Immaginiamo un insieme di bilance appese a grappolo al corno della Luna
in modo da formare un grandioso albero di Natale le cui radici arrivino sulla Terra.
La figura, così strutturata, potrebbe rappresentare l’insieme di tutti gli elementi dell’universo e di tutti gli esseri viventi organizzati in un magistrale, maestoso e armonioso equilibrio naturale di presenza e di convivenza.

Anche una sola monetina (trasgressione/violazione) deposta su un piatto di una qualsiasi bilancia infrangerebbe il perfetto, naturale e originale equilibrio.

Nel corso della storia, l’uomo, con il suo pensiero, con il suo dire e con il suo agire,
ha in parte compromesso il meraviglioso equilibrio esistente e tu, Bambin Gesù, sei venuto per correggere tale disequilibrio e per ricostituire
l’originale armonia delle Cose.

Aiutaci quindi a comprendere le nostre debolezze e ispira i nostri pensieri
e le nostre opere affinché sia umanamente possibile ristabilire
quel giusto equilibrio, sia personale che sociale, capace di ricostruire
l’originale bellezza dei diversi rapporti.

*********************************

I recenti eventi negativi che hanno condizionato il nostro quotidiano vivere ci hanno insegnato quanto sia debole e fragile la dichiarata “potenza” dell’uomo.
Consapevoli di questi limiti, chiediamo al Bambin Gesù di non abbandonarci nel corso del nostro pellegrinaggio terreno, che è sempre in precario equilibrio sulla linea, mai retta, che congiunge l’inizio e la fine della nostra esistenza. Gli chiediamo anche di renderci consapevoli dei nostri limiti e di darci la forza per superare gli ostacoli che ci impediscono di ritrovare la semplicità di una vita impregnata di altruismo e generosità.

 

Natale 2024

Quando incrociamo l’espressione innocente di un bimbo, sgorga in noi il sentimento della dolcezza, della disponibilità e della generosità operativa.

l tempo che intercorre, tra la tenera bellezza dell’innocenza infantile e la matura consapevolezza dell’esperienza di una vita ormai consumata, è un lungo periodo del nostro vivere in cui ogni nostra azione viene condotta come in un “ballo mascherato” dove, molto spesso, gli eventi vengono vissuti ed interpretati anche con il concorso dell’orgoglio e dell’individualismo.

Con l’impronta, invece, di un animo trasparente, disponibile e generoso, molte inquietudini e tensioni vengono allontanate generando una intima soddisfazione in colui che elargisce ed altrettanta gratitudine in colui che riceve ………ed in questo operare si realizza il percorso di vita che il Bimbo Gesù è venuto ad insegnarci! 

BUON NATALE

25 dicembre 2024 Feruccio e Paola Camilotti

 

 

(Lettera pubblicata dalla Vita Cattolica da Ferruccio Camilotti, ex allievo del Tomadini di Udine)

 

Collegio “Mons. Francesco Tomadini”

Ricordi

 

Egregio Direttore,

mi sia consentito condividere con tanti amici ex allievi del Tomadini, per noi sempre il “vecchio Tom”, alcuni ricordi ed emozioni, che molti possono ancor oggi testimoniare con uno spirito di sincera riconoscenza, per rivivere momenti ed episodi carichi di una gioiosa tensione.

Mi sono ritrovato, fra Natale e Capodanno, con un caro amico con il quale ho condiviso ben sette anni di collegio (1956-1963) ed il “rimembrar delle passate cose” ci ha coinvolto a tal punto che ci eravamo dimenticati del tempo che trascorreva.

Nelle tre ore in cui c’è stato un ininterrotto flusso di ricordi fra sorrisi e compiacimenti per una riscattata e soddisfacente vita, sono emerse in particolare le emozioni provate per la partenza per le vacanze natalizie ed il ricordo della commemorazione che si celebrava in collegio, in quel periodo, per l’anniversario della morte di mons. Francesco Tomadini.

Proprio come in questi giorni, all’epoca era il periodo delle vacanze scolastiche di Natale e Capodanno e per tutti noi era l’occasione per rientrare a casa per almeno 15 giorni circa. La felicità incontrollata dentro di noi nei giorni precedenti la partenza era appena descrivibile. A parole non saremmo in grado di esprimere l’intensità dei sentimenti che in quei momenti permeava ogni nostro pensiero ed ogni nostra azione; eravamo tanto suggestionati dall’ansia per la partenza che spesso anche certe regole venivano trasgredite.

C’era però in noi anche un velo di tristezza causato dalla malinconica espressione di coloro che, non potendo rientrare in famiglia, dovevano rimanere in Collegio.

Sapevamo che per quei nostri compagni in quei giorni la disciplina lasciava maglie molto larghe ed anche le colazioni, i pranzi e le cene erano molto diversi. Inoltre, venivano programmati dei momenti ricreativi anche all’esterno del Collegio ma tutto ciò non attenuava l’intimo dolore per l’impossibilità di godere dei profondi sentimenti che solo una vera famiglia poteva dare.

Con i pochi ragazzi rimasti in Collegio, non era possibile commemorare nei termini corretti ed opportuni la ricorrenza della morte del Fondatore mons. Francesco Tomadini, proprio durante le vacanze natalizie, tuttavia il 30 dicembre veniva egualmente celebrata una Santa Messa con i pochi presenti.

La celebrazione “ufficiale” era sempre programmata per la fine del mese di gennaio con la presenza, appunto, di tutti gli allievi.

Oltre al doveroso rito religioso durante la Santa Messa veniva ricordata la figura del sacerdote mons. Francesco Tomadini, che si metteva al servizio dei ragazzi che, come noi, per diversi motivi, si trovavano nella condizione di dovere e potere usufruire della sua opera di assistenza.

Alla fine del nostro incontro, nello scambio dei ricordi appassionati di questo “revival”, non è mancato il pensiero che, a conclusione della giornata della commemorazione di fine gennaio, alla sera in refettorio al termine della cena, il Direttore, come sempre in piedi sulla sedia, raccontava diversi episodi della vita del Fondatore che era permeata dallo spirito di carità e di abnegazione, nonostante la pesante situazione sociale dei suoi tempi e le difficoltà in cui si dibatteva, cercando di sostenere la sua Opera.

Questa generosa e solidale iniziativa era stata resa possibile, fin dagli albori, da “qualcuno”, che, animato dallo spirito di carità cristiana e con sentimenti di profonda umanità, si prestava a svolgere, con ogni mezzo disponibile, anche personale, la preziosa missione mai interrotta e tutt’ora in essere.

Abbiamo anche ricordato i calorosi appelli che in quella sede ci venivano indirizzati, volti ad esprimere i nostri sentimenti di riconoscenza verso Mons. F. Tomadini, verso tutti i suoi successori, e verso tutti i benefattori che nel tempo hanno contribuito a sostenere quest’Opera.

Il mio amico mi faceva notare quanto importante fosse stata la valenza educativa di questi appelli e osservava come oggi sia venuto meno il sentimento della riconoscenza. Infatti, sembra che tutto sia dovuto.

A mia volta rilevavo l’importanza sociale, educativa e formativa, svolta dall’Istituzione sin dalle sue origini per i giovani futuri membri della società civile e come, nella successione degli anni e secondo le diverse esigenze sociali, l’Opera abbia saputo e potuto evolversi adeguandosi e trasformandosi nel rispetto dei principi istitutivi e mantenendo inalterato lo spirito del Fondatore.

10 gennaio 2021

Feruccio Camilotti

San Daniele del Friuli