Testo tratto dal libro “I miei passi sono tuoi” (Ed. Velar p.63) di p.Andrea Panont, scrittore e poeta residente a Verona.

Questa mattina, festa dell’Epifania, durante l’ora di meditazione in cui chiedevo a Gesù di insegnarmi a vivere concretamente la mia fede, mi sono sentito sollevare anche al solo pensiero di poter

–  vivere come se fossi in Paradiso, anche se mi sentissi all’inferno;
–  distendermi come se fossi sulla spiaggia, anche se mi sentissi in pieno inverno;
–  trattare il mio prossimo come se fosse benefattore, anche se mio nemico;
–  sorridere a tutti come se mi battessero le mani, anche se mi guardassero con occhio torvo;
–  pregare Dio come se fosse mio Papà, anche se lo sentissi mio giustiziere;
–  respirare come se fossi innocente, anche se mi riconoscessi delinquente;
–  aprire la mia mano come se accarezzassi, anche se l’avessi chiusa per un pugno;
–  camminare come se danzassi, anche se stessi calpestando qualcuno;
–  trattare Dio come se fosse l’unico amore, anche se tormentato da amori perversi;
– tendere al Paradiso come se fosse mio diritto, anche se mi vedessi chiuso fuori;
–  godere come se fossi benedetto da Dio, anche se da Lui mi vedessi maledetto;
–  correre come se fossi in piena luce, anche se immerso in notte profonda;
–  cantare come se fossi risucchiato dall’Amore di Dio, anche se ne fossi rifiutato;
–  vivere gioioso come se fossi salvato, anche se mi sentissi dannato;
–  muovermi come se donassi a tutti la pace, anche se in me rumoreggia la guerra;
–  stupirmi come se Dio fosse l’unico mio bene, anche se da Lui mi sentissi abbandonato;
–  sorprendermi come se fossi il Suo prediletto, anche se mi sapessi da Lui reietto.
Grazie Gesù! Fammi vivere la certezza delle tue promesse e abbandonare la precarietà delle mie certezze.
Questa è la fede che mi hai dato e vivendola la manifesto e la dono ai fratelli.

p. Andrea Panont