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Quando si supera la soglia dei settant’anni, il tempo assume un sapore diverso. Non è più il tempo della conquista, dell’accumulo o dell’urgenza. È tempo della raccolta, della sintesi, della preparazione. E, se si accoglie con cuore aperto, può diventare il tempo più vero, più libero, e persino più fecondo dell’intera esistenza. Cosa evitare per vivere con serenità

• Evitare il lamento continuo: È comprensibile essere stanchi o doloranti, ma la lamentela cronica allontana gli altri e rattrista il cuore. Meglio imparare a dire le cose con verità ma anche con dolcezza.

• Non chiudersi nel passato: I ricordi sono importanti, ma devono nutrire, non imprigionare. Non si vive solo di “com’era una volta”. Ogni giorno ha qualcosa di nuovo da offrire.

• Non rifiutare il nuovo per principio: La vecchiaia non è un rifugio dall’innovazione. Si può restare aperti, curiosi, accoglienti anche se non si capisce tutto.

• Non vivere nel timore ossessivo della morte: La morte è parte della vita. Evitarla mentalmente non serve. Guardarla negli occhi, invece, può portare serenità. La fede aiuta a vedere che il trapasso non è la fine, ma un passaggio. In Cristo, la morte ha perso il suo pungiglione. Come atteggiarsi di fronte al trapasso Il pensiero della morte, a questa età, non è più una possibilità remota, ma una presenza reale. Non va temuta, ma accompagnata.

• Prepararsi alla morte significa vivere bene il presente, non attendere la fine con ansia. È come chi prepara la valigia per un viaggio: si sceglie l’essenziale, si lascia il superfluo, si tiene il cuore leggero.

• Riconciliarsi con Dio: Per chi ha fede, la preparazione più bella è quella del cuore. Un sacramento ricevuto con amore, una preghiera sincera, un ritorno alla fiducia possono trasformare la morte in un incontro, non in una separazione.

• Lasciare in eredità la pace: Più dei beni materiali, si può lasciare un testamento spirituale. Una lettera, una benedizione, una parola d’amore. Chi è pronto a partire, può benedire chi resta. Il tramonto non è fine, è passaggio Non si arriva alla vecchiaia per caso. È un tempo voluto, permesso, amato da Dio. È il tempo della saggezza raccolta, del cuore che si apre, della luce che si fa più intima. Il corpo si spegne piano, ma l’anima si affina.

E se la vita è stata seminata nell’amore, la morte sarà un passaggio verso la pienezza. E allora, si può dire, come Simeone: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza.”

 

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