Se i Vangeli fossero stati scritti a tavolino, gli oppositori della fede dovrebbero spiegare tante incongruenze a livello di redazione che sintetizziamo: Una comunità apostolica autoreferenziale in fase di redazione non avrebbe descritto i discepoli in quel modo: ignoranti, fragili, infedeli, grossolani, presuntuosi ecc. In un contesto semitico non avrebbero mai divinizzato il loro maestro… Le discordanze tra i Vangeli, al contrario, paradossalmente potrebbero essere un elemento apologetico: a tavolino i redattori si sarebbero subito messi d’accordo per unificare fatti, eventi, concetti ecc.

Gli oppositori della fede sono noti per le loro interpretazioni non convenzionali della Bibbia. Secondo le loro teorie, basate su una traduzione letterale dell’Antico Testamento, la Bibbia non sarebbe un testo religioso, ma un antico resoconto storico che parla di eventi concreti e di esseri in carne e ossa, spesso identificati con gli Elohim, tradizionalmente interpretati come Dio, ma che per loro sarebbero invece esseri extraterrestri avanzati.

Principali punti delle loro teorie:

  1. Gli Elohim non sono Dio

    • Nella Bibbia, il termine Elohim è un plurale, e gli oppositori della fede sostengono che non si riferisca a un unico Dio spirituale, ma a più individui, probabilmente una razza tecnologicamente avanzata che avrebbe interagito con gli esseri umani nell’antichità.

  2. La Creazione non è divina

    • Il racconto della Genesi, secondo loro, non descrive una creazione ex nihilo (dal nulla), ma una manipolazione genetica. Adamo ed Eva sarebbero stati il risultato di un intervento sugli esseri umani preesistenti da parte degli Elohim.

  3. L’Antico Testamento descrive tecnologia avanzata

    • Fenomeni tradizionalmente interpretati come miracoli (l’Arca dell’Alleanza, il roveto ardente, la colonna di fuoco, il carro di Ezechiele) sarebbero in realtà manifestazioni di tecnologia avanzata incomprensibile per gli uomini dell’epoca.

  4. Mosè e il “Patto” con un Elohim

    • Yahweh, il Dio dell’Antico Testamento, non sarebbe il Dio unico e universale, ma solo uno degli Elohim, un’entità potente che avrebbe scelto il popolo ebraico come suo “gruppo di riferimento” in cambio di obbedienza e fedeltà.

  5. Gesù come figura reinterpretata

    • Secondo gli oppositori della fede, il Nuovo Testamento non nega la presenza di questi esseri, ma rielabora il messaggio dell’Antico Testamento in chiave più spirituale. Tuttavia, alcune parti della Bibbia potrebbero essere state modificate nei secoli per uniformarsi alla teologia ufficiale.

Implicazioni delle loro teorie

Gli oppositori della fede non si definiscono né teologi né credenti, ma sostengono di tradurre la Bibbia in modo letterale, senza sovrastrutture religiose. Le loro idee si avvicinano alla teoria degli antichi astronauti (von Däniken, Sitchin) e sono molto dibattute, con forti critiche da parte di biblisti, teologi e accademici che le considerano pseudoscienza o interpretazioni errate del testo originale.

Se i Vangeli fossero stati costruiti “a tavolino”, come sostengono gli oppositori della fede, ci sarebbero molte incongruenze nella loro teoria che essi stessi dovrebbero spiegare. Alcuni punti che abbiamo evidenziato sono tra le obiezioni più forti contro l’ipotesi di una pura invenzione letteraria.

  1. Il ritratto negativo dei discepoli

    • Se la comunità apostolica avesse voluto creare una narrazione artificiale per legittimare la propria autorità, non avrebbe mai descritto i discepoli in modo così umano e pieno di difetti:

      • Pietro viene presentato come impulsivo, pavido e perfino rinnegatore di Gesù nel momento cruciale.

      • Gli apostoli spesso non comprendono le parole del loro Maestro, discutono tra loro su chi sia il più grande e, nel momento della crocifissione, scappano.

      • Giuda è uno dei Dodici eppure tradisce Gesù per denaro.

    • Se fosse stato un racconto costruito ad arte, ci si aspetterebbe una rappresentazione più eroica e coerente dei primi leader della comunità cristiana.

  2. La divinizzazione di Gesù in un contesto semitico

    • L’idea che un gruppo di ebrei monoteisti del I secolo potesse inventarsi di punto in bianco che il loro Maestro era Dio stesso è estremamente improbabile. Nel giudaismo dell’epoca:

      • La concezione di Dio era strettamente monoteista (YHWH era il Dio unico e trascendente).

      • L’idea che un uomo potesse essere Dio incarnato sarebbe stata vista come una bestemmia (e infatti i Vangeli stessi riportano accuse di blasfemia contro Gesù).

      • Il Messia atteso dagli ebrei era una figura politica e militare, non un uomo divino destinato a soffrire e morire sulla croce.

    • Se i Vangeli fossero stati inventati, è difficile spiegare perché gli autori avrebbero scelto un’idea così controcorrente e difficile da accettare.

  3. Le discordanze tra i Vangeli come segno di autenticità

    • Se il cristianesimo fosse stato costruito artificialmente da un gruppo di redattori, ci si aspetterebbe una maggiore uniformità nei racconti. Invece, nei Vangeli troviamo:

      • Differenze nei dettagli di eventi chiave (ad esempio, il numero di angeli al sepolcro, le parole di Gesù in croce, l’ordine degli eventi).

      • Diversi stili e prospettive (Marco è più narrativo ed essenziale, Matteo insiste sul compimento delle profezie ebraiche, Luca è più storico e dettagliato, Giovanni è più teologico).

    • Queste divergenze sono ciò che ci si aspetterebbe da testimonianze indipendenti basate su tradizioni orali, non da un documento costruito in modo artificiale per ingannare.

Le incongruenze e i dettagli scomodi nei Vangeli suggeriscono che non si tratti di un’invenzione coordinata, ma di un insieme di testimonianze che cercano di trasmettere un messaggio basato su esperienze vissute. Se i Vangeli fossero stati scritti “a tavolino” con l’obiettivo di manipolare, sarebbe logico aspettarsi una narrazione più uniforme, più coerente e con protagonisti meno difettosi.

In questo senso, proprio le caratteristiche che gli oppositori della fede considerano come punti deboli dei Vangeli potrebbero essere, paradossalmente, elementi che ne rafforzano l’autenticità storica.

Gli oppositori della fede, nel loro approccio ai Vangeli, sembrano ignorare opere come Jesus di Jean Guitton e Ipotesi su Gesù di Vittorio Messori, le quali affrontano la storicità di Cristo con un metodo razionale e documentato.

Jean Guitton – Jesus

Jean Guitton, filosofo e accademico francese, analizza la figura di Gesù con rigore intellettuale, dimostrando come il Cristo dei Vangeli non possa essere semplicemente un’invenzione mitologica. Alcuni punti fondamentali del suo ragionamento includono:

  • L’unicità del messaggio di Gesù: Nessun altro maestro dell’epoca parlava con la stessa autorità con cui Gesù si esprimeva, identificandosi direttamente con Dio.

  • La novità del cristianesimo rispetto alle attese messianiche ebraiche: Gli ebrei attendevano un Messia glorioso e politico, non un uomo che predicasse l’amore per i nemici e finisse crocifisso.

  • Il realismo dei Vangeli: Le descrizioni dettagliate e la rappresentazione di personaggi con debolezze umane suggeriscono testimonianze autentiche piuttosto che miti costruiti a posteriori.

Vittorio Messori – Ipotesi su Gesù

Messori riprende e amplia le riflessioni di Guitton, rispondendo alle principali obiezioni scettiche con un metodo logico e documentato. Tra i suoi argomenti principali:

  • La figura di Gesù non è costruita secondo schemi mitologici: Se fosse stato un’invenzione, sarebbe stato concepito diversamente, evitando elementi scomodi come la nascita in un oscuro villaggio come Nazareth o una morte infamante come la crocifissione.

  • Gli apostoli non avevano alcun vantaggio nel diffondere una menzogna: Se avessero inventato la resurrezione, perché sarebbero stati disposti a subire persecuzioni e martirio per una frode?

  • L’assenza di una tomba venerata: Se il corpo di Gesù fosse rimasto nel sepolcro, i suoi oppositori avrebbero potuto facilmente esibirlo per smentire la resurrezione.

Gli oppositori della fede e la storicità dei Vangeli

Gli oppositori della fede tendono a trattare i Vangeli come testi manipolati successivamente, ma evitano di confrontarsi con studiosi come Guitton e Messori, che ne evidenziano la coerenza storica. La loro analisi sembra basarsi su una lettura selettiva, escludendo elementi che non rientrano nella loro ipotesi di una costruzione artificiale del cristianesimo.

Se fossero interessati a un dibattito serio sulla storicità dei Vangeli, dovrebbero rispondere alle argomentazioni di questi autori e ad altre fonti accademiche che sostengono la solidità storica della figura di Gesù.

Che vantaggio hanno molti oppositori della fede  nel cercare di smontare il cristianesimo attuale?

Il vantaggio hanno molti oppositori della fede nel cercare di smontare il cristianesimo attuale può essere analizzato su diversi livelli:

1. Successo editoriale e visibilità

Alcuni oppositori della fede hanno trovato una nicchia di mercato molto redditizia, dove le loro teorie suscitano curiosità  sia tra gli scettici che tra chi cerca alternative alla narrazione tradizionale.

I loro libri vendono bene, hanno un ampio seguito sui social e partecipano a numerose conferenze e interviste, il che gli garantisce notorietà  e guadagni.

2. Fascino delle teorie alternative

Le loro interpretazioni si inseriscono nel filone delle teorie del complotto, che hanno sempre un forte appeal perché fanno sentire il lettore parte di un’élite di “iniziati” che conoscono la “vera” storia nascosta.

  • In un’epoca in cui molte persone diffidano delle istituzioni, religiose e non, la sua narrazione trova terreno fertile.

3. Posizionamento come “demistificatori”

  • Si presentano come un ricercatore neutrale che smontano le manipolazioni religiose, ponendosi come figura di riferimento per chi vuole “liberarsi” dalle interpretazioni tradizionali.

  • Questa posizione li rende attraenti per chi è in conflitto con la religione, ha dubbi di fede o è affascinato dall’idea di una verità alternativa.

4. Costruzione di una nuova visione del passato

  • Le loro teorie si allineano con le ipotesi sugli “antichi astronauti” (von Däniken, Sitchin), alimentando l’idea che le religioni abbiano nascosto un contatto con civiltà extraterrestri.

  • Questo gli permette di inserirsi in un filone già popolare e di intercettare il pubblico appassionato di questi argomenti.

5. Provocazione e dibattito

  • Attaccando un pilastro della cultura occidentale come il cristianesimo, gli oppositori generano inevitabilmente polemiche, e le polemiche attirano attenzione, incrementando la diffusione delle sue idee.

  • Il loro approccio “rivoluzionario” crea un effetto polarizzante: chi li segue li difende con passione, mentre chi li critica spesso contribuisce indirettamente alla sua visibilità.

Conclusione

Più che un semplice interesse filologico, il lavoro di questi oppositori sembra rispondere a un mix di motivazioni: economiche, comunicative e culturali. Smontare il cristianesimo non è solo una ricerca accademica per loro, ma una strategia per costruire un proprio spazio nel dibattito pubblico, sfruttando l’attrattiva delle narrazioni alternative.