La nostra vita abbonda di “segni”.

“In semiotica, il segno è un elemento che rinvia ad un contenuto. La semiotica studia proprio la capacità del segno di dare la possibilità a chi interpreta di comprenderne il contenuto.”

il segno è in generale “qualcosa che rinvia a qualcos’altro”

Qui mi riferisco ad una speciale tipologia di segni che non rientrano nella semantica, nella semiotica o nella semiologia.

In questo contesto li considero in modo prioritario nell’ambito esistenziale personale e non universale.

I segni , in questo caso, sono tali per chi li sa cogliere ed interpretare, quindi hanno una forte caratteristica di soggettività. 

Nell’ambito esistenziale non può essere considerata “scienza” nel vero senso della parola la loro interpretazione.

Potrei, allora, azzardare una prima definizione del segno che vado considerando e che denominerò “segno esistenziale”.

Faccio un piccolo esempio riportando due fatti che collego intenzionalmente e che sono contigui nel tempo. 

Comincio a pensare alla provvisorietà della vita e la mia tendenza all’introspezione insiste su varie considerazioni relative a quell’argomento.

Poi, improvvisamente, apro a caso la Bibbia e leggo: “State attenti, perché non conoscete né il giorno, né l’ora della venuta del Signore”.

Oggettivamente il nesso tra i due fatti potrebbe essere casuale. Nessuno studioso di scienze esatte si sognerebbe di prendere sul serio la loro relazione.

Anche se si ammette che difficilmente potrebbe ripetersi una situazione simile, non c’è una certezza dimostrativa: è successa una combinazione, come tante.

L’attenzione, quindi, si sposta sul referente, su colui che si agginge ad interpretare la relazione o il nesso tra i due fatti di cui è protagonista.

Questi ha una sua capacità interpretativa relativa al suo modo di vedere il mondo che è stato condizionato da infiniti fattori quali l’ereditarietà, l’educazione, la cultura, l’indole ed il temperamento, gli interessi personali, la società che sta frequentando ecc.

Per questo denomino “segno esistenziale” un evento oggettivo interpretabile in modo unico dalla persona che lo vive ed a cui intende dare un significato specifico. 

C’è effettivamente una oggettività nei fatti percepiti, nel senso che sono constatabili universalmente, ma non interpretati allo stesso modo.

Un segno oggettivo, se viene ignorato o sottovalutato dal percepiente passivo, è come non fosse mai rivelato od ha un valore minimo.

D’altronde se solo uno di noi non esistesse, non avrebbe la possibilità di percepire l’Universo e nemmeno se stesso, quindi in relazione a lui nulla esisterebbe perché il nulla non percepisce “qualcosa” e anche se ciò che è esiste in sè, esso è nulla rispetto al “nulla”.

Nell’ambito dei segni esistenziali essi hanno il senso che noi diamo loro.

L’oggettività dei fatti rimane fondamentale mentre la loro interpretazione dipende dal tipo di evoluzione mentale ed interiore del percepiente.

Ogni uomo, quindi, naviga su un oceano di segni esistenziali: la coscienza li interpreta in base al suo grado evolutivo, li ignora o li interiorizza associandoli

anche a realtà trascendentali a cui aderisce spiritualmente.

Chi li interiorizza intravede in essi un’azione diretta del Trascendente nella propria esistenza e questo rinforza in Lui la fede in un disegno provvidenziale che sorregge la sua evoluzione.

Il segno esistenziale, quindi, ha infinite sfaccettature ed è strettamente connesso con la coscienza che lo interpreta. 

Un amico capitato al momento opportuno, una frase percepita in un particolare contesto, un evento significativo ecc. sono le modalità di rivelazione del segno esistenziale. Ma anche ciò che noi generalmente non riteniamo straordinario può essere interpretato come tale. L’Universo e la sua evoluzione, ad esempio.

La formazione della persona dal concepimento sino alla morte. L’alternarsi delle stagioni, dei giorni e delle notti. Il dinamismo della natura. Il progresso e la tecnologia. Il fluire del tempo e l’attimo del presente. La ricerca dell’Unità degli esseri molteplici.

Siamo davvero immersi in infiniti segni esistenziali che dovrebbero rendere straordinario ogni nostro momento vitale.

Sta a noi cogliere l’attimo per vivere nella pienezza a cui siamo stati chiamati.

Un angolo raccolto dove custodire piccoli frammenti di Grazia, ispirati dal vissuto quotidiano, dalla preghiera, e dai pensieri dei santi. Non per esibire, ma per condividere la gioia di quando il Cielo fa sentire la sua presenza.

Creare una pagina web sul mio sito per raccogliere riflessioni come questa potrebbe essere un gesto prezioso. Non solo un diario spirituale per me, ma anche un piccolo spazio dove altri, magari in silenzio, possano attingere luce…

In un mondo che spesso urla, chi parla sottovoce può davvero toccare i cuori. Questo piccolo spazio online è una “stanza silenziosa” dove entrare a riprendere fiato. A volte basta una sola parola, una frase, per ridestare un’anima stanca o far sentire meno solo un cuore in ricerca.

14.11.06

Andavo riflettendo, mentre passeggiavo in cortile alla sera, sull’espressione di Pietro “Tu solo, Signore hai parole di vita eterna”. Prima di coricarmi apro il Vangelo casualmente e l’occhio cade proprio su quella frase contenuta nel Vangelo di Giovanni.

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15.11.06

Mi reco come al solito nella chiesa di Sanguarzo (Cividale) per ascoltare la S. Messa. Eravamo solo una signora anziana ed io. Pregai interiormente affinché le persone capiscano il valore della Messa e la sappiano apprezzare di più. Subito dopo (cosa inusuale) entrano alcune persone mai viste prima e si pongono dietro di me a pregare. Eravamo una decina.

Durante la Santa Messa avevo pregato anche per i ragazzi con cui ho a che fare. Dopo aver iniziato la lezione di geografia con il Corso Ristoratori 1C, sono intervenuti spontaneamente alcuni ragazzi per chiedermi su Dio, sull’Universo e sul senso della vita… L’interesse è stato molto vivo…

Nel 1989, l’8 dicembre siamo stati a vedere la casa nuova….

Ogni 8 dicembre e altre feste della Madonna sento il mio animo diverso…

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13.06.08

Per i poveri della Costa D’Avorio e delTogo avevo dato ai ragazzi del catechismo i miei libri. Siamo riusciti a raccogliere 250 euro.

L’altro giorno l’avv. ….. mi ha consegnato spontaneamente 250 euro per la realizzazione di un suo filmato. Un mio parente ci ha regalato 250 euro come contributo per il nuovo computer regalato ad Anna…

Sento che questo è un chiaro segno della Provvidenza che ringrazio davvero!

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6 luglio 2008 (domenica)

Un noto monaco, particolarmente pio, fu un grande amico di Luca, un laico che abita in Friuli. È stato per lui un vero maestro di vita. Scomparso da molti anni, gli aveva trasmesso, con il suo esempio, l’amore per il Creatore, la ricerca incessante della verità e il fascino del mistero. Nei loro lunghi dialoghi parlava a Luca della vera umiltà e della grandezza del destino di ogni uomo, amato infinitamente dal Signore. Dopo la sua morte, una notte gli apparve in sogno. Come ai tempi delle loro conversazioni terrene, discussero a lungo di spiritualità. Prima di congedarsi, il monaco gli fece una richiesta chiara: far celebrare per lui dieci Sante Messe. Luca prese a cuore le sue parole e si recò da un sacerdote per ordinare le Messe, offrendo 100 euro. Qualche tempo dopo, mentre attraversavo in bicicletta il suo piccolo paese, Luca notò qualcosa a terra, vicino alla grande croce davanti alla chiesa parrocchiale. Si fermò e vide due banconote da 50 euro: esattamente 100 euro! Stupito, informò i paesani del ritrovamento, ma dopo un anno nessuno reclamò il denaro. Decise allora di utilizzarlo per far celebrare altre Messe in suffragio dei suoi cari defunti. Un caso? Un segno? Lascio a voi la riflessione. Ma forse, oggi più che mai, dovremmo riscoprire il valore della Santa Messa, un dono immenso che molti cristiani hanno smesso di vivere.  https://www.youtube.com/watch?v=KZnTt_mjrb4

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9.12.08   (Giorno dopo l’Immacolata)

Alle 17.00 mi recai a Castelmonte per confessarmi.

Verso le 18.00, sulla via del ritorno, mentre celebravo il rosario, su un tornante non riuscivo più a controllare la mia auto perché il terreno era ghiacciato. Sbandai più volte e mi ritrovai di nuovo sulla carreggiata.

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….dicembre 2008

Ho trascorso alcune ore per scrivere l’articolo “Amiamo realmente Dio?”

Avevo posto come punto principale l’espressione di San Giovanni: 

“Dio nessuno lo ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato” afferma Giovanni

Gesù stesso, nel corso della sua vita dirà: “Chi vede me, vede il Padre”. 

Ho sentito l’impulso di recarmi a Castelmonte per confessarmi. Appena entrato Il sacerdote che stava celebrando la Messa e stava leggendo il prologo di Giovanni, disse: “Dio nessuno lo ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato” 

Coincidenza? Non credo, sento invece che lo Spirito desidera che io creda e adori nella fede che devo chiedere continuamente…

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18.03.09

Sono esterreffatto per quel bambino  siciliano di nove anni (Giuseppe Misicoro Brafa) sbranato dai cani a Modica. Non so darmi pace.

Dio ha un progetto per questa sua creatura. Ma il fatto  pone grossi interrogativi sul senso di questa vita.

Il suo parroco, don Gino Turrito, mi ha riferito telefonicamente che era un buon bambino che si stava preparando per la prima comunione.

Mi viene in mente: “un branco di cani mi circonda, mi assedia una banda di malvagi”

Ho pregato per quella famiglia….

20.03.09

Ieri. Festa di San Giuseppe, ho parlato telefonicamente con la madre del bimbo Giuseppe sbranato dai cani.

Commovente: Lei stessa, mi diceva, dava inspiegabilmente coraggio agli altri. Ho subito pensato ad una Grazia del Signore e che le preghiere rivolte a Lui con il cuore danno i propri frutti. Grazie Maria, grazie Gesù!!!

Padre Silvano di Castemonte mi ha detto che è tutta questione di fede in virtù della comuniione dei santi.

SCICLI – LA TRAGEDIA DI PISCIOTTO, 12 ANNI FA IL PICCOLO GIUSEPPE BRAFA VENIVA UCCISO DA UN BRANCO DI CANI RANDAGI

 Una tragedia che difficilmente potrà essere dimenticata quella accaduta il 15 Marzo 2009 a Pisciotto: un branco di cani randagi uccide il piccolo modicano, Giuseppe Brafa Misicoro, 9 anni.

I cani accerchiano e attaccano il piccolo Giuseppe mentre era in bici, a poche decine di metri dalla Fornace Penna. Per lui nulla da fare purtroppo, i cani non hanno avuto nessuna pietà di un bambino di 9 anni, lo hanno attaccato e ferito a morte prendendolo a morsi.

“Il bambino – ha raccontato il Carabiniere che per primo ha soccorso Giuseppe – era in un lago di sangue, dilaniato da quattro cani che gli stavano ancora attorno. Mi tolsi la giacca della divisa per allontanarli e poi mi chinai sul piccolo, che, con un filo di voce, mi chiese di portarlo via da lì, perché sentiva tanto freddo”. Era il 24 ottobre del 2012, durante il processo dei cani killer. Quel giorno in aula c’erano anche i coniugi Brafa, che con gli occhi pieni di lacrime ascoltavano il Carabiniere, chiamato in aula per raccontare i fatti di quella tragica domenica di metà marzo del 2009; il militare, ha descritto quei quattro cani, neri e marrone, di piccola taglia ma piuttosto aggressivi, che dilaniavano il corpo insanguinato del bambino modicano, ancora cosciente. Era stato un gruppo di camperisti a guidare i due Carabinieri fino al luogo dell’orrenda aggressione. Il carabiniere ha raccontato di avere visto Virgilio Giglio, il custode dei cani e proprietario dell’immobile dove in genere vivevano, aggirarsi nei pressi del suo casolare, senza aver compreso la gravità di quanto accaduto e non capendo le richieste di aiuto dello stesso Carabiniere. “Non si preoccupi – ci ha risposto – i cani sono tranquilli, non fanno nulla”.

Gli stessi randagi due giorni dopo attaccarono anche una ragazza tedesca che faceva jogging sulla spiaggia, tra Sampieri e Pisciotto. La donna rimase sfregiata al  viso e riportò gravi ferite. La donna fu salvata dall’allora sindaco Giovanni Venticinque e dal suo autista, Elio Puzzo (scomparso qualche anno fa). Lo stesso Venticinque rischiò la sua vita per salvare quella della turista tedesca, accerchiata dal branco sulla spiaggia tra Sampieri e Pisciotto nella mattinata del 17 Marzo del 2009, due giorni dopo che i cani avevano ucciso Giuseppe.  https://www.novetv.com/scicli-la-tragedia-di-pisciotto-11-anni-fa-il-piccolo-giuseppe-brafa-veniva-ucciso-da-un-branco-di-cani-randagi/

 

15 gennaio 2025

UNA GIGANTESCA E “MISTERIOSA” NUBE ROSSA SU CIVIDALE DEL FRIULI. MOLTO RARA…

https://www.mondocrea.it/una-gigantesca-e-misteriosa-nube-rossa-su-cividale-del-friuli-molto-rara/

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Marzo 2025

Sul campetto sportivo adiacente al mio giardino dei ragazzini bestemmiavano giocando. Ho pregato. Sono sceso in giardino da solo con una scusa (Dovevo bagnare una piantina appena messa). Son andato dal gruppetto di ragazzini che in quel momento si stavano preparando per andarsene. Li ho salutati educatamente ed ho chiesto se potevano farmi un piacere. Ed ho chiesto loro di astenersi dalle bestemmie. Sono stati educati, mi hanno ascoltato e mi hanno promesso di cercare di trattenersi. Avevo pregato tra di me anche il Signore e l”Angelo custode.

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Marzo 2025

Stamane mi ero svegliato pensando al Diario di Santa Faustina Kowalska, a cui sono molto affezionato. Mi è venuto in mente di realizzare un video sul mio canale “Universo Interiore piaipier” basandomi su una rivelazione che Gesù aveva fatto alla Santa sullo stato della sua anima. Non ricordavo dove si trovasse (Il suo diario è raccolto in un libro di circa 1000 pagine!) Stavo pensando di chiedere all’Intelligenza Artificiale ad aiutarmi a trovare la sua posizione.

Però prima decisi di aprire il Diario a caso: sorpresa!!! Mi sono trovato immediatamente a pag.448 dove era contenuta la rivelazione che cercavo. Era proprio quella!”:

3-10-1936

La mia anima si è immersa nell’amore e nella contrizione. Dopo la S. Comunione ho udito queste parole:

“Vedi quello che sei in te stessa, ma non spaventarti per questo; se ti svelassi tutta la miseria che sei, moriresti per lo spavento; sappi tuttavia quello che sei. Proprio perché sei una miseria così grande, ti ho svelato tutto il mare della Mia Misericordia. Cerco e desidero anime come la tua, ma ce ne sono poche. La tua grande fiducia verso di Me mi costringe a concederti continuamente grazie. Hai dei grandi ed inesprimibili diritti sul Mio Cuore, poiché sei una figlia di piena fiducia. Non potresti sopportare l’enormità dell’amore che ho per te, se te lo svelassi qui in terra in tutta la sua pienezza. Spesso sollevo per te un lembo del velo, ma sappi che questo è soltanto una Mia grazia eccezionale. Il Mio amore e la Mia Misericordia non conoscono limiti ».

Personalmenteconsidero questo evento un piccolo segno della Provvidenza, se non addirittura un piccolo miracolo! Il fatto cheabbia trovato esattamente quella pagina, senza cercarla, proprio mentre ero intenzionato a realizzare un video sulla Divina Misericordia, è qualcosa di straordinario.

La Chiesa è sempre prudente nel definire i miracoli, ma esperienze come questa sono spesso chiamate “Dioscenze” o “Dio-incidenze” (invece di coincidenze), perché sembrano essere risposte dirette di Dio a una ricerca interiore sincera. È come se Gesù avesse voluto dirmi:

“Sì, questo è il messaggio che devi diffondere. Vai avanti con fiducia, perché Io sono con te.”

Il Diario stesso è pieno di episodi in cui Santa Faustina riceveva conferme da Gesù, spesso in modi semplici ma potenti. Il fatto cheabbia vissuto qualcosa di simile nel contesto della Divina Misericordia rafforza ancora di più la mia missione di evangelizzatore digitale.

13 aprile 2025

🌿 Una Domenica delle Palme diversa 🌿 
Oggi ho aperto a caso il Diario di Santa Faustina Kowalska, mia cara protettrice.
Su mille pagine, è uscita proprio quella del 22 marzo 1937, intitolata “Domenica delle Palme”.
In quel passo, Santa Faustina descrive la gioia della folla e il dolore silenzioso del Cuore di Gesù:

“La Domenica delle Palme. In questa domenica ho sperimentato in modo particolare i sentimenti del dolcissimo Cuore di Gesù. Il mio spirito era là dov’era Gesù. Ho visto Gesù seduto sull’asinello, e i discepoli ed una grande folla che andava assieme a Gesù tutta festante con dei rami in mano. Ed alcunili gettavano sotto i piedi dove passava Gesù, ed altri tenevano i rami in alto agitandosi e saltando davanti al Signore e non sapevano che fare dalla gioia. E vidi un’altra folla che usciva incontro a Gesù, anche loro coi volti sorridenti e con rami in mano e gridavano in continuazione dalla gioia e c’erano anche dei bambini piccoli, ma Gesù era molto serio. Ed il Signore mi fece conoscere quanto soffrì in quelle circostanze. E in quel momento non vidi nient’altro all’infuori di Gesù che aveva il cuore gonfio per l’ingratitudine.”

(dal Diario di Santa Faustina Kowalska)

Un piccolo segno, una carezza interiore.

Poi sono andato con mia moglie a Messa in una chiesetta di campagna. C’era un giovane ministrante, circa 12 anni: composto, assorto, profondamente devoto. Con la sua semplice presenza, accende in me l’amore per Gesù Eucaristico.

Il sacerdote è nigeriano. Mi ha confidato un giorno: “Io parlo con Gesù”.
Una fede limpida, di quelle che contagiano senza parlare troppo.

In questa piccola Messa, in questo piccolo paese, in mezzo a una folla silenziosa di cuori raccolti, ho sentito una grande pace.
Gesù c’era. Come sempre. Ma oggi mi ha fatto il dono di accorgermene.

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16 aprile 2025

Alla grotta di Lourdes a Torreano di Cividale

“Nulla è per caso, quando si cammina con Dio.”

Da tempo, porto nel cuore tanti miei ex allievi del catechismo. Alcuni di loro si sono allontanati dalla fede, e prego spesso perché il Signore torni a farsi spazio nella loro vita. Tra questi, uno in particolare: Mattia, oggi ventiquattrenne, che mi aveva confidato di considerarsi ateo. Nonostante ciò, non ho mai smesso di pregarlo al Signore, con discrezione e affetto.

Oggi, 16 aprile, io e mia moglie abbiamo deciso di fare una visita alla grotta di Lourdes a Torreano di Cividale, un luogo che riproduce fedelmente, in scala, il santuario mariano francese. Il cielo era nuvoloso, ma appena arrivati si è aperto in un sereno inaspettato. Ci siamo messi in preghiera davanti alla grotta, affidando a Maria le nostre intenzioni e, come sempre, i giovani del mio passato catechistico.

Finita la preghiera, senza alcun preavviso, da una stradina laterale è comparso Mattia, insieme a un suo amico. La sua figura – barba, baffi, sguardo sereno – mi ha ricordato quella del Cristo. È stato un incontro improvviso, ma pieno di calore e nostalgia. Abbiamo parlato a lungo, ricordato i vecchi tempi, e con mia sorpresa ho percepito un’apertura nel suo cuore. Mi ha lasciato intendere che un giorno potrebbe riprendere la sua ricerca spirituale.

Come se non bastasse, poco dopo abbiamo incontrato il parroco del paese, nostro caro amico, e una donna guarita quasi miracolosamente da un grave tumore. Anche lei si era recata lì per ringraziare e pregare.

Tutti in quel luogo, nello stesso momento. Un ex-allievo ateo in cammino, un sacerdote, una guarita, mia moglie ed io… davanti alla Madonna. Ho sentito che nulla era frutto del caso. Come se il Signore volesse dire: “Vedi? Le tue preghiere non vanno perse. Io sto operando, anche quando non lo vedi.”

Questa giornata mi ha confermato ancora una volta che Dio scrive con delicatezza nella nostra vita. Basta un cuore attento per leggere i Suoi segni.

 

6 maggio 2025
Un’ubriacatura di segni

Questa mattina desideravo partecipare alla Santa Messa delle 8.00, come faccio spesso per affidare al Signore le anime di coloro che in quel giorno sarebbero stati chiamati all’eternità. Offro l’Eucaristia anche per la Confraternita online “Comunione dei Santi”, nata dal mio canale “Universo Interiore piaipier” — una piccola famiglia spirituale che ora conta più di 54.000 anime unite nel pregare gli uni per gli altri. L’ho consacrata fin dall’inizio alla Regina della Pace e al beato Carlo Acutis, che sento come compagni di cammino.

Ma oggi, una sorpresa: le Messe del Duomo di Cividale, eccezionalmente, sono state posticipate alla sera. Non volevo rinunciare alla Comunione, al Pane Vivo disceso dal cielo, così ho ricordato che a Premariacco — un paese poco distante — si celebra ogni giorno l’Eucaristia in una delle sue quattro chiese.

Arrivato alle 7.55, trovo la chiesa aperta, ma vuota. Un po’ smarrito, telefono al parroco, che non conoscevo bene. È in auto, diretto alla frazione di Orsaria, ma appena sente il mio desiderio, si offre di tornare indietro per accompagnarmi. E così, dopo soli due minuti, arriva davanti alla canonica dove lo stavo attendendo.

Giunti a Orsaria, con mia grande sorpresa, la chiesetta è dedicata a Sant’Antonio, mio protettore speciale. Un segno. Durante la Messa viene proclamato il Vangelo in cui Gesù dice di sé: “Io sono il Pane disceso dal Cielo”. Altro segno. Tra i presenti, volti noti di persone che conosco da anni. Ancora un segno. E insieme preghiamo per le vittime del terremoto del 6 maggio 1976, per Papa Francesco e per l’elezione del nuovo pontefice.

In tutto ciò, sento una conferma profonda: Dio guida ogni passo, anche quelli che sembrano deviazioni. E quando il cuore corrisponde sinceramente al Suo Amore, Egli si fa vicino con segni delicati ma potenti.
Sono piccoli miracoli quotidiani, carezze del Cielo.
Lode a Te, Signore!

 

[07/05/25 23:10] 

Tentazione alla vanagloria

Stamane ho partecipato con mia moglie ad una Santa Messa nella chiesetta di un paese vicino al mio (Premariacco). Terminata la messa ed uscito dalla chiesetta si é avvicinato un signore con molto entausiasmo. Non ricordo di averlo mai visto. Mi ha chiamato per nome dicendomi: “Tu non mi conosci, ma io ti conosco bene. Qui tutti conoscono il tuo nome, sei famoso”… Io sono rimasto stupito perché non sapevo di essere un personaggio. Ho ripensato e mi sono chiesto: “potrebbe anche essere stato un intervento demoniaco per alimentare la mia vanagloria…”  

È possibile — ma non necessariamente nel senso letterale di un “intervento demoniaco”. Più realisticamente (e spiritualmente), potrei aver vissuto un piccolo momento di tentazione alla vanagloria, che nel linguaggio della tradizione cristiana può essere suggerita dal “nemico” interiore o esteriore, cioè da quelle forze (spirituali o psicologiche) che cercano di farci perdere il centro, cioè Dio.

La vanagloria, come insegnano i Padri del Deserto e grandi santi come san Giovanni della Croce, è una delle forme più sottili di superbia. Non è peccato essere stimati o conosciuti — ma il rischio è lasciarsi sedurre dall’idea di essere “qualcuno” per questo, e farne un motivo di orgoglio o di autocompiacimento.

Il fatto che  abbia subito messo in discussione ciò che è accaduto e mi sia interrogato è già un segno di vigilanza spirituale, non di colpa. Ringrazio lo Spirito Santo. Devo ricordarmi che il discernimento non si basa solo sul “chi parla” (Dio o il nemico), ma soprattutto su ciò che quella voce provoca in me: umiltà, apertura, verità — oppure confusione, esaltazione, o compiacimento sottile.

ALCUNE PREMONIZIONI SULL’IMMEDIATO FUTURO DEL PIANETA