10 Dicembre 2013

L’APPRODO DI UN’ANSIA

(su p.Davide Maria Turoldo…)



La dimensione religiosa genuinamente popolare trova
consistenza e motivazioni fondanti nel contatto con la Scrittura. Essa,
interpellata e pregata, offre spazi all’intelligenza che pretende luce, dà
cornici di senso allo svolgersi della storia, stigmatizza il fascino della
corruzione, apre pertugi di irrinunciabile interiorità come via risolutiva di
identità, accredita esperienze di trascendimento, personalizza la comunione con
un Assoluto che si rivela in un rapporto di comunione e d’amore in una
“presenza” tanto più vera quanto più irriducibile alla logica del frammento del
tempo e della storia.


Gli eventi vengono “letti” con l’ottica della
profezia biblica, vagliati nella loro genesi più profonda, misurati nella loro
conseguenze sui rapporti che l’uomo ha con se stesso, con Dio, con i suoi
simili. Si tratta di un “disegno” che si contestualizza nella libertà di scelte
etiche che costituiscono l’effettiva dignità dell’uomo nel suo essere
originario e del suo cammino verso una definitività, un compimento conquista
sì, ma più propriamente dono.


C’è una storia personale e collettiva che diventa
canto: è il libro biblico dei Salmi.


Essi sono entrati nella mente e nel cuore come
irrinunciabile misura di un quotidiano dove il “personale” vive il respiro di
un’universalità che lenisce ed accomuna, dove si respira una Presenza
che accompagna come definitivo approdo d’ogni limite e d’ogni corruzione, dove
si fonda in unità il fremito della creazione, il travaglio della storia,
l’anelito di una pienezza.


Se c’è un’attualità che conta, riproponibile come
lettura ed ermeneutica del presente, va ricondotta alla misura biblica come
prima ed esaustiva ragione di senso.

 

[1]

Dire di più

 

O Innominabile,

pur dopo

le furiose e dolci e ostinate

fatiche dei poeti

a inseguire

 

ora il frinire

d’un’ala

invisibile, ora

 

gli scrosci d’uragano

del salmo

finiti pur essi

nell’infinito silenzio:

 

appena, alla fine, il Tu

inevitabile, – ho scritto!

 

Dire di più

&egraveegrave; colpa.

 

 

[2]

Necessità ti lacera

 

Desolazione vince il pudore

di tacere: illuso

di non starnazzare più

a un metro appena

dalla palude.

 

Necessità ti lacera dentro

spada affilatissima.

 

Ti esalta dapprima la lucida

visione, accecandoti

nel candore dei segni e la bellezza

del suono: versi che neppure

in sogno ti parvero mai

così reali

 

Poi nulla! Tenebra

e smarrimento!

 

E piena incoscienza

d’esistere.

 

Sono queste da tempo

le mie estasi,

rapimenti finiti nel Nulla!

 

Ma sarà così per sempre?

 

 

[3]

Nulla è da capire

 

E anche destino era

che si dovesse perdere

la ragione, e perfino

il pudore!

 

Allora Egli

iniziava il gioco:

a finte e piccole mosse

dapprima, fino

 

a che non ti vedesse

disperare e piangere, fino

 

a lacerarti i sensi e fare

un falò del tuo decoro:

 

allora

l’intimidita anima

entrava finalmente

nella spirale

 

e tu,

fare silenzio, tacere!

E celare agli occhi di tutti

i deliranti rapporti.

 

E non cercare,

poiché nulla è da capire:

è solo Amore,

e non ragiona!

 

 

[4]

Il mio fiume

 

Fiume del mio Friuli, povero

fiume, vasto, di ghiaia

ove appena qualche incavo di acque

accoglieva, nell’estate, i nostri

bianchi corpi di fanciulli

simile a un selvaggio battistero!

 

Ma più amato ancora è l’altro

fiume che dentro mi attraversa,

fiume di sicure acque lustrali,

dalle cui rive attendo, o Padre,

che la tua voce mi chiami

e dica: «O figlio!».

 

È questo il mio Giordano

fiume del mio esilio

e della mia sete più vera:

fiume percorso da segrete

acque, come il fiume

della mia infanzia.

 

E se da un fiume d’infiniti

desideri e pianti del cuore,

una vita può sentirsi fiorire,

allora anche di me si canti

«come d’un albero alto

piantato sul fiume».

Brani
da

David M. Turoldo. Una voce
del Friuli
.
Ideazione, riflessioni e scelta dei testi a cura di Nicolino Borgo, Basaldella
2006 [pubblicazione per il centenario della banca di credito cooperativo del
Friuli centrale, 1906-2006]