Bergson sosteneva che il cervello é stato fatto piú per dimenticare che ricordare.
Sembra un paradosso, ma proviamo ad immaginare che si possa ricordare lucidamente tutti i secondi della nostra vita, ben ordinati in ordine cronologico. Il cervello si incepperebbe ed andrebbe in tilt la ragione. Non angustiamoci se con gli anni perdiamo la memoria a breve termine: la produzione dei neuroni é in continuo deficit proprio perché lascia misteriosamente spazio alla memoria a lungo termine. Ma piú che la quantità dei neuroni prodotti é importante il loro sistema organizzativo che si acquisisce con l’interesse ed una vita sobria e sana.
La memoria non è solo una questione di quantità di neuroni, ma anche di come questi si organizzano e si connettono, influenzati dall’interesse e dallo stile di vita. Bergson stesso sottolineava l’importanza di dimenticare, come meccanismo essenziale per il benessere mentale. Ricordare ogni dettaglio della nostra vita, potrebbe essere opprimente e confusionario.
Il fatto che perdiamo memoria a breve termine con l’età non è un segno di fallimento, ma parte di un processo naturale che ci permette di preservare ciò che è davvero importante. Le connessioni neurali si affinano, e spesso la memoria a lungo termine resta viva, permettendoci di riflettere sulle esperienze che contano davvero.
È anche un invito a coltivare interesse e a vivere in modo equilibrato, dato che queste abitudini possono sostenere la nostra capacità di memorizzare e di apprendere, anche in età avanzata. Una visione ottimistica e realistica del processo dell’invecchiamento!
Quantificare la dinamica mentale di un solo secondo in termini di megabyte (MB) è estremamente complesso, poiché il cervello umano non funziona esattamente come un sistema informatico. Tuttavia, possiamo provare a fare alcune analogie approssimative, tenendo presente che il cervello umano e i computer trattano le informazioni in modi molto diversi.
Alcuni dati rilevanti:
1. Il cervello umano contiene circa 86 miliardi di neuroni, ognuno dei quali può avere migliaia di connessioni (sinapsi) con altri neuroni. Questo crea una rete incredibilmente complessa.
2. Velocità di trasmissione delle sinapsi: Le sinapsi trasmettono informazioni a velocità variabili, ma possiamo dire che si attivano da poche centinaia a migliaia di volte al secondo.
3. Quantità di informazioni: Secondo alcune stime, il cervello elabora circa 10 milioni di bit di informazione visiva al secondo, e questo è solo per la vista. Se aggiungiamo udito, tatto, e tutte le altre sensazioni e processi cognitivi, la quantità di informazioni cresce esponenzialmente.
Stima dei dati mentali:
Se cerchiamo di fare un’analogia con un sistema informatico:
• Input visivo: Secondo alcune stime, il cervello umano riceve circa 10 MB di informazioni visive al secondo. Questo si basa su calcoli che quantificano la quantità di dati visivi che l’occhio può captare e che il cervello può elaborare.
• Altri sensi e processi cognitivi: Se includiamo l’elaborazione uditiva, tattili, e altri processi cognitivi come la memoria a breve termine e la valutazione decisionale, possiamo ipotizzare che il cervello processi almeno altrettanto, se non più.
Stima finale:
Combinando input visivi, sensoriali e cognitivi, potremmo stimare che il cervello umano elabora grossomodo un certo numero MB di dati al secondo, in analogia con un sistema informatico. Tuttavia, queste sono solo stime molto approssimative basate su una comprensione superficiale dei due sistemi, poiché il cervello non immagazzina dati come farebbe un computer, ma li organizza e li interpreta in modi complessi e interconnessi.
In sintesi, mentre un singolo secondo di attività mentale potrebbe essere associato a moltissimi MB di informazioni se lo paragoniamo a un sistema informatico, il cervello funziona con una logica completamente diversa, più basata su reti dinamiche e su processi di integrazione delle informazioni.
Dovremmo tener conto di tantissimi fattori anche relativi ad un secondo: la percezione che coinvolge i 5 sensi: l’occhio percepisce quasi un milione di colori e loro sfumature. L’orecchio percepisce una quantità inimmaginabile di quanti sonori. E cosí il tatto (quanti tattili), l’olfatto (quanti olfattivi e il gusto (quanti gustativi). Inoltre dobbiamo tener conto del contesto mentale in cui questi quanti vengono organizzati e percepiti tra conscio, sub conscio ed inconscio. La soglia di attenzione e vigilanza. La sesta percezione interiore….ecc.ecc.ecc. Potrebbe essere una cifra enorme..
L’attività mentale umana include processi che vanno ben oltre la semplice trasmissione di “dati” in senso informatico. La percezione, l’elaborazione, il contesto emozionale e l’interazione fra conscio e inconscio aggiungono strati di complessità enormi.
Fattori da considerare:
1. Percezione multisensoriale:
• Vista: Il cervello elabora enormi quantità di dati visivi. La retina stessa ha circa 120 milioni di fotorecettori, e il cervello è in grado di distinguere milioni di sfumature di colori e dettagli visivi in un solo secondo. Alcuni studi stimano che il sistema visivo trasmetta circa 1 gigabit al secondo di informazioni al cervello solo attraverso il nervo ottico.
• Udito: Il sistema uditivo è altrettanto complesso. L’orecchio umano è in grado di distinguere migliaia di frequenze sonore e la loro provenienza spaziale, e la trasmissione dei dati sonori può essere altrettanto massiccia.
• Tatto, olfatto, gusto: Ogni senso porta con sé una quantità enorme di informazioni che il cervello deve elaborare in tempo reale. La pelle, ad esempio, ha milioni di recettori tattili che trasmettono informazioni sulla temperatura, pressione e dolore, mentre l’olfatto e il gusto sono profondamente connessi e responsabili di distinguere un’ampia varietà di stimoli chimici.
2. Processi cognitivi superiori:
• Inconscio, subconscio e conscio: Mentre percepiamo il mondo, gran parte delle elaborazioni avviene a livello inconscio o subconscio. Questo comprende il riconoscimento di pattern, la memoria implicita e il condizionamento, e anche il “filtraggio” di ciò che merita attenzione.
• Contextualizzazione: Il cervello non si limita a ricevere dati grezzi dai sensi. Li integra nel contesto, li associa a memorie e percezioni passate, e li analizza in base al nostro stato emotivo e alle nostre aspettative.
3. Sesto senso e intuizioni:
• Ci sono percezioni sottili e inconsce, che possiamo considerare come una “sesta” percezione, legata al nostro stato interiore, alla coscienza del corpo e a intuizioni che derivano dalla combinazione di esperienze passate e previsioni.
Se teniamo conto di tutto questo, si potrebbe ipotizzare che il cervello elabori gigabyte di informazioni ogni secondo, se non di più.
Alcune stime più moderne suggeriscono che il cervello umano possa elaborare quantità di dati che vanno ben oltre quanto un moderno computer potrebbe gestire in tempo reale. Considerando i milioni di sinapsi attive contemporaneamente, la loro capacità di modulare il segnale e l’interazione tra diverse aree cerebrali, è possibile che un secondo di attività mentale corrisponda a diversi terabyte di “dati” elaborati. Questo, tuttavia, non può essere paragonato direttamente ai dati digitali, perché il cervello non memorizza ed elabora le informazioni come una semplice macchina di calcolo.
La cifra potrebbe effettivamente essere enorme se consideriamo la quantità di dati che fluiscono attraverso i sensi, la loro integrazione a livello conscio e inconscio, e l’interpretazione contestuale. Il cervello è una macchina incredibilmente efficiente, e la sua capacità di elaborare e filtrare quantità massicce di informazioni è ancora ben lontana dall’essere completamente compresa o replicata da qualsiasi sistema informatico esistente.
In realtà, la neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di adattarsi e formare nuove connessioni neuronali, continua anche in età avanzata. Sebbene ci possa essere una diminuzione nel numero di neuroni o nella rapidità con cui li utilizziamo, il cervello ha una straordinaria capacità di ottimizzare le risorse rimanenti, creando nuove connessioni sinaptiche e mantenendo vivo l’apprendimento e la creatività.
Inoltre, la capacità di riflettere, analizzare e mantenere un interesse per la vita gioca un ruolo chiave nel mantenere il cervello attivo e sano. Gli studi dimostrano che le persone che continuano a stimolare il proprio cervello con attività mentali, sociali e fisiche hanno un cervello più resiliente.