Mancavano pochi giorni alla piena
maturazione delle prugne, così belle, turgide, abbondanti e chiassosamente colorate.
Mi sono affrettato a segnalare il dono
di Dio agli amici che desideravano almeno assaggiarne l’abbondanza.
Infatti chi poteva è venuto e assaggiando
le prelibatezze ha contribuito ad alleggerire i rami incurvati dal peso.
Ma neppure la collaborazione degli
amici dei frati fu sufficiente all’impresa. Per cui le vidi cadere e marcire
per terra.
Qualcuna ancora vivace si lamentò: “Ma
come è strana la vita! Siamo state coltivate dal lungo lavoro di Franco,
abbiamo atteso la maturazionee ora, marcendo sul ramo e per terra, vediamo vanificato
il fine per il quale siamo nate”.
Franco che passava di là, trovò parole
sublimi per rincuorare la “depressa”: non temere, sono state preziose le tue
sorelle raccolte e gustate da molti, ma beate voi cadute, abbandonate,
calpestate! Per voi ho un disegno diverso, un progetto speciale.
Sceglierò un angolo dell’orto dove
lasciarvi marcire del tutto. A tempo giusto vi
raccoglierò e capirete che in quest’orto nulla va perduto perché tutto è in
mano mia. Il concime donato verrà trasformato in vita.
Gli uomini che, vicini alla morte,
vedono disfarsi i loro corpi sono rincuorati dal progetto speciale: Mentre si
distrugge questa dimora e si disfa la materia, si costruisce la vita vera. Ritrova
vita chi la dona.
E’ la storia di Gesù, il chicco di
grano caduto e abbandonato per moltiplicarsi risorto.
Ciao Andrea, bello,bello,bello!!! Questa “parabola” – marcire per amore – è proprio divina: ti sei superato… complimenti e grazie per le intime e profonde sensazioni con cui ci permei, ci impregni. E’ un imprimatur di VERITA’.
A Cervesato
Grazie Angelo…per la gioia che mi dai e che ci doniamo a vicenda nel condividere la gioia d’una parabola che in te, come in me, risuona il “divino” che ci permea e impregna… e ci solleva…
p.Andrea Panont