2 Ottobre 2021

È LECITO O NO A UN MARITO RIPUDIARE LA MOGLIE?

Ingenuo bellissimo sogno

Una domanda trabocchetto: è lecito o no a un marito ripudiare la moglie?

Chiaro che sì, è pacifico, la tradizione religiosa e la stessa Parola di Dio lo legittimavano.

I farisei conoscono bene la legge di Mosè; sanno però che esiste un conflitto tra norma e vita e molto dolore tra le donne ripudiate, e mettono Gesù in questa strettoia tra il sabato e l’uomo: starà con la legge o con la persona?

Simone Weil lo dice in modo luminoso: «Mettere la legge prima della persona è l’essenza della bestemmia». E la Bibbia vuole cuore e intelligenza.

Dio allora ci porta con sé dentro il sogno primordiale, a guardare la vita con gli occhi della creazione sua. Egli non legifera, crea.

Il male originale, anteriore a qualsiasi altro peccato, è la solitudine, e a Lui interessa che nessuno sia soffocato dalle sue spire. Non c’è nessuno che basti a se stesso, nessuno che possa essere felice da solo. Niente fra le cose, neanche il paradiso ci basta.

E allora «gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». “Aiuto”, parola dolcissima che trabocca da salmi e profezie, gridata nel pericolo, invocata nel pianto. Molto più di un anelito di speranza, essa indica una salvezza vicina. Eva è per Adamo la benedizione possibile, l’aiuto in cui si riconosce, salvezza “che gli cammina a fianco”.

Quello di Dio è un sogno bellissimo e ingenuo: l’amore per sempre. All’inizio è detto che «I due saranno una carne sola». Ma alla fine, la parola ultima non dirà che i due diventano uno, dirà invece che «ognuno diventa due» (Berdiaeff). L’amore ti porterà a vivere due vite, ad assumere quella dell’altro come parte integrante della tua storia. Allora l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto, ecco l’imperativo: non contaminare il sogno di Dio!

Ma questo non avviene con un verdetto che ratifica la fine di un patto nuziale, ma accade a monte, è una lunga tela sottile che si forma lentamente con quei comportamenti duri che spengono l’amore: infedeltà, mancanza di rispetto, offesa alla dignità, essere l’uno sull’altro causa di morte quotidiana, anziché di vita.

La lieta notizia invece è che l’amore è possibile, che può durare oltre, che è capace di un sogno che non svanisce all’alba.

Peccato è tradire il respiro degli inizi, è appiattire un sogno, il sogno Suo.

Il Vangelo termina con l’abbraccio di Gesù sui bambini, con cui colma la sua solitudine e la loro fame d’amore. I bambini sono maestri della fiducia. Loro sì la sanno vivere in pieno come i gigli del campo e gli uccelli del cielo; non hanno maschere, sono spalancati sul mondo e si fidano della vita. Gesù con loro è piccola salvezza vicina e quotidiana, piccola benedizione solenne. I bambini sono cosa sacra. Credono nel sogno dell’amore, come Dio. E Gesù li benediceva, perché nei loro occhi Egli brilla ancora, brilla sempre. Non contaminato.

 

Avvenire XXVII B

È lecito a un marito ripudiare la moglie? È risaputo, tutta la tradizione religiosa, avallata dalla Parola di Dio, lo legittimava: sì, è lecito. Ma Gesù prende le distanze: che cosa vi ha ordinato Mosè? Da ebreo, avrebbe dovuto dire: che cosa “ci” ha ordinato Mosè, invece marca la sua differenza. Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio. Gesù prende le distanze anche da Mosè: per la durezza del vostro cuore egli scrisse questa norma. Affermazione enorme: la legge che noi diciamo divina non sempre, non tutta riflette la volontà di Dio, talvolta è il riflesso del nostro cuore duro.

In principio non era così. A Gesù non interessa spostare avanti o indietro i paletti della morale, disciplinare la vita, ma ispirarla, accenderla, rinnovarla: il vangelo non è una morale, ma una sconvolgente liberazione (G. Vannucci). Ci prende per mano e ci accompagna nei territori di Dio, dentro il suo sogno iniziale, sorgivo, originario; ci insegna a guardare non dal punto di vista della fine dell’amore, ma del suo inizio: per questo l’uomo lascerà il padre e la madre, si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Il sogno di Dio è i due che si cercano, i due che si trovano, i due che si amano e che diventano uno.

L’uomo non separi quello che Dio ha congiunto. Fin dal principio Dio congiunge le vite! Questo è il suo nome: ‘Dio congiunge’, come una profezia di comunione e di legame. Fa incontrare le vite, le unisce, collante degli atomi e del cosmo. Invece il nome del suo nemico, nemico dell’amore e della vita, è esattamente l’opposto: il diavolo, cioè Colui-che-separa.

Il problema è portato alla radice: non più ripudio o no, ma tener vivo il respiro dell’origine, impegnarsi con tutte le forze ad alimentare il sogno di Dio: proteggere e custodire gesti, pensieri, parole che hanno a loro volta la gioiosa forza di proteggere l’amore e congiungere le vite. Perché l’amore è fragile, e affamato di cure. Vero peccato non è trasgredire una norma, ma il sogno di Dio. E questo accade a monte, è una lunga tela sottile che si tesse lentamente con quei comportamenti duri o indifferenti che spengono l’amore: infedeltà, mancanza di rispetto, offesa alla dignità, essere l’uno sull’altro causa di mortificazione quotidiana, anziché di vita.

Gesù getta le basi per la nostra libertà: il mio comportamento non è chiamato ad adeguarsi ad una legge esterna all’uomo, ma a quella norma interna che riaccende il volto, protegge il sorriso e  il sogno di Dio. Allora se non ti impegni a coltivarlo,  se non ricuci gli strappi, se il tuo amore negli anni si è fatto duro e aggressivo invece che dolce e umile, tu stai ripudiando il sogno di Dio, sei già adultero nel cuore.