PENULTIMA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA – 2015
Os 6, 1-6 – Gal 2, 19-3,7 –
Lc 7, 36-50
E’ la domenica in cui la Donna del profumo, l’anonima
peccatrice, e Simone l’uomo della Legge rappresentano le nostra fede divisa:
quella che pensa di meritarsi Dio con le sue azioni e quella che lo accoglie
stupita.
Né la peccatrice, néeacute; Simone, né alcuno di noi è a
posto davanti al Signore. Io per primo. Ma il Signore non ci ha messi al mondo
perché siamo perfetti, ma perché siamo veri. Semplicemente desidera che
guardiamo con sincerità alla nostra
esistenza, che la presentiamo senza
finzioni ai suoi occhi, che siamo disposti a continuare a crescere.
Molto le è perdonato perché
molto ha amato. Per avere amato poco e male, per una fede senza passione, per una vita
senza stupori, Kyrie eleison
Dovrebbe sapere che donna è
costei! Per
il nostro sguardo senza profondità, che vede i difetti degli altri e non il
loro cuore, Kyrie eleison
Vai in pace, la tua fede ti
ha salvato! Per il nostro moralismo da farisei che guarda l’osservanza esterna e
non il mondo interiore, Kyrie eleison
Omelia
Nella casa di Simone entra in scena una donna. Una
donna senza nome, nome cancellato dal ruolo: per tutti è la peccatrice della città. Per Gesù è la donna che ha molto amato. Nessuno coincide con il suo peccato.
Viene con un vaso di
profumo. Non a mani vuote, non con un discorso di belle parole, ma con un
vasetto, dove mescolerà profumo e lacrime.
E dirà il suo cuore attraverso
le sue carezze. Perché il corpo altro non è che il luogo dove è detto il cuore.
Donna-rivelazione: Dio è come un bacio. Che fa emergere la
sapienza dell’esperienza femminile, che rivela aspetti, iridescenze nuove del
vangelo. Lo libera dal sequestro dei farisei e dei maschi.
Le sue mani sul corpo di
Gesù, anzi sui piedi di Gesù, il grande camminatore. Sono i piedi la parte del
corpo più nominata in questo brano, l’ultima parte del corpo, la più terrestre,
la più umile e trascurata, la più lontana dal cielo, la più vicina alla terra,
la meno attraente, la più affaticata, piena di polvere e vuota di attenzioni.
La donna ha i piedi di Gesù
fra le mani. Lei sa dove l’uomo ha bisogno.
E va oltre le convenzioni,
oltre le regole, esce da ogni calcolo.
Fuori regola nella sala
banchetto, come era stata fuori regola nella vita.
Sorella Maria di Campello
scrive alle sue monache, le “allodole”: lasciare
la regola ogni volta che è in contraddizione con l’amore. La nostra sola regola
è l’amore.
Siamo tutti farisei, tutti
tendenzialmente moralisti. Moralista è chi pensa che Dio lo compri, lo compri
con le tue prestazioni. Questo è il vero peccato di prostituzione.
Gesù non è moralista: in
quella donna vede amore di oggi e di domani, la materia di cui è fatto Dio, di
cui, almeno in parte, è fatta anche la creatura.
I farisei vedono la
peccatrice, Gesù vede l’amante.
Simone vede il passato
della donna, Gesù vede il suo futuro.
Ed è così che nella
prostituta si risveglia la donna.
Il punto decisivo per Gesù,
allora, non è chi è più giusto di fronte alla legge. Certamente Simone era uomo
pio e giusto. Il punto decisivo non è chi ha meno peccati, ma chi amerà di più.
Simone, tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei
invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi
capelli: Tu non mi hai dato un bacio; lei non ha cessato di baciarmi i piedi.
Tu non mi hai dato l’olio per il capo, lei invece mi ha cosparso i piedi di
profumo.
È la traduzione in gesti
della profezia di Osea: “L’amore io
voglio e non il sacrificio” Una delle più impressionanti affermazioni
divine: l’amore io voglio! Le bilance
di Dio non pesano i peccati, ma l’amore.
Sono tarate sull’amore! E
sulla fede. L’ultima parola di oggi è: “La
tua fede ti ha salvata”. Immagino la sorpresa dei farisei per quelle parole
che hanno ferito le loro orecchie: ma
come, maestra di fede questa prostituta?
Che cosa è la fede? Una storia d’amore con Dio. Non sta nell’alternativa
Dio c’è o non c’è, esiste qualcosa o non esiste niente oltre noi. La donna
anonima e innamorata mostra i tre passi della fede.
Primo passo.
Ho bisogno! Ho questo vuoto dentro. Non ho più respiro, non ho più neppure un
nome. Mi guardano solo con violenza o desiderio.
Secondo passo.
Mi fido! Mi fido di te Gesù, credo che tu, almeno tu, non mi manderai via; so
che tu, almeno tu, non mi guarderai per possedermi o giudicarmi. Ho fiducia in
te: gli uomini guardano le apparenze, tu guardi il cuore.
Terzo passo.
Mi affido! Metto mani e cuore in te; metto lacrime e carezze; capelli e
profumo. Mi affido senza riserve, mi espongo agli sguardi di tutti Fai di me
quello che vuoi, perché tu fai solo il bene: tu mi farai nuova e donna
finalmente.
Al centro della fede grande
non è il mio peccato, ma la sua grazia. Non la mano tesa del mendicante, ma lui
che la riempie. Allora prende a girare la mia vita intorno al suo sole! Apri il
cuore e fioriscono miracoli.
Ed è questo che fa nascere
le lacrime, i baci e le carezze della donna senza nome, rannicchiata, piccola,
povera ai piedi di Gesù.
Che se ne va salvata,
eretta, guarita, grande la immagino, nella luce del tramonto, emanando pace,
emanando qualcosa della statura di Cristo, emanando vita guarita e fiducia. Dio
non si merita, si accoglie ! e lui magnifica la vita ! la fa grande!
Le sono perdonati molti peccati perché ha molto amato.Non è perdonata perché prima ha
versato il profumo e sciolto i capelli; ma ha baciato e ha pianto perché prima
ha sentito il perdono guarirle la vita.
Gesti ‘scandalosi’ i suoi,
gesti di una carica affettiva veemente – una donna scioglieva i capelli solo in
casa, nell’intimità dell’amore- ora lo fa perché affida la sua vita a un Dio che
è amore, libertà, pienezza: ‘ mi manca la vita se tu mi manchi.
E la donna diventa profeta
proprio come Osea. Prostituta e profeta dicono all’unisono la grande parola di
Dio: “L’amore io voglio!”
Vedo con stupore un Dio che
ama il profumo! Il profumo non è un dovere, nessuna morale nessun’etica lo
prescrive, è oltre il lecito e l’illecito, oltre il devo e non devo, è
sconfinamento. La fede nuova ti fa sconfinare dal ‘tu devi’, al ‘tu puoi’. Tu puoi amare con tutto il cuore, con tutta
l’anima, con tutta la mente, con tutte le forze. Profumato amore.
A quella donna anonima
sarebbe bastato chiedere perdono e invece no, ha inventato gesti d’amante e di
profeta per dire come Dio è. Dio come un bacio, diceva il grande monaco
Benedetto Calati, come una carezza. Come primavera per i miei fiori, come vento
per il mio veliero.
E la casa si riempì di
profumo. Di un vento di primavera carico di polline che se anche non tutto
feconderà fiori, almeno servirà a profumare un po’ l’aria che respiriamo.
Ma a cosa serve nella
storia una casa piena di profumo? Non lo so, ma il cuore di Gesù danzava di
gioia; il cuore della donna riprendeva a inviare vita e calore dal centro verso
i confini. Il profumo portava promesse a tutti i commensali, promesse di
tenerezza possibile e vicina. Un altro mondo possibile.
A me
questo racconto dice: Anche tu hai un vaso di profumo. E’ la tua esistenza:
giorno per giorno, goccia a goccia, come il profumo più caro, versala in gesti
di bontà e di delicatezza; brucia in gesti di amore tutti i tuoi patrimoni di
calcoli e di tristezze. E la casa, la tua casa, si riempirà di profumo. Così
effimero e così necessario a dire Dio.
Quel
Dio caduto sulla terra come una carezza e che ripete ancora: l’amore io voglio! Il
profumo di Dio.
PREGHIERA ALLA COMUNIONE
Signore, ho bisogno:
sono solo un peccatore, una
peccatrice di questa città.
E certi giorni non so più
neppure chi sono
È andato in frantumi il mio
nome.
Ma ho sentito una parola:
l’amore io voglio!
E ora sono qui, con quello
che ho, con quello che sono,
forse non ho neanche un
piccolo vaso di profumo,
forse ho soltanto un vaso di
lacrime,
e un piccolo vaso di fede,
ma piccolo.
Sono qui per romperlo ai
tuoi piedi,
per dirti che sei Tu il
tesoro del mio cuore,
Ho un po’ di fede, un po’ di amore,
giorno per giorno, goccia a goccia,
come il profumo più caro,
aiutami a versarli su chi mi è più vicino;
a bruciare in gesti di bontà
tutti i miei patrimoni di calcoli e di tristezze.
E la casa, la mia casa, la mia famiglia
si riempirà di profumo.
Il profumo dell’amore buono.
Profumo di Dio. Amen.
p.Ermes Ronchi