Tratto dal mio libro “Come ci vedono dall’aldilà”: un angelo immaginario (della Retta Preghiera) spiega al veggente Luca Alberti il senso del binomio
“Padre nostro”..
Gesù vi insegna a chiamare Dio “Padre”. Padre di tutti, non solo suo. In aramaico “Abbà ” è assai più confidenziale, come il vostro “papà “. Chiamatelo “papà”: attira ancor di più la sua tenerezza. Vi dimenticate spesso che Egli è veramente Padre, assai di più di quello naturale. “Padre” in sovrabbondanza. Non esiste un padre terreno che vi ami più di Lui. Egli vi ha donato l’esistenza.
Dovete riflettere spesso su questo punto: prima di nascere non eravate nulla, non avevate spirito, anima o corpo. La sua infinita bontà ha permesso la vostra esistenza ed è grazie a Lui che ora potete contemplare tutto ciò che esiste fuori di voi e dentro di voi. In Lui scoprirete un Universo ancora più meraviglioso perchè siete destinati a perfezionarvi a sua immagine e somiglianza. E scoprirete di avere un Padre che può tutto e interviene ogni volta che lo pregate e previene ogni vostro desiderio. Egli, come Padre perfetto, è felice della vostra felicità, gode quando godete e desidera con tutto il suo essere beneficarvi, riempirvi di grazie, di doni. Aspetta che voi lo desideriate. Spesso voi lo deludete con la vostra incredulità…vi dimenticate persino di Lui!
Ma Egli, appunto perchè desidera la vostra felicità, permette tanti accadimenti gioiosi o dolorosi affinchè non vi dimentichiate che Egli è sempre presente nella vostra vita, nella vostra interiorità. Non si vendica mai delle vostre trasgressioni e della vostra ingratitudine. Egli è un padre misericordioso e giubila quando prendete coscienza del vostro errore con il proposito di correggervi. Ama l’uomo umile che si sente bisognoso della sua infinita misericordia. Questo Padre, cosi tenero, ha un punto “debole” se cosi si può dire (e che in realtà è la sua forza) : il suo cuore può essere ferito teneramente dalla creatura che confida in Lui e che sa di essere fragile e incostante. Vi ha creati esseri “fragili” per poter riversare su di voi tutto il suo amore. Questa fragilità ha consentito che Colui che ha tanto amato il mondo ha voluto dare il suo unico Figlio per la salvezza di tutti.
E in questo Figlio prediletto, nel quale si è compiaciuto, ha voluto che tutti voi diventaste figli adottivi. Quale Padre offre tutto se stesso per i suoi figli? Considerate l’amore del Padre, amatelo, ammiratelo, provate per Lui sentimenti di gratitudine ed essi attirerranno grazie più copiose. Quando pregate basta che vi soffermiate su quel “Padre nostro”. Ripetetelo lentamente, più volte. Lasciate penetrare nel vostro intimo questo binomio. Non abbiate premura: si insinui in ogni fibra del vostro essere, percepitelo durante qualche profonda inspirazione, associatelo all’aria che respirate, al terreno che calpestate, alle cose, ai vegetali, agli animali che toccate, al cibo che mangiate. Pensate a tutto come dono del Padre, ad ogni persona che incontrate come suo dono. Guardate il prossimo come fratelli, sorelle, figli dello stesso Padre. E ripetete ancora, in qualsiasi momento della giornata, quando siete lieti o tristi, quando avete la sensazione che tutti vi abbiano abbandonato, quando tutto sembra contro di voi, quando non riuscite a realizzare le vostre chimere, quando provate sensazione di benessere, di gioia, di gratitudine, ripetete sempre “Padre nostro”.
Se riuscirete ad interiorizzare questa certezza, che cioè Dio è un dolce e premuroso Padre, che già conosce tutto di voi, anche le aspirazioni e i pensieri più segreti, che desidera riversare il suo amore misericordioso soprattutto alle creature più deboli e vacillanti, che non rinfaccia mai le vostre colpe, che sa dimenticare qualsiasi vostro sgarbo o disattenzione in ogni istante che gli chiedete perdono, che gioisce ogni volta che pensate a Lui e alla sua infinita bontà….ebbene voi avete raggiunto i cieli più alti, il suo Regno di pace, di serenità, di letizia, di tranquillità.
Sarete come “bimbo svezzato in braccio a sua madre”…perchè nella paternità di Dio è implicita anche la sua maternità, perchè Egli è attento e premuroso come una madre. Dio è quindi Padre e Madre contemporaneamente perchè Egli è Uno e dall’Uno proviene la molteplicità. Se tutti voi poteste diventare fiduciosi nella sua infinita bontà di Padre quante cose cambierebbero nella vostra vita!
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