È POSSIBILE LA PREGHIERA DAGLI “EFFETTI PREGRESSI”?
Luca, che è cattolico, è afflitto da una pesante pena interiore: suo padre Anselmo è vissuto nei vizi, nell’adulterio e nell’alcol. Bestemmiava sempre. Non frequentava la chiesa ed è morto senza confessarsi e apparentemente senza pentimento.
Addolorato, Luca, si chiede sempre: Dove sarà ora l’anima di mio padre? E se fosse all’inferno? Il dolore di Luca sta nel dubbio sulla salvezza di suo padre ma questo non gli impedisce di pregare per la sua anima qualora fosse nel Purgatorio.
Luca, comunque, pensa tra sè che la sua insistente orazione possa avere anche “effetti pregressi”, per cui questa sua fervente preghiera potrebbe essere efficace anche per la linea temporale del passato di suo padre Anselmo, quando egli era ancora in vita.
Luca, insomma, spera che anche all’ultimo momento suo padre possa avere avuto un barlume di Luce che abbia potuto far scaturire in lui un sincero pentimento utile alla salvezza eterna della sua anima, beneficiando delle sue preghiere anche attuali.
È possibile che Luca venga esaudito? La nostra logica terrena tende a valutare tutto in un contesto spazio-temporale, per cui il passato è passato e non può più essere modificato da chi vive nel presente attuale.
In effetti la nostra logica ci dice che anche se ora dovessimo pregare affinchè i gravi peccato del passato contro l’umanità non fossero mai stati consumati, essi sono ormai storicamente avvenuti e quindi sembra inutile la preghiera.
Riflettendo bene sulle Sacre Scritture, però, sappiamo che Gesù, incarnandosi e patendo per tutti gli uomini di ogni tempo e spazio, ha pregato ed offerto la sua vita anche per loro.
Questo perché si è storicamente incarnato in un determinato tempo e spazio, ma il riverbero della sua offerta al Padre si ripercuote in tutta l’umanità dall’inizio alla fine proiettandosi nella dimensione trascendente del Risorto.
Il credo cattolico afferma che dopo la Risurrezione Gesù “scese agli inferi” per condurre con sé in Cielo i giusti vissuti precedentemente alla sua comparsa storica.
Quindi il suo valore salvifico non è limitato nel tempo e nello spazio contingenti.
Gesù ha anche pregato e si è offerto vittima per gli uomini del passato, del presente storico e del futuro. Per Tutti. La sua, quindi è stata in qualche modo una preghiera ed un’offerta dagli effetti anche pregressi.
Quando noi preghiamo ed offriamo sacrifici lo facciamo in unione con Gesù che ha patito, è morto e risorto. Questa unione arreca i suoi frutti perché è avallata dalla dichiarazione di Cristo stesso: qualunque cosa chiederete nel mio nome io ve la concederò.
Quando preghiamo in unione con Lui, possiamo pregare per tutti coloro che ci hanno preceduto, e che hanno quindi già percorso la dimensione spazio-temporale in modo che vengano proiettati in quella trascendente?
Non possiamo pensare che sicuramente una tale persona si sia dannata definitivamente se noi oggi preghiamo per lei: la nostra preghiera è stata raccolta insieme a quelle di Gesù ed il Padre ha fatto in modo che questa persona in qualche modo abbia visto la luce, almeno all’ultimo istante di vita?
È utile allora pregare per la salvezza eterna di tutte le persone che ci hanno preceduto, fossero Caino, Giuda, Nerone, Napoleone o Hitler?
In Gesù Cristo possiamo dire : “quello che è stato è stato” per cui non possiamo fare più niente per coloro che ci hanno preceduto?
Si è soliti pensare che se uno è dannato rimane dannato in eterno, per cui è inutile pregare per le anime dell’inferno. Noi, però, non sappiamo se qualcuno è davvero all’inferno.
Ma noi, pregando attualmente in unione con Gesù Cristo, collaboriamo alla salvezza delle persone che ci hanno preceduto?
Anche se per loro fosse stato l’ultimo istante della vita, avrebbero potuto ricevere un barlume di grazia utile per la loro conversione grazie anche alla nostra preghiera attuale ed ai nostri sacrifici uniti con quelli di Gesù Cristo?
(Sarei grato se qualche teologo rispondesse a queste domande)