato, scomparso alla nostra coscienza e quindi “morto”… Ogni istante scompare per lasciar posto a quello successivo, quindi “muore” relativamente alla nostra dimensione spazio-temporale.Noi non ce ne accorgiamo, ma la vita percepita esiste proprio perché inabissata nel “divenire”, il cui propulsore è il dissolvimento continuo , cioè la morte di ogni frammento di consapevolezza che lasciamo per far posto all’istante successivo. Ognuno di noi può vivere consapevolmente solo ponendosi oltre l’istante spazio-temporale attuale, perché la vera vita, quella più integrale, si svolge nell’auto -consapevolezza. Ecco perché la nostra vita terrena è una continua alternanza tra la morte e la vita: ciò che noi definiamo “distacco”, è fondamentale per la vita stessa.
Lasciamo continuamente ogni stato mentale, anche se per un istante, per immergerci in uno nuovo che succede a quello precedente. Non potrei essere consapevole di questo stato di coscienza se quello precedente non si eclissa. Nella dimensione spazio-temporale tutta la vita terrena è una successione di infiniti istanti, per cui possiamo dire che tutto “vive” perché “muore”. Vita e morte non possono essere disgiunti.
Quella che chiamiamo “morte terrena” è semplicemente l’ultimo e definitivo passaggio da un istante all’altro percepito dalla nostra coscienza, per poi inabissarci nella nuova dimensione trascendente in cui non sussistono le forme di distacco terrene di cui siamo consapevoli, ma costituirà la vera vita eterna dove la morte sarà distrutta.
ALTRO MIO VIDEO ATTINENTE: • LA MORTE TERRENA …
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Se viviamo annebbiati dall’abitudine non ci rendiamo conto che la vera vita avviene nell’istante e che il tempo è un’illusione, anche se utile, ma è sempre una mera illusione.
Uno sguardo retrospettivo suscita in noi molti flash mnemonici e così pensiamo di vivere ben piantati su una base solida: quella della vita vissuta nel passato.
Ma ciò che ricordiamo è solo rimasto nella nostra memoria, non è la realtà: non possiamo più tornare indietro e non dobbiamo dare per scontato che rivivremo in qualche modo quello che abbiamo già vissuto.
Il passato non ci garantisce la continuità della nostra vita terrena.
La cosa più certa è quella che abbiamo vissuto, non quello che vivremo. Nessuno potrà garantirci sicuramente che domani rivedremo il sole sorgere o tramontare come lo abbiamo visto oggi. E non dobbiamo essere certi che faremo le stesse cose che abbiamo fatto oggi.
Per questo è saggio vivere nell’istante: il passato non esiste più ed il futuro potrebbe esistere, ma senza alcuna garanzia.
Se riusciamo a vivere in questo modo ci distacchiamo dalle illusioni e ci proiettiamo in ogni istante verso l’eternità, la quale è davvero un’altra dimensione e la spazio-temporalità che conosciamo non avrà più senso.
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Nell’aldilà, da redenti, saremo in perfetta comunione con Dio in seno alla Santissima Trinità.
Per questo il nostro sguardo non potrà più essere inquinato dal peccato o dai pregiudizi dell’ignoranza, perché vedremo Dio come Egli è e la Verità impregnerà e permeerà tutto il nostro essere immortale rigenerato.
Non saremo condizionati dalla dimensione spazio-temporale ma esisteremo nell’istante divino eterno, per cui non saremo assillati dal passare del tempo cronologico e nemmeno dallo spazio cosmico tridimensionale.
La nostra felicità consisterà nel fatto che vivremo immersi nell’Amore Onnipotente per tutta l’eternità, per cui potremo contemplare le opere di Dio senza filtri, in modo immediato, grazie alla sapienza divina infusa e senza essere condizionati dalle necessità corporali di questa dimensione spazio-temporale.
Questa gioia celeste, che ci appagherà perfettamente, sarà comunicata a tutti gli angeli ed ai santi e scopriremo sempre cose nuove e ciò che Dio ha fatto in ognuno di noi sin dal nostro concepimento.
Ecco perché da noi scaturirà la lode perenne instancabile che glorificherà il Dio Trinitario, nel suo eterno dinamismo.
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Da molti anni si sostiene che lo studio della Sacra Sindone di Torino coinvolge tantissime discipline dello scibile umano. Tra queste potrebbe essere anche la cosmologia.
Se si studiasse seriamente questo fenomeno dell’impronta sindonica, si potrebbe intuire qualcosa dell’origine dell’universo. Infatti la lieve bruciatura superficiale sul lenzuolo che forma l’immagine dell’uomo “Gesù” causata dal lampo energetico, segnala un passaggio molto interessante: quello da questa dimensione spazio-temporale a quello del Risorto.
Probabilmente in una frazione di tempo piccolissima, ma sconosciuta, tutto il corpo di Gesù ha emanato un’energia che ha causato radiazioni simili ai VUV. Un passaggio “trans-fotonico?
Qualcuno ammette che oltre la velocità della luce (circa 300.000 km al secondo) potrebbero esistere nuove dimensioni che non seguono le leggi della nostra dimensione spazio-temporale.
La ricerca è davvero interessante…
da Wikipedia si legge:
“Di Lazzaro, Baldacchini, Murra, Santoni, Nichelatti e Fanti, utilizzando un laser a eccimeri, hanno ipotizzato che “un brevissimo e intenso lampo di radiazione VUV direzionale può colorare un tessuto di lino in modo da riprodurre molte delle caratteristiche dell’immagine corporea della Sindone di Torino”, e quindi, secondo la loro opinione, l’immagine della Sindone sarebbe stata generata da una radiazione emessa dal corpo umano avvolto in essa.”
DAL BIG BANG ALLA RISURREZIONE: LA SINDONE POTREBBE RIVELARCI QUALCOSA SULL’ORIGINE E SULLO SCOPO DELL’UNIVERSO
Il lampo di luce che ha lasciato l’impronta sulla Sindone ci indica il passaggio dalla dimensione terrena del Corpo di Gesù, a quella Celeste in una frazione indefinibilmente breve di tempo.
Ciò fa pensare a qualcosa di sublime:
Molti scienziati sostengono che il nostro Universo sia iniziato con uno scoppio avvenuto in un tempo brevissimo, il Big Bang.
La Sacra Scrittura afferma che tutte le cose che esistono sono state create in Cristo, per mezzo di Cristo ed in vista di Lui.
Analogamente al lampo Sindonico, il Big Bang potrebbe essere considerato come una primissima fase preparatoria all’Incarnazione.
Ecco le fasi:
Il Big Bang – l’Evoluzione Cosmica – L’Incarnazione storica di Cristo – La Risurrezione.
L’inizio del Big Bang, quindi, potrebbe costituire un prorompere di Cristo dalla Dimensione Celeste a quella spazio-temporale.
Il lampo di Luce sulla Sindone avviene con il passaggio dalla dimensione terrena di Cristo a quella Celeste.
Cose molto suggestive che potrebbero indurre gli scienziati più umili ad una seria ricerca sull’origine e sullo scopo dell’Universo.
Pier Angelo Piai
Articolo apparso su NUOVE24.com
ARTICOLO RIVISTO:
DAL BIG BANG ALLA RISURREZIONE: LA SINDONE DI TORINO, SE FOSSE AUTENTICA, POTREBBE RIVELARCI QUALCOSA SULL’ORIGINE E SULLO SCOPO DELL’UNIVERSO?
Da molti anni si sostiene che lo studio della Sacra Sindone di Torino coinvolge tantissime discipline dello scibile umano. Tra queste potrebbe essere anche la cosmologia.
Se si scoprisse che la Sindone è autentica e si studiasse seriamente questo fenomeno dell’impronta sindonica, si potrebbe intuire qualcosa dell’origine dell’universo. Infatti la lieve bruciatura superficiale sul lenzuolo che forma l’immagine dell’uomo “Gesù” causata dal lampo energetico, segnala un passaggio molto interessante: quello da questa dimensione spazio-temporale a quello del Risorto.
Probabilmente in una frazione di tempo piccolissima, ma sconosciuta, tutto il corpo di Gesù ha emanato un’energia che ha causato radiazioni simili ai VUV. Un passaggio “trans-fotonico?
Qualcuno ammette che oltre la velocità della luce (circa 300.000 km al secondo) potrebbero esistere nuove dimensioni che non seguono le leggi della nostra dimensione spazio-temporale.
Il lampo di luce che ha lasciato l’impronta sulla Sindone ci potrebbe indicare il passaggio dalla dimensione terrena del Corpo di Gesù, a quella Celeste in una frazione indefinibilmente breve di tempo.
Molti scienziati sostengono che il nostro Universo sia iniziato con uno scoppio avvenuto in un tempo brevissimo, il Big Bang.
La Sacra Scrittura afferma che tutte le cose che esistono sono state create in Cristo, per mezzo di Cristo ed in vista di Lui.
Analogamente al lampo Sindonico, il Big Bang potrebbe essere considerato come una primissima fase preparatoria all’Incarnazione:
Il Big Bang – l’Evoluzione Cosmica – L’Incarnazione storica di Cristo – La Risurrezione.
L’inizio del Big Bang, quindi, potrebbe costituire un prorompere di Cristo dalla Dimensione Celeste a quella spazio-temporale.
Il lampo di Luce sulla Sindone avviene con il passaggio dalla dimensione terrena di Cristo a quella Celeste.
Cose molto suggestive che potrebbero indurre gli scienziati più umili ad una seria ricerca sull’origine e sullo scopo dell’Universo.
Se volete essere aggiornati sui nuovi video che realizzo (più di 3000) iscrivetevi al mio canale youtube “UNIVERSO INTERIORE piaipier”: http://www.youtube.com/user/piaipier
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Mi riferisco all’articolo di Walter Mendizza: La tecnosofia farà scomparire le credenze religiose (settembre 2016) apparso sul sito riflessioni.it:
TECNOSOFIA E PNEMOSOFIA
Si sostiene che nell’immediato futuro la tecnosofia farà scomparire le credenze religiose.
Il “mondo virtuale” non può essere considerato alla stessa stregua del “mondo spirituale”, perché il primo è sempre opera dell’uomo, il secondo dipende dall’anima, la quale, sebbene sia vincolata al corpo in questa dimensione terrena, è trascendente ed immortale. Infatti alla morte corporale essa si sgancerà dal corpo mortale destinato alla decomposizione e sopravvivrà in eterno riassumendo un giorno il corpo trasfigurato.
Il mondo virtuale, nel quale alcuni immaginano possa avvenire un giorno un’uploading di se stessi, ha sempre bisogno di un supporto hard: esso non può sussistere senza un quid strutturale appartenente alla dimensione spazio-temporale in cui ora viviamo.
Il fatto che oggi gli ingegneri informatici possano creare ambientazioni digitali sempre più avveniristiche è un evento molto suggestivo se inerente alla freccia evoluzionistica umana legata al progresso. Lo stesso Teilhard de Chardin descrive con enfasi il salto di qualità antropologico che definisce “trans-umano” perché diretto al “Punto Omega”…
Quando si afferma che le religioni scompariranno, si presuppone che l’uomo abbia raggiunto livelli di dematerializzazione tali che il “tutto” sarà più evidente e non ci sarà più bisogno della teologia dogmatica ed escatologica per richiamarci che esiste una dimensione trascendente.
Si dimentica, però, che l’uploading di se stessi è solo una traslazione metaforica del futuro di ogni uomo, in quanto nessuno può conoscere a fondo le realtà trascendentali sino a che è legato all’hardware terrestre. Il cristiano fa riferimento a Gesù Cristo che dopo la sua morte è apparso in anima e corpo, superando la barriera spazio-temporale per indicarci a quale dimensione siamo tutti destinati. Questo ci dovrebbe indurre ad approfondire sempre di più il dibattito teologico con l’aiuto di quello scientifico, ma senza aver la pretesa di conoscere tutto già in questa dimensione spazio-temporale.
Dal punto di vista antropologico, poi, questa teoria dell’uploading avatar vanifica l’esistenza dei miliardi di uomini che sono vissuti prima della fantomatica realizzazione dell’avatar digitale. La teologia afferma che essi vivono nel seno del Padre in Gesù Cristo, l’uomo-Dio che riassume tutto il creato rinnovato dopo la Risurrezione. Questa teoria comporta conseguenze molto pericolose e devastanti per la ricerca della Verità. Gesù Cristo stesso si è incarnato in un periodo in cui non esisteva l’informatica, eppure ha dimostrato che il destino di ogni uomo è riassunto e ricapitolato in Lui tramite la passione-morte e Risurrezione, apparendo più volte con un corpo trasfigurato.
Pier Angelo Piai
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I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):
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VIDEO RELATIVI AI MESSAGGI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE
PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
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LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione
6 luglio 2005
IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron