13.9.09 Anno B – Is
32,15-20 – Rm 5,5b-11- Gv 3, 1-13
“Se uno non nasce dall’alto
non può entrare nel Regno” . Ma come è possibile nascere dall’alto, avere
radici di cielo, acclimatarci ad una vita più alta e libera: è questa la sfida
che lancia oggi il Signore Gesù.
Si uno non nasce di nuovoPer noi che invece ci crediamo già realizzati e già
arrivati, Kyrie eleison
Lo Spirito soffia dove vuole. Per noi che ci siamo lasciati condurre spesso dalle
idee di moda, e abbiamo abdicato alla libertà della mente, Kyrie eleison
Come può un uomo nascere di nuovo? Eppure la vita è nuova ogni giorno, il sole, le
primavere sono nuove da sempre, Dio è nuovo. Per averlo dimenticato, Kyrie
eleison
E risuonata una delle farsi più impressionanti
pronunciate da Gesù, una delle più stravolgenti: chi è nato dallo Spirito è spirito.
Lo dice a un uomo importante e pavido, che va da lui
di notte, non vuole farsi vedere insieme con quel Rabbi che i suoi già vogliono
uccidere.
La prima
sorpresa: Gesù rispetta la paura di Nicodemo. Lui che diceva: “Il vostro
parlare sia sì sì, no no” ora non si perde a sottolinearne la mancanza di coerenza e di coraggio, ma proprio rispettando la
sua debolezza, lo trasforma, lo rende coraggioso al punto che sarà presente al
tramonto del grande venerdì, a prendersi cura del corpo del Crocifisso, quando
tutti i coraggiosi saranno fuggiti.
Rispettando la sua fragilità Gesù lo trasforma. È una
via tutta nuova. Solo seguendo questo cammino controcorrente possiamo resistere
alle seduzioni di un mondo dove la scelta sembra ristretta alle due
alternative: potenza o impotenza, dominio o sudditanza, coraggio o viltà. Gesù
ci mostra una via alternativa: la forza dell’amore che non ha paura della
fragilità, ma si lascia educare da essa.
E anche con noi agisce allo stesso modo. Non convoca
eroi al suo seguito, ma gente che inizia percorsi, che avvia processi, gente
del primo passo.
E allora scopro che le mie debolezze non sono un
ostacolo per il Signore ma una opportunità; che i miei difetti non sono un
limite, ma l’occasione di un gradino in più.
Che le mie ferite diventano
feritoie di luce.
Nel dialogo con
Nicodemo, per ben otto volte Gesù ripete il verbo nascere. E’ questo il messaggio centrale del brano.
È fatale a chi nasce il dì natale, ricordiamo tutti il verso del grande Leopardi. Invece
il vangelo ci consegna la sua poesia, che è più grande: l’uomo non è un essere mortale, ma un essere natale, che va letto e
pronunciato a partire dalla nascita, non dalla morte.
L’uomo è creatura, per definizione, ma questa parola creatura è il participio futuro del
verbo creare, come la parola nascituro, e indica qualcosa che sta sempre
nascendo, che l’uomo è sempre nella preistoria di se stesso, che non ha mai
finito di essere creato e partorito. Che il mondo è tutto un immenso parto,
creazione perenne. E che Dio presiede ad ogni nascita.
Meister Eckart, sentite che
bellezza: Dio tutto il giorno non fa
altro che questo: sta sul lettuccio della partoriente e genera.
Ciascuno di noi è venuto al
mondo per nascere, non per morire; siamo vivi non perché nati un giorno,
ma perché stiamo nascendo adesso, per poter nascere finalmente, completamente, per
nascere dall’alto.
Vivere è, allora, l’infinita pazienza di
rinascere.
Perché
l’abbiamo dimenticato? Molti filosofi hanno scritto molti libri sul morire e la
morte, ma nessuno di essi ha scritto un libro sul nascere e la nascita. Ci
voleva Gesù, novità anche dentro la cultura del suo tempo, per parlare dell’uomo
a partire dalla nascita.
Nascere dall’alto vuol dire
essere avvolti non dal silenzio ma da parole amorose. Nascere da un amore immenso
che penetra l’universo, da un Tu
che genera e orienta.
Nicodemo non
capisce: Come può un uomo nascere di nuovo da sua madre? Gesù passa ad
un altro livello, lo orienta non verso un grembo di madre, ma verso il cuore
del Padre. Lo fa con una delle frasi per me più choccanti del Vangelo: “Quello
che nasce dallo Spirito è Spirito”. E
la notte si illumina.
Un uomo nato dallo Spirito
non solo ha lo Spirito ma è Spirito. Non solo è dimora dello Spirito,
ma è della stessa sostanza dello Spirito. E non c’è maiuscolo o minuscolo nei
testi originari. Maiuscolo per lo Spirito di Dio, minuscolo per lo spirito
dell’uomo. Non si riesce spesso a distinguere se si parli di uomo o di Dio.
Questa confusione è
straordinaria.
Molte volte Paolo ha
assicurato: Voi siete Tempio dello Spirito Santo, ma oggi il Vangelo
annuncia qualcosa di molto più potente: Voi
non solo siete casa dello Spirito ma siete Spirito.
Poterlo dire a
te, che credi: Tu sei Spirito, perché lo Spirito è tuo Padre e ti ha
dato il suo DNA, i cromosomi divini: amore, libertà, speranza, coraggio, vita eterna.
P. Vannucci: l’uomo
è l’unico animale che ha Dio nel sangue!
Nel sangue, non come qualcosa di separato ma come vita
della tua vita.
Come l’Adamo esultante ha esclamato per Eva, voi mi
capirete, mi perdonerete l’audacia, lo Spirito e la sposa, che sono io, lo
Spirito e io diciamo l’uno all’altro: tu
sei carne della mia carne e ossa delle mie ossa. Io e te saremo una cosa sola.
Come non è separata la vite dal tralcio, come non è
separata l’acqua dalla sorgente. Unica linfa, unica vita!
Ciò che fa che l’uomo sia uomo, e non un primate più
evoluto, è il divino in lui. Lo specifico dell’umanità è la divinità in noi. Allora
io non sono composto solo di anima e corpo, di cuore e mente, io sono Spirito.
Quello che Dio ha soffiato in me creandomi, e poi nel Battesimo: io non ho un mio spirito, l’uomo non ha un suo spirito, ma ha lo Spirito divino.
Io ho quasi paura a
pronunciare questa frase immensa: “Chi è nato dallo Spirito è Spirito”,
perché si riferisce a te, a me, a noi, a ciascuno.
Tu sei Spirito! Non come
esaltazione di orgoglio, ma come responsabilità, come energia purissima e
illimitata.
Io non sono, allora, soltanto un piccolo soffio d’aria
che si stacca dal grande vento dello Spirito,
io sono un po’ di quel vento
che soffiava sugli abissi del cosmo e non sai dove va’.
Come lo Spirito anch’io porto
nel mondo profumi e pollini di vita, accarezzo volti, gonfio vele. Porto
pollini di primavera. E se non tutti fioriranno, almeno il loro passaggio
servirà a profumare per un momento l’aria che respiriamo.
Conclude Gesù: “Nessuno è mai salito al cielo.” Nessuno
può come Adamo o Prometeo o i Titani dare la scalata al cielo, è invece il
cielo che discende sulla terra. E’ Gesù che discende, entra in questa nostra
notte che ha fame di sole, e soffia la sua luce e il suo fuoco: ricevete lo Spirito, e rinascete. Per
vincere la notte Dio accende ogni mattino il suo sole, sul cosmo e sul cuore. Il
suo vento creatore e ci fa Vento nel Vento.
Tutti Vento nel suo Vento, libero e creatore.
PREGHIERA ALLA COMUNIONE
Così è chiunque è nato
dallo Spirito.
Vieni,
vento leggero
sopra le messi dell’alba,
esultino i campi e quanto
contengono.
Vieni,
vento leggero
guidami ardente dentro la vita,
trasforma ansia e fatica
in delicata bellezza.
Vieni,
vento leggero
dolce come la timida
freschezza,
soffia nel mio giardino spargine gli aromi.
Vieni,
vento leggero
su ogni cenacolo chiuso,
su ogni cuore di pietra.
Vieni,
vento leggero
che ascoltino in silenzio
tutti coloro che attendono
Vieni, facci nascere e rinascere,
facci vento nel Vento,
tutti vento nel tuo Vento
noi fragili creature dello Spirito.
Ermes Ronchi