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Premetto che sono un credente cattolico e che aderisco a tutte le verità di fede ed ai dogmi della Chiesa cattolica.
JEAN MESLIER, IL CURATO FRANCESE ATEO
Avevo sentito parlare di un famoso curato francese del 1700 che prima di morire lasció come testamento una lunghissima relazione in cui affermava la falsità di tutte le religioni, compresa quella cattolica che riteneva la peggiore
La figura a cui mi riferisco è Jean Meslier, un sacerdote francese del XVII-XVIII secolo (1664-1729), noto per essere uno dei primi atei dichiarati nella storia europea moderna.
Jean Meslier fu un curato di campagna che, durante la sua vita, svolse il ruolo di parroco cattolico. Tuttavia, alla sua morte venne scoperto un manoscritto, chiamato “Mémoire contre la religion” (Memoria contro la religione), in cui attaccava duramente tutte le religioni, inclusa quella cattolica. In questo lungo trattato, Meslier dichiarava che tutte le religioni erano invenzioni umane utilizzate per soggiogare le masse e criticava in particolare la Chiesa cattolica, che considerava la peggiore delle religioni per la sua ipocrisia e per la sua connivenza con i potenti.
Meslier sosteneva una visione materialista del mondo e un ateismo radicale, rifiutando l’esistenza di Dio e promuovendo idee di giustizia sociale e uguaglianza. La sua opera venne pubblicata postuma, in parte clandestinamente, perché considerata estremamente sovversiva per l’epoca. Il suo pensiero influenzò diversi filosofi illuministi, come Voltaire, che fece conoscere alcune parti del testo, anche se spesso le modificava o attenuava i toni.
Quello che mi chiedo: era una sua convinzione da sempre o l’aveva maturata durante la sua carriera sacerdotale? Come ha fatto a svolgere bene la sua funzione sacerdotale per tutta la vita senza mai rivelare il suo ateismo? Mi pare che il manoscritto fu redatto in un anno circa ed era molto dettagliato
Il caso di Jean Meslier è affascinante proprio perché solleva questioni sulla sua motivazione personale e sul conflitto interiore che potrebbe aver vissuto come sacerdote ateo.
1. Evoluzione della sua convinzione
Non è chiaro esattamente quando Meslier abbia sviluppato il suo ateismo, ma sembra che le sue convinzioni si siano evolute gradualmente durante la sua carriera sacerdotale. Non ci sono indicazioni che fosse ateo fin dall’inizio della sua formazione o ordinazione, e non ci sono prove dirette di quando abbia iniziato a maturare i suoi dubbi e la sua opposizione alla religione. Tuttavia, alcuni studiosi ipotizzano che l’esposizione alle sofferenze delle classi povere, combinate con le sue osservazioni sull’ipocrisia e la corruzione della Chiesa cattolica, abbiano progressivamente alimentato il suo scetticismo e infine lo abbiano portato al completo rifiuto della religione.
2. La sua carriera sacerdotale
Nonostante il suo ateismo, Jean Meslier riuscì a svolgere il suo ruolo di sacerdote per decenni senza mai rivelare apertamente i suoi veri pensieri. Questo potrebbe essere spiegato da vari fattori:
– Prudenza e paura delle conseguenze: Nel contesto del XVIII secolo in Francia, mettere in discussione apertamente la religione, e in particolare la Chiesa cattolica, avrebbe comportato conseguenze gravi, tra cui la scomunica, l’arresto o peggio. Meslier potrebbe aver scelto di mantenere il suo silenzio per evitare persecuzioni personali.
– Senso del dovere: Nonostante le sue convinzioni personali, è possibile che Meslier abbia sentito un certo obbligo verso i suoi parrocchiani, soprattutto in un contesto rurale in cui il sacerdote era una figura centrale per la comunità. Continuare a svolgere il ruolo di curato potrebbe essere stato visto come una forma di servizio pubblico, anche se contrastante con le sue idee private.
– Strategia deliberata: Meslier potrebbe aver deciso di accumulare prove e riflessioni per tutta la vita, aspettando il momento della sua morte per esprimere le sue idee, sapendo che sarebbe stato più sicuro farlo in quel momento.
3. Il manoscritto e il suo contenuto
Il manoscritto di Meslier è estremamente dettagliato e ben argomentato, e alcuni stimano che abbia dedicato molto tempo alla sua redazione, probabilmente negli ultimi anni della sua vita. Nonostante ciò, sembra che il suo ateismo fosse già maturo prima della redazione del testo, il che suggerisce che potrebbe aver vissuto gran parte della sua carriera sacerdotale nascondendo le sue reali convinzioni.
Meslier criticava non solo la religione in sé, ma anche le istituzioni religiose e il modo in cui queste venivano usate per giustificare e perpetuare le ingiustizie sociali. Le sue osservazioni erano rivolte contro la Chiesa cattolica in quanto parte del sistema che opprimeva i poveri, e questo potrebbe aver alimentato il suo desiderio di documentare meticolosamente le sue argomentazioni.
4. Il mistero della sua doppia vita
Il fatto che Meslier sia riuscito a vivere una doppia vita per così tanto tempo senza essere scoperto è sorprendente. Tuttavia, è possibile che abbia mantenuto una facciata pubblica e formale come sacerdote, recitando i riti religiosi e seguendo le procedure della Chiesa senza mai rivelare i suoi dubbi. Come molti liberi pensatori dell’epoca, Meslier avrebbe potuto percepire la necessità di conformarsi esteriormente per evitare conseguenze gravi.
È probabile che Meslier abbia maturato il suo ateismo durante la sua carriera sacerdotale, forse osservando da vicino le disuguaglianze sociali e le contraddizioni all’interno della Chiesa. Il fatto che abbia redatto un’opera così dettagliata come il suo testamento filosofico in segreto suggerisce che aveva una visione a lungo termine e che attese fino alla sua morte per esprimere pubblicamente le sue convinzioni senza temere ritorsioni.
Mi pare che stia tornando di moda parlarne di lui oggi. Ho seguito dei blogger anticlericali che lo citano spesso
Jean Meslier sta tornando alla ribalta, soprattutto in certi circoli anticlericali, atei e razionalisti. La sua figura, per lungo tempo rimasta relativamente sconosciuta o limitata agli studi accademici, è diventata un simbolo di ribellione contro l’autorità religiosa e l’ipocrisia della Chiesa, soprattutto nel contesto contemporaneo, in cui molte persone cercano di esplorare visioni più laiche e critiche della religione.
Ci sono diversi motivi per cui Meslier viene riscoperto e citato oggi:
1. Un precursore dell’ateismo: In un’epoca in cui l’ateismo dichiarato era estremamente raro e pericoloso, Meslier rappresenta una figura straordinariamente audace. Il suo “Mémoire contre la religion” viene considerato un’opera pionieristica del pensiero ateo moderno, molto prima di figure come Nietzsche o Marx. Per molti, Meslier è visto come un antesignano della critica alla religione che caratterizza il pensiero contemporaneo.
2. Critica sociale e politica: Meslier non criticava solo la religione in senso astratto, ma anche il suo ruolo nel sostenere le disuguaglianze sociali. Era profondamente contrario all’oppressione delle classi povere da parte dell’aristocrazia e del clero. In un’epoca moderna in cui i temi della giustizia sociale, delle disuguaglianze e della critica alle istituzioni autoritarie sono molto sentiti, Meslier trova una nuova risonanza.
3. Rivendicazione da parte di movimenti anticlericali: I blogger, youtuber e intellettuali anticlericali e atei vedono in Meslier una figura ideale da citare per dimostrare che la critica alla religione non è un fenomeno recente. Le sue parole, spesso molto dure nei confronti del cattolicesimo e delle istituzioni religiose, offrono un argomento storico forte a favore dell’ateismo e della laicità.
4. Interesse per le figure “eretiche”: Oggi c’è un crescente interesse per le figure storiche che hanno sfidato l’ordine costituito, specialmente in ambito religioso. Pensatori come Giordano Bruno o Meslier sono spesso rivendicati da chi vuole sottolineare il valore del pensiero critico e del dissenso contro la dogmatica religiosa.
Meslier è particolarmente interessante perché visse una vita apparentemente conformista, pur coltivando una critica radicale in privato.
5. Semplicità e radicalismo del messaggio: Il messaggio di Meslier è diretto e senza mezzi termini: non solo denuncia la religione come falsa, ma la definisce come uno strumento di oppressione. Questo tipo di linguaggio schietto è molto efficace nella comunicazione odierna, soprattutto sui social media e nei blog, dove si cercano messaggi forti e chiari.
In sintesi, Jean Meslier oggi rappresenta una voce storica potente per chi critica il potere delle religioni e delle istituzioni religiose, e il suo pensiero viene riscoperto e rivalutato in un contesto moderno in cui il dialogo tra la fede e la ragione, tra religione e laicità, è più vivo che mai.
Siccome sono credente cattolico, sarei interessato a conoscere qualcuno che ha tentato di smontare le sue dichiarazioni in modo dettagliato
Sebbene Jean Meslier sia stato una figura piuttosto dimenticata per molti secoli, le sue opere e le sue critiche alla religione hanno ricevuto risposte da parte di vari pensatori cattolici e difensori della fede, anche se non in modo diretto e specifico quanto si potrebbe pensare. Questo è dovuto al fatto che, per molto tempo, il suo “Mémoire contre la religion” è circolato in modo piuttosto clandestino, e non ha avuto una vasta diffusione fino al periodo illuminista.
Tuttavia, ecco alcuni approcci e figure che hanno risposto, anche indirettamente, a posizioni simili a quelle di Meslier:
1. Blaise Pascal (1623-1662)
Sebbene Pascal fosse morto prima che Meslier scrivesse il suo trattato, molte delle critiche di Meslier trovano risposta negli scritti di Pascal, in particolare nei suoi “Pensieri”. Pascal affronta il dubbio religioso, la critica alla fede e l’importanza della fede in un mondo apparentemente privo di senso. La famosa “Scommessa di Pascal”, che invita a credere in Dio poiché i vantaggi della fede superano i rischi del non credere, può essere vista come una risposta indiretta al tipo di ateismo radicale di Meslier.
Pascal anticipa alcune delle critiche materialiste e scettiche verso la religione, come quelle di Meslier, e cerca di fornire argomenti logici per la fede. Pascal non ignorava la sofferenza umana e le ingiustizie sociali, ma vedeva la religione come una fonte di speranza e di significato piuttosto che come un’oppressione.
2. François de Salignac de La Mothe-Fénelon (1651-1715)
Fénelon, arcivescovo e teologo francese, non rispose direttamente a Meslier, ma le sue opere forniscono un robusto argomento contro il tipo di ateismo e materialismo che Meslier rappresentava. Nei suoi scritti teologici e filosofici, Fénelon difese la religione come necessaria per la moralità e l’ordine sociale. In contrasto con Meslier, Fénelon sosteneva che la fede era fondamentale per promuovere la virtù, la giustizia e l’armonia sociale, e non un’oppressione per le classi povere.
3. G.K. Chesterton (1874-1936)
Un’altra figura che non rispose direttamente a Meslier, ma che affrontò critiche simili verso la religione, è il famoso scrittore e apologeta cattolico G.K. Chesterton. Nei suoi saggi, specialmente in opere come “SE ATEO JEAN MESLIE “L’uomo eterno”, Chesterton offre una difesa vibrante della religione, rifiutando la visione che la fede cristiana sia opprimente o irrazionale.
Chesterton sfida l’idea che la religione, e in particolare il cristianesimo, sia nemica della libertà e della giustizia. Al contrario, per Chesterton, il cristianesimo è la fonte di verità che dà dignità all’essere umano e lo protegge dall’oppressione, compresa quella statale e ideologica. Sebbene Chesterton non risponda direttamente a Meslier, offre una risposta complessiva a molti argomenti atei e anticlericali.
4. Joseph Ratzinger / Papa Benedetto XVI
Sebbene non abbia risposto a Meslier in modo specifico ha dedicato gran parte della sua vita a rispondere alle critiche moderne alla religione.
Nei suoi scritti, come “Introduzione al cristianesimo” o il “Discorso di Ratisbona”, Ratzinger critica il materialismo e il relativismo, che sono alla base delle obiezioni di Meslier, sostenendo che la ragione e la fede non sono in opposizione, ma si completano a vicenda.
Per Ratzinger, la negazione di Dio porta a un vuoto morale e a un materialismo disumanizzante, un tema che risponde direttamente alle preoccupazioni sollevate da Meslier sul ruolo della religione nella società. Benedetto XVI insiste sull’importanza della verità e della ragione nella fede cattolica, rispondendo così a molte delle critiche che potrebbero essere fatte da un pensatore come Meslier.
5. Apologetica contemporanea
Negli ultimi anni, molti apologeti cattolici moderni hanno affrontato il tipo di argomentazioni anticlericali e atee simili a quelle di Meslier. Figure come Peter Kreeft, Scott Hahn e Robert Barron rispondono frequentemente alle critiche che vedono la religione come un’oppressione o una manipolazione. Kreeft, ad esempio, ha scritto libri come “Handbook of Christian Apologetics”, che rispondono a molte delle accuse comuni contro la religione, comprese quelle sulla corruzione della Chiesa e sull’idea che la fede sia contraria alla ragione.
Sebbene non esista una risposta diretta e specifica a Jean Meslier da parte della Chiesa, le sue critiche sono state affrontate da molti pensatori cattolici nel corso dei secoli. La difesa della fede cattolica contro il materialismo, l’ateismo e l’anticlericalismo ha una lunga tradizione, e molti degli argomenti proposti da Meslier trovano risposte nelle opere di Pascal, Fénelon, Chesterton e Ratzinger, così come in altre opere di apologetica più recenti.
Personalmente avrei una teoria. E se MESLIER fosse stato sempre credente ed avesse avuto l’intenzione di provocare gli apologeti del cattolicesimo per stimolarli ad una ricerca più approfondita? Se avesse scritto un libro di apologetica cattolica forse sarebbe finito nel dimenticatoio. Il suo testamento, nel suo intento, avrebbe dovuto smuovere molte menti cristiane alla ricerca più accurata. Questo me lo fa pensare il suo silenzio da vivo, molto strano…
Questa teoria è intrigante e stimolante, poiché offre una chiave di lettura del tutto diversa rispetto alla tradizionale interpretazione di Jean Meslier come ateo radicale. Vediamo di esplorare questa idea e di valutarla alla luce di ciò che sappiamo su Meslier e sul contesto in cui ha vissuto.
1. Il silenzio di Meslier durante la sua vita
Il fatto che Meslier abbia mantenuto segrete le sue convinzioni fino alla morte è effettivamente curioso. Se fosse stato così fortemente convinto dell’ateismo e della falsità della religione, perché non esporsi in vita, magari in un modo graduale, o attraverso discussioni con altri intellettuali del suo tempo? Il suo silenzio e la decisione di rivelare il suo pensiero solo post mortem possono suggerire un motivo più complesso di semplice paura delle conseguenze.
Se prendiamo in considerazione questa teoria, Meslier potrebbe aver utilizzato la sua vita da sacerdote per osservare la fede dall’interno e redigere un’opera provocatoria che, pur apparentemente anticlericale, avesse come fine ultimo non la distruzione del cristianesimo, ma la sua purificazione o il suo rafforzamento. Forse, invece di un attacco alla fede, voleva indurre una reazione forte negli apologeti cattolici, costringendoli a rispondere in modo approfondito e più rigoroso alle sfide che lui sollevava.
2. La strategia di provocazione intellettuale
In ambito filosofico e teologico, non è raro trovare pensatori che utilizzano la provocazione come metodo per stimolare il dibattito e la riflessione critica. Meslier potrebbe aver deliberatamente adottato un linguaggio estremo e radicale proprio per scuotere le coscienze, sapendo che un trattato ateo così duro avrebbe costretto i credenti a rispondere. Se avesse scritto un’opera di apologetica tradizionale, come suggerisco, è possibile che sarebbe passata inosservata, poiché non avrebbe avuto lo stesso impatto.
Meslier, da uomo colto e sacerdote, avrebbe potuto essere consapevole del fatto che, talvolta, una critica feroce attira più attenzione e stimola più riflessioni di un’opera difensiva. Così, il suo intento potrebbe essere stato quello di smuovere gli apologeti cattolici a rispondere in modo più articolato e profondo alle questioni che egli sollevava. L’idea di un sacerdote che scrive un trattato ateo così completo e dettagliato potrebbe essere interpretata come un tentativo di far emergere le risposte più convincenti dai difensori della fede.
3. Un messaggio nascosto?
Un altro aspetto della mia teoria è l’idea che Meslier, mantenendo segreta la sua opera durante la sua vita, stesse forse lanciando un enigma per i posteri, sperando che le menti più acute del cristianesimo ne traessero spunto per una riflessione più profonda sulla fede. Il suo “silenzio” da vivo potrebbe essere stato parte di questa strategia, come se volesse lasciare un “testamento intellettuale” che avrebbe avuto risonanza solo dopo la sua morte.
Se fosse stato realmente un provocatore con fini più sottili, Meslier potrebbe aver voluto dimostrare la solidità della fede cattolica attraverso una critica così radicale che richiedesse una difesa altrettanto forte. Forse voleva vedere se il cattolicesimo era capace di rispondere efficacemente a una sfida così estrema, mettendo alla prova la solidità delle sue fondamenta intellettuali.
4. Il rischio di fraintendimento
C’è però un rischio in questa interpretazione: un’opera come quella di Meslier, scritta in un modo così aggressivo e ateo, potrebbe facilmente essere presa alla lettera, senza generare quel tipo di risposta intellettuale che egli, secondo la tua ipotesi, avrebbe voluto provocare. E in effetti, storicamente, il trattato di Meslier è stato utilizzato come una delle prime pietre miliari dell’ateismo militante, piuttosto che come stimolo per una difesa cattolica. Se il suo intento fosse stato realmente quello di stimolare una riflessione apologetica, la reazione generale a livello storico sembra andare in direzione opposta.
La mia teoria è certamente interessante e merita di essere considerata come una possibilità. Jean Meslier potrebbe aver utilizzato il suo testamento non tanto per attaccare la religione in sé, ma per stimolare un dibattito più profondo e far emergere risposte che, secondo lui, mancavano nel discorso religioso del suo tempo. Il suo silenzio potrebbe essere stato parte di una strategia per garantire che il suo pensiero fosse preso sul serio solo alla sua morte, quando non avrebbe dovuto affrontare conseguenze personali.
Tuttavia, ci sono anche elementi che suggeriscono che Meslier fosse genuinamente convinto delle sue critiche alla religione, data la lunghezza, la precisione e il tono estremamente duro del suo trattato. In definitiva, non possiamo sapere con certezza le sue reali intenzioni, ma questa mia lettura aggiunge una prospettiva interessante al mistero che circonda la sua figura e le sue motivazioni.