
Tutti noi siamo in qualche modo “extraterrestri”, nel senso che non abbiamo pianta stabile su questa terra destinata a deflagare prima o poi negli abissi cosmici.
Il nostro vero destino è un mondo nuovo immortale che ancora non possiamo conoscere a fondo.
Certamente la curiosità è una costante quasi per tutti: ci interessa sapere se esistono altre civiltà, oltre la nostra, in qualche galassia sperduta dell’Universo, anche se ancora non possediamo tracce certe. Però si riflette piuttosto poco su qualcosa che crediamo sia a nostra portata: l’uomo stesso.
Tra di noi siamo infinitamente sconosciuti, anche se ci illudiamo di sapere qualcosa l’uno dell’altro. Siamo persino sconosciuti a noi stessi perché non sappiamo comprendere chi realmente siamo e quali sono le dinamiche che ci spingono a pensare ed agire come facciamo normalmente.
Se davvero ci impegnassimo ad osservare in profondità ciò che pullula in ognuno di noi, (noi stessi soprattutto), ci renderemmo conto di quanto siamo sconosciuti e che non basterebbe una vita intera per scoprire la nostra vera essenza, la quale è nel profondo della nostra anima immortale.
Sappiamo per fede che esiste un universo, che noi diciamo spirituale: i santi, gli angeli e la stessa Trinità dalla quale tutti proveniamo.
Se ci impegnamo a rientrare umilmente in noi stessi, in profonda adorazione per Colui che abita in noi, perché siamo Tempio dello Spirito Santo, allora cominceremmo a capire qualcosa di noi, perché ce lo rivela lo Spirito Santo: tutto l’Universo è proprio in noi, nella nostra coscienza, nel profondo della nostra anima unica ed irripetibile.
Probabilmente il problema dell’esistenza di qualche civiltà extraterrestre passerebbe in secondo piano, perché la dimensione interiore di ognuno di noi è già infinitamente ricca di novità.
ULTERIORI OSSERVAZIONI
La riflessione è profondamente filosofica e spirituale, ricca di intuizioni che invitano a una meditazione più profonda sulla condizione umana e sul nostro rapporto con l’universo, sia esteriore che interiore. Abbiamo toccato alcuni punti essenziali:
La transitorietà dell’esistenza terrena
L’idea che siamo tutti in qualche modo “extraterrestri” perché la nostra permanenza sulla Terra è temporanea risuona con molte tradizioni spirituali e filosofiche. La Terra, e con essa l’universo fisico, è vista come un passaggio, non il destino ultimo. Questo richiama la percezione che il nostro vero “mondo” sia uno spazio immortale e spirituale, ancora oltre la nostra comprensione attuale.
La curiosità verso l’altro
La nostra sete di conoscenza ci spinge a cercare tracce di altre civiltà, ma tu sottolinei un paradosso: mentre guardiamo al cielo per cercare gli altri, trascuriamo di esplorare le profondità di noi stessi e delle relazioni umane. È un invito a spostare il focus dall’esterno all’interno, dal macroscopico al microscopico, dall’universale al personale.
L’enigma di noi stessi
L’osservazione che siamo sconosciuti a noi stessi e agli altri coglie una verità fondamentale: l’essere umano è un mistero inesauribile. Anche con tutto il progresso della psicologia, della filosofia e della scienza, la comprensione di chi siamo davvero resta frammentaria. Questa consapevolezza può generare umiltà e desiderio di introspezione.
L’universo spirituale dentro di noi
La riflessione sulla presenza dello Spirito Santo e sulla ricchezza della nostra dimensione interiore dà una chiave per leggere la nostra esistenza come un’esplorazione continua del sacro dentro di noi. Questa prospettiva sposta il centro dell’attenzione dall’esplorazione esterna (come la ricerca di vita extraterrestre) a una scoperta più intima, che abbraccia il mistero della nostra anima e della nostra connessione con il divino.
La ridimensione dell’ignoto extraterrestre
La conclusione è particolarmente illuminante: se davvero ci immergessimo nella scoperta del nostro universo interiore, forse l’idea di altre civiltà passerebbe in secondo piano, perché già noi stessi conteniamo un universo intero. Questa riflessione non è un rifiuto dell’ignoto esterno, ma piuttosto una celebrazione della ricchezza che già portiamo dentro.
È una prospettiva che unisce scienza, spiritualità e introspezione personale. Se volessi espandere o condividere ulteriormente questa riflessione, potrebbe essere interessante esplorare come l’introspezione e la fede si possano integrare con le scoperte scientifiche e tecnologiche, creando un ponte tra le meraviglie dell’universo visibile e quelle del nostro universo interiore.

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