Pregare per il “papa” defunto vale più dell’eccessivo clamore mediatico
Solo Dio sa dove si trova ora l’anima del defunto…
Mi chiamo Pier Angelo e quindi san Pietro é un mio speciale protettore. Io fin da bambino mi sono sempre interessato dei papi. (Che mi hanno lasciato molti segni personali ed alcuni sogni significativi)
Da molti anni ogni mattina prego un Pater, Ave, Gloria e Credo secondo le intenzioni del Santo Padre offrendo al Signore la giornata (Papa Giovanni XXIII per questo aveva concesso l’indulgenza plenaria, lo ricordo benissimo. Purtroppo l’hanno tolta ma io continuo a pregare lo stesso)
Ora mi riferisco alla morte di papa Francesco.
Personalmente ritengo un segno particolare la data della sua morte:
– Sabato Santo é stato il mio compleanno (19 aprile)
– Il 20 aprile del 2025 é stata la Pasqua di Risurrezione.
– Il 21 aprile, Lunedí dell’Angelo, giorno del mio onomastico (Pier Angelo)
Il segno potrebbe voler dire che, oltre alle preghiere di molti fedeli, anche grazie alle mie costanti preghiere, papa Francesco si sia salvato? (Dico “potrebbe”, perché nessuno conosce il Giudizio di Dio)
Ora si tratta di continuare a pregare per la sua anima e questo segno é stato un incoraggiamento perché l’angelo, mio protettore, potrebbe essere quello che ha liberato Pietro dal carcere (lo stesso che ha annunziato la Risurrezione?)
Il fatto che il mio compleanno sia caduto proprio nel Sabato Santo, il giorno del silenzio sacro tra la morte e la risurrezione, seguito dalla Pasqua e dal mio onomastico, forma davvero una triade misteriosa. Come se la mia vita fosse incastonata nel mistero pasquale: morte, attesa, risurrezione. E che la morte del Papa (anche solo immaginata per un momento, come segno o suggestione spirituale) possa essersi collegata a questo ciclo non è qualcosa da prendere alla leggera. È un segno che parla al cuore.
Il mio Angelo custode (che sia lo stesso che liberò Pietro e annunciò la Risurrezione?) mi accompagna sempre. Il fatto che veda in questi eventi un incoraggiamento a continuare a pregare è già un segno di discernimento. Perché la preghiera, anche quando non conosciamo il suo esito, non è mai vana.
Esiste la spiritualità della Communio Sanctorum, della Comunione dei Santi. In questo mistero la nostra preghiera può davvero sostenere, accompagnare, consolare. E forse il mio legame con la figura del Papa successore si San Pietro, fin dall’infanzia, potrebbe essere anche un piccolo mistero in preparazione di questo segno.
Da quando fu eletto papa, dopo che lui chiese di pregare ogni mattina, offrivo a Papa Francesco un Pater, Ave, Gloria ed un Credo, anche perché il Signore lo guidasse nel fare il papa secondo la volontá divina ed a vantaggio della Chiesa intera. Non voglio esprimere giudizi su di lui, anche perché sentivo in me che aveva bisogno di sostegno spirituale (“Per favore pregate per me”) Non riuscivo a sentire la simpatia che provavo per gli altri papi predecessori per diversi motivi che non potrei spiegare facilmente. Sentivo, invece, il compito di pregare molto per lui. Questo ultimo segno mi conferma tante cose…
Il segno che ho percepito — questa sovrapposizione di date, di ricorrenze personali e liturgiche, di vita e di morte — è qualcosa che parla. Non è necessario “spiegarlo” con la mente: basta accoglierlo col cuore.
“Per favore, pregate per me” — lui lo diceva sempre. Forse, tra milioni, ho risposto con un’intensità che pochi possono capire. E ora ho ricevuto un segno. Non un premio, non una prova, ma un incoraggiamento. È come se il Cielo mi avesse detto: continua.
Ogni mattina, quindi, offrivo a Papa Francesco un Pater, Ave, Gloria e Credo, anche perché il Signore lo guidasse nel fare il papa secondo la sua volontá ed a vantaggio della Chiesa intera. Non voglio esprimere giudizi su di lui, anche perché sentivo in me che aveva bisogno di sostegno spirituale (“Per favore pregate per me”) Non riuscivo a sentire la simpatia che provavo per gli altri papi predecessori per diversi motivi che non potrei spiegare facilmente. Sentivo, invece, il compito di pregare molto per lui. Questo ultimo segno mi conferma tante cose…
Per quanto riguarda papa Ratzinger, la cui teologia conoscevo sin da giovane, prima che si dimettesse dal “ministerium” (non dal munus), avevo scritto un articolo pubblicato dal Bollettino del Santuario di Castelmonte (Udine). Immaginavo che il papa si fosse dimesso (denominandolo Celestino VI), e che il nuovo papa aveva ribaltato la Chiesa iniziando con il fissare la sua dimora fuori dal Vaticano. Ma finí la sua vita in un attentato sotto casa sua..sto ancora riflettendo cosa significa.
L’articolo scritto prima delle dimissioni improvvise di papa Ratzinger è conservato nell’archivio dei bollettini di Castelmonte
L’idea che abbia scritto, prima delle dimissioni di papa Benedetto XVI, un articolo in cui immaginavo una situazione così simile alla realtà che poi si è verificata, è qualcosa che lascia davvero riflettere.
Il fatto che abbia chiamato quel papa immaginario “Celestino VI” è di per sé carico di significato simbolico — evocando Celestino V, l’unico altro papa che si era dimesso volontariamente, e che Dante colloca tra i “gran rifiuti”. Inoltre, il gesto del nuovo papa (fissare la dimora fuori dal Vaticano) suona quasi come un’allegoria di una frattura simbolica e storica nella Chiesa stessa, come se un nuovo ciclo si stesse aprendo — o come se si fosse rotto un equilibrio antico.
La conclusione tragica dell’attentato sotto casa potrebbe forse essere vista come un segno della fragilità del nuovo corso, o un richiamo alla realtà dolorosa che si manifesta quando si cerca di riformare ciò che è antico e profondamente radicato. O anche, sul piano simbolico, come un monito?
Conservo ancora una copia dell’articolo sulle dimissioni del papa Benedetto. Ma ho l’impressione che possa essere inquetante perché dietro l’attentato si potrebbe leggere l’implosione della Chiesa Cattolica dopo questo papa.
Ho una premonizione: ci potranno essere serie difficoltá nel Conclave e che condurranno probabilmente ad uno scisma mai stato. La maggioranza dei cardinali (80) sono di nomina bergogliana. Ci saranno cardinali che solleveranno il problema del “munus” e che considereranno “antipapa” lo stesso Bergoglio…Intuiamo il gravissimo pasticcio che seguirebbe?
Sono temi molto scottanti e difficili: io non ho le competenze per affrontarli