dal Messaggero Veneto del 22/01/03

Previste una sala polivalente da 120 posti, 13 camere con servizi che serviranno gli universitari
Bearzi, rinasce villa Maria
Inaugurazione in primavera. Speso oltre un milione di euro


Villa Maria, il nucleo storico da cui ha avuto origine l’intero complesso del Bearzi, è tornata all’antico splendore dopo un imponente intervento di ristrutturazione.

In primavera, verso i primi giorni di aprile, sarà inaugurato il nuovo edificio di tre piani, il quale, oltre a una sala polivalente con 120 posti a sedere e ulteriori aule, preziose per lo svolgimento dell’attività didattica visto il crescente numero di alunni che frequentano le scuole salesiane, avrà un piano completamente riservato agli studenti universitari.
Saranno a loro disposizione, infatti, 13 camere singole dotate di servizi igienici interni e una di queste è stata appositamente attrezzata per accogliere un giovane diversamente abile.

I lavori di restauro, compiuti cercando di mantenere intatto l’aspetto originario di villa Maria (le porte ad arco, per esempio), sono ormai alle battute finali: mancano soltanto le finiture e gli interni.

L’opera di ristrutturazione dell’edificio, iniziatasi nel dicembre 2001, ha comportato un impegno finanziario di circa un milione 300 mila euro (2 miliardi e mezzo di vecchie lire): 723 mila euro saranno stanziati dalla Regione nell’arco di 10 anni, mentre al Bearzi spetterà la cifra restante.
Villa Maria – come riferisce don Roberto Dissegna, direttore dell’istituto Bearzi – era stata acquistata negli anni 30 da monsignor Biasutti per ospitare persone disagiate. A quei tempi era una casa colonica fatiscente, ma con l’aiuto di alcuni carcerati (che poi vi abitarono) fu sistemata e in seguito accolse anche giovani orfani.

Successivamente al suo interno hanno trovato posto all’ultimo piano il Convitto (vi soggiornavano salesiani e una decina di universitari) e al pian terreno i laboratori di falegnameria, sartoria e calzoleria, rimasti perlopiù attivi fino agli anni 60 (quello di falegnameria, seppur inagibile, era presente ancora l’anno scorso).

«L’intervento – spiega il direttore – si è rivelato necessario per recuperare la culla storica del Bearzi, il punto di riferimento dei suoi vecchi allievi, che non era più agibile. Inoltre, in questo modo si è voluto dare al Convitto universitario dei locali più consoni per gli studenti».

Dopo la fine del restauro, quindi in primavera, si potranno utilizzare tutti e tre i piani, di 350 metri quadrati di superficie ognuno. Al piano terra saranno collocati un’ampia sala da circa 120 posti, che servirà per convegni, incontri, cinema e quant’altro; altre stanze per usi vari, la centrale termica e servizi igienici.

Al primo piano saranno sistemate 4 aule per scopi didattici e formativi, per venire incontro alle molteplici esigenze della scuola media, del Centro professionale e della scuola elementare che da quest’anno scolastico ha attivato tutti e 5 gli anni di corso (prima solo il biennio iniziale).

Al terzo, infine, saranno ricavate 13 stanze da affittare a universitari, camere che si aggiungono alle 15 attualmente disponibili all’ultimo piano dell’edificio centrale. Gli studenti, inoltre, possono usufruire della mensa, della palestra e contare su ambienti a loro riservati, come la sala lettura e la sala tv.
«L’obiettivo futuro – considera infine don Roberto Dissegna – è di riunire gli universitari in un unico stabile».

Laura Pigani
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