René Varillon: L’umiltà di Dio L’Onnipotenza
Ci vuole una lunga esperienza, forse ci vuole tutta la vita, per capire alquanto che, nell’ordine dell’amore, come la ricchezza è povertà, la potenza è debolezza.
Quando pensa al suo Dio, l’uomo ha sempre la tendenza ad uscire dalla sfera dell’amore, ad immaginare attributi che non sarebbero quelli dell’amore. Ci sono voluti dei secoli perché il Dio degli eserciti fosse finalmente adorato come il Dio disarmato. Il gioco di parole è classico ed esprime bene quello che vuol dire; traduce benissimo la pedagogia della Rivelazione. Come c’è una Gloria al di là della gloria, c’è una Potenza che supera ogni potenza.
L’onnipotenza di Dio e all’estremo opposto della potenza che gli uomini nella loro originaria debolezza immaginavano, E che ora, diventati ricchi e forti respingono come concorrenziale.
L’umiltà non fa concorrenza a niente. All’estremo limite della potenza, essa è la vulnerabilità di un bambino deposto in una greppia o di un giovane inchiodato su di una croce.
Perché quando nella liturgia si prega Dio eterno ed onnipotente, è tanto difficile ricordarsi della parola di Gesù: “Chi ha visto me ha visto il Padre”?
Non c’è un altro Dio diverso dal Padre di Gesù.
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Dio è umile, il più umile di tutti gli esseri, perché l’amore non può guardare dall’alto in basso.
Uno sguardo fatto cadere dall’alto non può essere uno sguardo d’amore. Bisogna riflettere su questo e rifletterci a lungo.
Ci vuole tutta una vita per capire soltanto un poco cosa sia l’amore; ed è proprio questa la vita cristiana.
Quando Gesù lava i piedi agli apostoli, li guarda dal basso in alto; e proprio in quel momento ci dice di essere Dio. Non cerchiamo Dio tra le nuvole quando invece sta lavandoci i piedi. La lavanda dei piedi è certamente una lezione d’amore fraterno, ma più profondamente è una rivelazione di ciò che Dio è. Dio non può che mettersi in basso, altrimenti non possiamo dire che Dio è amore.
L’umiltà di Dio è la profondità stessa di Dio.
Se mi chiedete: Dio è più grande di noi? Io vi rispondo: Certamente! Più grande in amore. Quindi, in umiltà Dio è più grande di noi.
Noi non riusciremo mai a essere umili come lo è Dio. Il Dio in cui crediamo è infinitamente umile; in altre parole, si è spogliato di qualsiasi prestigio. Dio è la pienezza dell’umiltà.Il cuore della potenza e della gloria di Dio è l’umiltà, senza la quale l’amore non è vero amore. L’amore vero non cade mai dall’alto in basso perché l’amore non è dominio ma servizio.
Nel cuore stesso di Dio esiste una potenza di nascondimento di sé.Ci vuole più potenza nel nascondersi che nell’apparire.
Ora, se Dio è onnipotente, Dio è un’infinita potenza di nascondimento di sé. Siamo lontani da Giove, dal paternalismo e dal trionfalismo! È questo il Dio che Gesù Cristo ci rivela.
(Testo di p.Lino Pedron)
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O giovane, hai mai pensato di farti sacerdote?
Non cacciare dalla tua mente questa idea, non scartarla subito, perché potrebbe essere lo Spirito Santo che ti chiama. Chiedigli che ti illumini e frequenta un bravo Sacerdote che ti possa aiutare a capire se realmente sei chiamato. Sarebbe un vero peccato che tu rifiutassi questa grande occasione per aiutare le anime del mondo a salvarsi.
Come avrai notato c’è una grande penuria di sacerdoti, soprattutto in Europa. Non pensare che il sacerdozio sia qualcosa di antiquato: Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e domani, come disse San Paolo.
Se veramente hai la vocazione al sacerdozio e non vuoi rifletterci, hai una grave responsabilità davanti a Dio ed all’umanità…
Il Sacerdote ha una dignità unica, che è stata messa molto bene in evidenza dal Santo Curato d’Ars che Dio aveva colmato di carismi per il suo zelo e la sua grande umiltà.
Leggi attentamente quello che aveva detto sul sacerdozio:
3 – L’ORDINE.
OSSERVAZIONE PERSONALE sul problema ontologico del
DIVENIRE
Parmenide ed i Megarici sostenevano che l’ente è sempre in atto e quindi non esiste l’essere in potenza.
“L’essere in potenza” è “principio di mutamento”, secondo Aristotele.
Quindi il mutamento è considerato un semplice passaggio dall’essere in potenza all’essere in atto.
Può davvero considerarsi “potenza” l’essere? Esiste l’essere in potenza?
Nel senso aristotelico si dice che “ente in potenza” non equivale a “nulla”, ma neanche all’ente in senso pieno, che è l’ente in atto. E’ un quid intermedio tra i due.
Su un piano diverso riporto l’esempio dei numeri Uno e Due, così rimaniamo sul campo dell’astrazione che ci avvicina alla metafisica:
Tra l’uno ed il due ci sono dei passaggi?
1,1 – 1,2 ecc
Tra l’uno e l’1,1 ci sono passaggi?
1,01 – 1,02 ecc
Continuando il ragionamento, possiamo asserire che tra l’uno ed il due ci sono infiniti passaggi?
Se lo affermiamo positivamente si tratta ora di individuare un infinitesimo intermedio: esso può essere considerato “numero” nel senso pieno del termine con il quale possiamo effettuare tutte le operazioni matematiche?
È come dire: un infinitesimo addizionato ad un altro fanno due infinitesimi. E un infinitesimo moltiplicato o diviso per l’altro? Una somma di infinitesimi rimane sempre un infinitesimo, e così il loro prodotto.
Il nostro pensiero “entifica” i numeri perché li inquadra in puri concetti proprio in modo che anche i contenuti mentali sono “enti”, pur se astratti, secondo la logica aristotelica.
Ritornando sul piano metafisico, che senso ha affermare che esiste l’essere in potenza?
Noi deduciamo tutto in fase attuale, anche il dedurre l’esistenza dell’essere in potenza. Può davvero dirsi esistente ciò che non è in atto? Credere di aver risolto il problema ontologico affermando che anche ciò che è in potenza è “essere” si scontra apparentemente con il principio di non contraddizione, perché affermiamo che esiste ciò che ancora non è attuale dimenticando che anche i contenuti di coscienza, pur considerati astratti, sono “enti”, quindi, in un certo modo “attuali”.
Comunque il problema ontologico non è per ora risolvibile, perché non è chiaro il rapporto tra il pensante e l’oggetto del pensiero, tra il cosciente ed il contenuto di coscienza.
Noi percepiamo in modo personale i fenomeni che accadono, ma non conosciamo bene il meccanismo della percezione. Osserviamo il
seme e diciamo che “in potenza” ha tutti i presupposti, gli elementi e le leggi per diventare pianta, ma non è ancora pianta.
I passaggi tra il seme che matura e la pianta che cresce portano in sé l’attualità dell’ente e la potenza del futuro ente.
Pier Angelo Piai
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I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):
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VIDEO RELATIVI AI MESSAGGI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE
PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
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LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione
6 luglio 2005
IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron