Contemplare l’amore
Cercate nella prima epistola di San Giovanni: troverete le parole: Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo”. Perché: ecco la causa: “perché Egli ci ha amati per primo”. E l’effetto è che noi amiamo, che lo amiamo, che amiamo tutti gli uomini, non potendo fame a meno. Egli ci ha amati, noi amiamo, amiamo tutti. Il nostro cuore si è lentamente modificato. Contemplate l’amore di Cristo e sarete pieni di carità. Mettetevi di fronte a quello specchio, nel riflesso del carattere di Gesù e vi trasformerete in quella stessa immagine, di tenerezza in tenerezza. Non c’e altra via. Non si può amare su comando. Si può solo contemplare l’oggetto amabile, e innamorarsene e venire ad assomigliargli . Perciò osservate questo carattere perfetto, questa vita perfetta. Guardate all’immenso sacrificio, a come Egli ha dato se stesso in olocausto, durante tutta la sua vita, fino alla croce del Calvario e sarete costretti ad amarlo.
E amandolo, sarete costretti a diventare simili a lui. Amore produce amore. E’ un processo di induzione. Mettete un pezzo di ferro in presenza di un corpo magnetico: quel pezzo di ferro si magnetizzerà per un certo tempo Si carica di una forza di attrazione semplice mentre in presenza della forza originaria e fin che li lascerete uno accanto all ‘ altro saranno ambedue magnetizzati. Rimanete a fianco di colui che ci ha amati e ha dato se stesso per noi e voi pur diverrete un centro, una forza di attrazione permanente e, come lui, attirerete tutti gli uomini a voi; come lui sarete attratti da tutti gli uomini. Questo è l’effetto inevitabile della Carità. Ogni individuo che soddisfi a tale condizione non può non vedere realizzarsi quest’effetto in sè.
Cercate di abbandonare l’idea che la religione ci viene misteriosamente, a caso, a capriccio. Essa ci viene per legge soprannaturale, divina. Edoardo Irving andò un giorno a trovare un ragazzo moribondo: entrato nella stanza, posò semplicemente la mano sul capo del malato dicendo: figlio mio, Dio ti ama, e se ne andò. E il giovane si alzò dal letto e prese a chiamare i familiari dicendo: Dio mi ama! Dio mi ama! Quel ragazzo era trasformato. La sensazione che Dio lo amava lo aveva dominato, slegato e aveva incominciato a creare in lui un cuore nuovo. Così l’amore di Dio scioglie i cuori umani che non sanno amare e crea in loro l’uomo nuovo, che è paziente e umile e mite e altruista. Non c’è niente di misterioso: amiamo il prossimo, amiamo tutti.
Noi amiamo i nostri nemici perché Egli ci ha amati per primo.
LA DIFESA
Ora, come conclusione, vorrei aggiungere poche frasi sul perché San Paolo abbia scelto la Carità come il bene supremo. E’ un perché degno di nota. Eccolo in una parola: perché la Carità è durevole. “La Carità – insiste san Paolo – non avrà mai fine”. Quindi San Paolo inizia un altro dei suoi mirabili elenchi di cose considerate grandi e le spiega ad una ad una. Egli accenna alle cose che gli uomini pensavano dovessero durare e dimostra come siano tutte effimere, temporanee, transitorie. “Le profezie scompariranno”. Era la grande ambizione delle madri di quei tempi, che il loro ragazzo diventasse un profeta. Da secoli Dio non aveva parlato per bocca di un profeta e a quei tempi il profeta era più grande del re. Gli uomini aspettavano ansiosamente la venuta di un altro messaggero e pendevano dal suo labbro quando egli appariva, come dalla voce stessa di Dio. San Paolo dice: “Le profezie scompariranno”. La Bibbia è piena di profezie. Una dopo l’altra sono “scomparse”, cioè essendosi avverate, il loro compito si è esaurito e ora non hanno più altro fine che quello di alimentare la fede dei credenti.
Le lingue
Poi San Paolo parla delle lingue. Quella era un’altra cosa molto ambita. “Il dono delle lingue cesserà”. Come tutti sanno, molti secoli sono passati da quando le lingue sono apparse in questo mondo. Eppure sono scomparse. Date alIa parola il senso che volete. Anche prendendo la parola “lingua” in senso puramente figurato come lingua in generale ( che non era affatto il senso che vi dava San Paolo), vi troverete tuttavia una verità in senso generico. Pensate alIa lingua in cui quelle parole sono state scritte – il greco -, esso è scomparso. Prendete il latino, altra lingua importante di quei tempi: esso e scomparso da molto tempo. Guardate la lingua indiana: sta scomparendo. La lingua del Paese di Galles, l’irlandese, lo scozzese delle Highlands, stanno scomparendo sotto i nostri occhi. Il libro di lingua inglese più letto in questi anni, a parte la Sacra Scrittura, è una delle opere di Dickens, il giornale di Pickwick. E’ scritto nel gergo londinese. Gli esperti ci assicurano che fra cinquat’anni sarà incomprensibile per il medio lettore inglese.
La Conoscenza e le scienze
San Paolo va oltre e con audacia anche maggiore aggiunge: “La scienza svanirà”. La sapienza degli antichi dov’è? E’ del tutto scomparsa. Uno scolaretto del giorno d’oggi sa più di quanto non sapesse Isacco Newton. La sua scienza è scomparsa. Il giornale di ieri che gettate nel fuoco, è conoscenza che svanisce. Le vecchie edizioni delle grandi enciclopedie si comprano per pochi soldi. Le cognizioni che esse contengono sono caduche. Il vapore ha sostituito la carrozza, l’elettricità ha sostituito il vapore e gettato nell ‘ oblio infinite invenzioni anche recenti. Guglielmo Thomson, una delle persone più autorevoli nel momento attuale, diceva l’altro giorno: “La macchina a vapore sta per scomparire”. “Le scienze svaniranno”. Nel cortile di ogni officina c’é un mucchio di lamiere di ferro, qualche ruota contorta, qualche leva, qualche molla rotta e arrugginita. Vent’anni fa ciò costituiva l’orgoglio della città ; la gente accorreva dalle campagne per vedere la grande invenzione, ora è cosa superata: ha fatto il suo tempo. E’ tutta la scienza e la filosofia di cui ci vantiamo oggi saranno presto sorpassate. Fino a ieri la più quotata personalità della Facoltà di Medicina dell’Università di Edimburgo era Giacomo Simpson, lo scopritore del cloroformio.
L’altro giorno il prof. Simpson, suo nipote e successore, fu pregato dal bibliotecario dell ‘università di indicargli le pubblicazioni sull’argomento che non servivano più: “Togliete e mettete in cantina qualsiasi pubblicazione che ha più di dieci anni” fu la risposta. Giacomo Simpson era un’autorità fino a pochi anni fa: da ogni parte del mondo venivano a consultarlo e ora tutto l’insegnamento di quell’epoca e dal più al meno superato dalla scienza attuale. E così per ogni ramo della scienza. “La nostra conoscenza è imperfetta. Ora noi vediamo come in uno specchio, in maniera confusa”.
Niente è durevole
Potreste citarmi qualcosa che è destinato a durare? Di molte cose San Paolo nemmeno si è degnato parlare. Non ha menzionato né il denaro, né la fortuna, né la gloria, ma ha scelto tra quelle che i più grandi uomini del suo tempo ritenevano avessero qualche valore, e le ha decisamente scartate. San Paolo non aveva niente da obiettare contro tali cose considerate in sè; egli si limitava a dire che non avrebbero durato. Erano cose grandi ma non cose supreme. Ci sono cose che vanno più in là. Ciò che siamo va al di là di ciò che facciamo, di ciò che possediamo. Molte cose vengono ripudiate non perché peccaminose ma perché hanno un valore solo temporaneo. Questo è uno dei temi essenziali del Nuovo Testamento. San Giovanni dice del mondo, non che è nell’errore, ma semplicemente che “passa” .
Ci sono tante cose splendide e piacevoli in questo mondo, cose grandi e nobili, ma non dureranno. Tutto ciò che è di questo mondo, il piacere degli occhi, il piacere della carne, l’ orgoglio della vita hanno una breve durata. Quindi non attaccatevi al mondo. Nessuna cosa merita che un’anima immortale si dedichi ad essa o dia la vita per essa. L ‘anima che non muore deve dedicarsi a qualcosa che non muore ed ecco le sole cose che non muoiono: “Queste dunque le tre cose che rimangono.la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la Carità”. Di queste tre cose, due passeranno, poiché la fede diventerà visione, e la speranza diventerà godimento.
Ma la Carità deve durare. Dio, Dio eterno è Carità. Agognate quindi quel dono imperituro, il solo valore che avrà corso nell’Universo, quando tutti gli altri valori del mondo saranno inutili e fuori corso. Prima di darvi ad altre cose, datevi alla Carità, rispettando le proporzioni delle cose. Fate che almeno il primo grande scopo della vostra esistenza sia quello di realizzare il vostro carattere , costruendolo sulla base della Carità.
La vita in pienezza
Ho detto che questa cosa è eterna. Avete mai notato che san Giovanni associa continuamente la Carità e la fede con la vita eterna? Chiunque si affida a Lui, cioè chiunque lo ama – poiché soltanto la fiducia è la strada che conduce all’amore – ha la vita eterna. Il Vangelo offre all’uomo la vita. Non offrite mai solo un sorso di Vangelo. Non offrite solamente gioia o solamente pace o solamente riposo o solamente salvezza: dite a tutti che Cristo è venuto per dare agli uomini una vita più abbondante di quella che hanno, una vita prodiga di amore, e perciò di salvezza per loro stessi e piena di possibilità per allietare e redimere l’umanità.
Solo allora il Vangelo può impossessarsi dell’uomo per intero, corpo, anima e spirito, e distribuire a ciascuna delle parti che compongono la sua natura, il suo compito e la sua ricompensa.
Molti dei messaggi correnti si rivolgono ad una sola parte della natura umana. Offrono pace, non vita, fede non amore, riabilitazione non rigenerazione. E gli uomini si distaccano presto da una simile religione perché in realtà essa non ha mai fatto presa su di loro. La loro natura non ne era interamente permeata. Non veniva loro offerta una corrente di vita più profonda né più lieta di quella vissuta fino allora. Questo prova che solo un amore più grande può gareggiare con l’ amore del mondo.
La vita eterna
Abbondanza d’amore vuol dire abbondanza di vita e amore eterno vuol dire vita eterna. Quindi la vita eterna è indissolubilmente legata all’amore. Vogliamo vivere eternamente per la stessa ragione per cui vogliamo vivere domani. Perché volete vivere domani? Perché qualcuno vi ama, qualcuno che volete vedere domani e amare a vostra volta. Nessun’altra ragione spiega il nostro desiderio di vivere se non quello di amare e di essere amati. Un uomo si suicida quando pensa che nessuno lo ami.
Finché ha degli amici, della gente che lo ama e che egli ama, egli vivrà: perché vivere è amare. Anche soltanto l’affetto di un cane può tenerlo in vita: tolto questo, tolto il contatto con la vita, non ha nessuna ragione di vivere. L ‘energia vitale è venuta meno.
Anche la vita eterna è conoscenza di Dio e Dio è amore. Questa è la definizione stessa di Cristo. Meditatela: “Questa è la vita eterna: che essi possano conoscere Te, solo vero Dio, e conoscere Gesù Cristo che Tu hai mandato”. L’Amore deve essere eterno. E’ ciò che è Dio. In ultima analisi dunque Amore significa Vita. L’Amore non viene mai meno e la vita non viene mai meno finché c’è Amore. Ecco la filosofia di quanto ci mostra San Paolo, la ragione per cui, nella natura delle cose, la Carità deve essere la cosa suprema : perché è destinata a durare, perché è Vita Eterna.
Quella Vita è una cosa che stiamo vivendo ora, non una cosa che avremo al momento di morire: avremo ben poche possibilità di ottenerla quando morremo, se non la viviamo ora.
Non esiste peggiore destino in questo mondo che quello di vivere e invecchiare solo, senza amare e senza essere amato. Essere perduto vuol dire vivere senza essere stato rigenerato, senza amare e senza essere amato; essere salvato vuol dire amare, e colui che vive nell’amore vive già in Dio, perché Dio è amore.
Prova a seguirmi
Ora ho quasi terminato. Quanti di voi vorranno seguirmi a leggere questo capitolo una volta la settimana per i prossimi tre mesi? Un uomo fece così e la sua vita intera ne fu cambiata. Volete provare? E’ PER LA COSA PIÙ’ GRANDE DEL MONDO! Potreste incominciare a leggerlo ogni giorno, specie quei versetti che descrivono il carattere perfetto: , ‘La Carità è paziente, e benigna la Carità; non è invidiosa la Carità, non si vanta”. Portate questi ingredienti nella vostra vita. Allora tutto ciò che farete sarà eterno. E’ una cosa che merita. Merita dedicarvi del tempo.
Nessuno può diventare santo dormendo e per assolvere la condizione posta occorrono preghiera, meditazione e tempo; allo stesso modo che per perfezionarsi su qualsiasi piano, fisico o spirituale, occorre preparazione e cura. VoIgetevi a quest’unica cosa: a qualunque costo cambiate questo vostro vecchio “io” per fare spazio alIa “novità” dell’amore.
Se guardate la vostra vita a ritroso, vi accorgerete che i momenti salienti, i momenti in cui avete veramente vissuto, sono quelli in cui avete agito per spirito di Carità. Riandando al passato con la memoria, al di sopra e al di là dei piaceri effimeri della vita, risaltano quei momenti supremi in cui avete avuto modo di compiere degli atti di bontà inavvertiti in favore di coloro che vi circondano; cose troppo piccole perché possa valer la pena di parlarne ma che pure vi danno la sensazione di essere entrate nella vostra vita eterna. Ho visto quasi tutte le cose meravigliose che Dio ha
fatto, ho provato quasi tutti i piaceri che Dio ha progettato per l’uomo: eppure, guardando indietro, io vedo emergere dalla vita già trascorsa quattro cinque brevi esperienze in cui l’amor di Dio si rifletteva in una modesta imitazione, in un piccolo atto d’amore e queste sono le sole cose che sopravvivono alIa nostra vita. Tutto il resto è transitorio. Ogni altro bene è frutto di fantasia. Ma gli atti di amore che tutti ignorano e ignoreranno sempre – quelli non falliscono mai.
La Carità: tema del Giudizio
Nel Vangelo di San Matteo, dove il giorno del giudizio ci è illustrato con l’immagine di Colui che, seduto su un trono, divide le pecore dai capri; il banco di prova per l’uomo non è “come ho creduto” ma “come ho amato”. Il banco di prova della religione, la prova finale della nostra vita, sarà non quello che ho fatto, né quello che ho creduto, né quello che ho realizzato, ma la maniera con cui ho praticato la Carità di ogni giorno. Per ciò che non abbiamo fatto, cioè per i peccati di omissione, noi saremo giudicati. Non potrebbe essere altrimenti. Infatti, rifiutare la Carità significa rifiutare lo spirito di Cristo, segno che non l’abbiamo mai conosciuto, che per noi Egli ha vissuto invano. Significa che Egli non ha suggerito nulla al nostro pensiero, che non ha ispirato niente nella nostra vita, che non siamo mai stati, neppure una sola volta, abbastanza vicini a Lui da essere toccati dal fascino della sua compassione per il mondo. Significa che:
“Ho vissuto per me, ho pensato per me, per me solo e nessun altro Come se Gesù non fosse mai vissuto e come se Egli non fosse mai morto”.
E’ davanti al Figlio dell’Uomo che tutte le nazioni del mondo saranno convocate. E’ alla presenza dell’Umanità che saremo accusati. E lo spettacolo medesimo, la sola vista di questa umanità, giudicherà silenziosamente ciascuno di noi. Saranno presenti coloro che abbiamo incontrato e aiutato; o la moltitudine ignorata cui avremo negato compassione o rispetto. Nessun altro testimone occorrerà convocare. Nessun’altra accusa, se non quella di mancanza di Carità, ci sarà mossa. Non ingannatevi. Le parole che un giorno ascolterà ciascuno di noi parleranno di vita, di poveri e di affamati, di ricovero e di vestiario, di bicchieri di acqua fresca in nome di Gesù Cristo. Chi è Cristo?: Colui che ha dato da mangiare agli affamati, vestito gli ignudi, visitato gli infermi. Dove è Cristo?: Chiunque avrà accolto un piccolo fanciullo nel mio nome avrà ricevuto Me.
E chi appartiene a Cristo?: Chiunque ama è nato da Dio.