Un linguaggio mai inteso io sento”. “I cieli narrano la gloria di Dio, e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento” (Sal. 19,2).
Vero: tutto nel cosmo reca l’impronta del sigillo trinitario. Soffermiamoci sul sole.
Appare l’astro più brillante e più caldo della volta celeste perché il più vicino e dona la vita al nostro pianeta. La sua composizione è la più semplice: gli atomi di idrogeno muniti di un solo elettrone mediante la fissione nucleare si tramutano in atomi di elio, il cosiddetto gas raro, sprigionando enorme quantità di energia che viene recuperata da tutti gli altri elementi più complessi che attraverso numerosi processi fisico-chimici generano la vita.
Tutti gli esseri viventi (anche chi non conosce bene la biologia lo intuisce) possono vivere grazie ai diversissimi processi di combustione mediante i quali alcune sostanze organiche devono essere bruciate per produrre calorie. Tutti i fenomeni di combustione, in fondo, sono tentativi che riproducono in minimissima parte ciò che avviene sul sole il quale non si esaurirà fino a che non abbia consumato l’ultimo atomo di idrogeno.
Il sole mi richiama Dio, il Dio trinitario. Dio è l’Uno, perché il più semplice (l’idrogeno è l’elemento più semplice perché ha un solo elettrone). Tutta la molteplicità tende all’uno in quanto “uno” vuol dire ciò a cui nulla è aggiunto, come afferma Eckhart quando parla della “negazione della negazione”.
Di Dio si dice che è uno e trino. Il sole è dinamismo; il Padre dice di sè: lo sono Colui che è e che fa divenire. Il sole emana la luce più forte; il Figlio dice di sè: lo sono la luce del mondo. Dal sole proviene calore; lo Spirito Santo è amore attivo che riporta il molteplice all’uno.
La luce, quindi, è il dinamismo attivo e visibile, ovvero la sua manifestazione (generato, non creato), mentre il calore è l’effetto del dinamismo da cui non può essere disgiunto..
Delle tre Persone si dice che sono uguali ma distinte. Difatti nel sole la luce non è il dinamismo ma la sua manifestazione (alla tua luce vediamo la luce); il calore non è la luce ma il suo propulsore. Nonostante tutto l’intimità di questi elementi è perfetta. Senza la luce non sarebbero visibili né dinamismo né calore. Senza il dinamismo non possono esistere né luce né calore. Senza il calore il dinamismo è superfluo e la luce non scaturirebbe.
Ogni elemento è quindi funzione dell’altro ed è I’altro, pur distinguendosi.
L’immagine del sole è davvero imperfetta per essere riportata a quella del Creatore. La coscienza può inizialmente appoggiarvisi finché risiede nel suo alveo nucleare, ma poi deve risalire le spire spaccando il nucleo dei concetti per riposare nell’Essenza dell’Essere sussistente, priva di immagini e forme…
Ne è prova il fatto che il sole non può essere fissato a lungo dall’occhio nudo senza subire danni irreversibili: bisogna interporre un corpo traslucido.
Cosi è Dio: nessuno può vederlo e rimanere vivo. Fin che siamo in questo nucleo terreno l’intelletto lo intravede mediatamente.
(dal mio libro: “La spirale della vita”)