Quando pensiamo al paranormale subito, anche se implicitamente, ci orientiamo nel mondo che va oltre la “norma” e non è scientificamente spiegabile con le comuni categorie mentali.
Personalmente mi spingerei oltre, anzi punterei le mie argomentazioni sull’individuare che cosa è quello che definiamo il “normale”.
Proviamo ad alzare un dito della mano : in questo momento è avvenuta una cosa incredibile, perché la nostra stessa volontà, legata alla coscienza, ha causato un’operazione molto semplice ma anche terribilmente complessa. Miliardi di atomi, quelli che compongono le cellule del dito, hanno subìto un enorme spostamento rispetto alla loro dimensione…
Tanti sono convinti che non è un prodigio, ma una cosa “normale”!
Cosa vuole dire normale? Un atto che viene ripetuto migliaia di volte da milioni di persone è normale?
Forse dobbiamo rivedere il concetto di “normalità”.
Una coscienza “superficiale” dichiara “normale” tutto ciò che appare ai suoi occhi. Se riflette un po’ più in profondità intuisce che il concetto “normale” ha per lui il valore semantico di “banale”.
Troppe “banalità” sono state sottovalutate. Per ogni coscienza attenta, nulla invece è banale. Nulla. Tutto è intriso di straordinarietà.
Ogni esistenza è straordinaria ed eccezionale perché nulla nel mondo fenomenico è replicabile in identica quantità e qualità.
L’identità è tale solo nel pensiero. Un’identità ontologica sarebbe una vera rarità. Il fenomeno più straordinario di tutti. Com’è straordinario il sole che sorge e tramonta puntualmente ogni giorno dell’anno.
E la luna con le sue fasi. E gli astri con le loro complesse leggi gravitazionali. Il macrocosmo così spaventosamente immenso e il microcosmo così misteriosamente complesso sono straordinari.
Il nostro corpo è il più straordinario di tutti perché non è solo un agglomerato di cellule e tessuti, ma contiene la psiche e l’anima.
Non è forse straordinario che noi possiamo compiere infiniti atti di volontà tramite un sistema biologico e psicologico così unici e complessi? Perché non intravediamo la straordinarietà del nostro mondo interiore ed esteriore?
Non è fantastica la possibilità di diventare virtualmente interpreti di situazioni così inverosimili all’infinito quali quelle che troviamo nella nostra immaginazione e nei sogni?
(Una voce dal deserto)