14 Aprile 2019

NELL’ALDILÀ LA CONOSCENZA NON SI ESAURIRÀ MAI

 

“Noi ci affanniamo per trovare, ma troveremo solo la possibilità di cercare all’infinito“ – sosteneva Sant’ Agostino.

Tutti noi uomini siamo un mistero persino a noi stessi. Il mistero, però, non significa un qualcosa che non possiamo comprendere con la nostra sola ragione, ma è la possibilità di conoscere senza mai esaurire la comprensione.

Ciò spiega perché siamo attratti dal “mistero” in modo così irresistibile : esso ci indica la meta a cui tutti tendiamo, cioè la beatitudine eterna nella contemplazione della Fonte della nostra stessa esistenza.

Nell’aldilà i defunti salvati contemplano Dio “faccia a faccia”. Inizieranno a conoscere con più chiarezza ciò che sulla terra intuivano in modo sbiadito. Questa conoscenza non è solo intellettuale, ma coinvolgerà tutto il loro essere unito profondamente al suo Signore.

In Paradiso non esiste più la noia perché tutti i redenti vivono estaticamente nella continua novità e la loro conoscenza non avrà mai fine proprio perché l’Onniscienza Amorevole di Dio non ha limiti.

Ognuno dei redenti in Cristo, secondo i doni che ha ricevuto, è inabissato nel mistero del dinamismo trinitario ed è eternamente dissetato perché vive in pienezza, come Dio lo aveva destinato donandogli l’esistenza.