Il maestro di ogni santo era Gesù Cristo.
Tutti i santi amavano Dio al di sopra di tutto e di tutti. Non distoglievano mai lo sguardo dal Signore ed erano in continuo atteggiamento di preghiera.
Attingevano la loro sapienza dalla Sacra Scrittura e la forza dai Sacramenti.
Imitavano l’esempio di Maria, che ritenevano la loro madre spirituale e alla quale erano particolarmente devoti.
Erano profondamente umili perché conoscevano i propri limiti.

Non si scoraggiavano facilmente quando divenivano più consapevoli delle loro fragilità.
Sottoponevano la loro anima alla direzione di un padre spirituale a cui obbedivano come fosse il Signore stesso a parlare tramite lui.
Vedevano il Signore nel volto del prossimo. Non si sentivano superiori a nessuno, anzi erano capaci di ammirare le virtù degli altri e non si ritenevano meritevoli di nulla.
Erano magnanimi con tutti e perdonavano di cuore le offese o le violenze subite.
Non si inorgoglivano quando il Signore operava prodigi tramite loro.

Attribuivano tutto a Dio e lo glorificavano.
Erano vero Tempio dello Spirito Santo e trasmettevano agli altri la serenità della loro fede, la gioia della loro speranza, l’entusiasmo della loro carità.
Affrontavano la sofferenza per glorificare Dio e la morte per testimoniare la sua esistenza e la sua bontà .
Superavano le tentazioni chiedendo aiuto a Dio e agli abitanti del Cielo.
Pensavano spesso all’ora del Grande Trapasso come il momento più atteso per incontrare il Signore faccia a faccia.
E noi? “La santità è un dovere”, diceva Madre Teresa di Calcutta.

Quindi abbiamo il dovere di diventare santi. Appartenere a Dio è un atto di volontà che richiede costanza, purezza, abbandono, fede, speranza e carità.
Ogni giorno si deve vivere nella consapevolezza che Egli è Onnipotente e Misericordioso. Dio può trasformare qualsiasi situazione in ogni momento, può volgere il bene in male, arricchire un poveri e rendere misero un ricco.
Nulla è impossibile a Lui. Nemmeno la nostra santità.

Pier Angelo Piai