34° Capitolo
…anche i capelli del vostro capo sono contati…

Ogni persona che incontriamo nella nostra vita è un capolavoro della creazione. Molto spesso la nostra coscienza inquinata da pregiudizi e superficialità non intuisce questo grande mistero. Quando siamo tra la folla subiamo una specie di “inflazione mentale” per cui si rimane indifferenti alle migliaia di volti che incrociamo.

Nella solitudine, nella riflessione e meditazione della parola di Dio, è possibile ritornare ricaricati in mezzo alla folla, senza essere distolti da ciò che è essenziale. La chiave di tutto è Gesù Cristo. Ognuno è “vera” persona in relazione a Lui. Egli incarna l’infinita considerazione che Dio ha per ogni uomo da Lui creato a sua immagine e somiglianza. E’ una specie di DNA inscritto in ogni essere umano, indipendentemente dalla situazione, dalla sua risposta e dalle sue scelte.

Anche se dovessimo incontrare il peggior malfattore, dobbiamo sempre richiamarci alla mente che egli ha in sé questo DNA che non potrà mai essere cancellato e che contiene tutte le potenzialità nascoste non ancora espresse. Un malvagio toccato dalla grazia di Dio ha sempre la possibilità di riscattare la sua vita fino all’ultimo respiro. Dobbiamo stare attenti, allora, sul trattamento che riserviamo alle persone le quali devono essere amate in quanto procedono dallo stesso Dio che fa piovere sui giusti e gli ingiusti.

E’ un infante che sa solo gemere? Ha in sé un principio divino ed è destinato a partecipare della natura di Cristo. E’ un bambino capriccioso? Dobbiamo vedere in lui un potenziale altruista che aspetta solo un nostro amorevole intervento al momento giusto. E’ uno scolaro indisciplinato, demotivato od intellettualmente povero? Ha in sé delle potenzialità che potrà esprimere nella forma e nel modo stabiliti da Dio in base al progetto che Egli ha su di lui. Incontri una vecchietta ignorante e pettegola? Anche in lei si attuerà il piano prestabilito che sarà svelato al momento opportuno. Avete a che fare con infermi, handicappati,disadattati? Esistono anch’essi per la gloria di Dio e le loro lacrime saranno gemme per il vestito che indosseranno nel tempo fissato.

E’ veramente una cosa azzardata giudicare ogni persona in base ai nostri miseri schemi mentali. La vera carità ci suggerisce di avere un profondo rispetto di fronte ad ogni essere umano che incontriamo durante il nostro breve cammino terreno. Iniziando dai familiari e dalle persone con cui abbiamo a che fare tutti i giorni.

Dio non ci ha messi a caso in questo contesto spazio-temporale ed ognuno è sempre occasione di crescita spirituale per l’altro. Se veramente ci abbandonassimo tutti con fede sull’esempio di Gesù Cristo, la nostra vita diventerebbe una gioia continua perché ci porterebbe a scoprire con stupore come Dio agisce tramite gli altri e noi stessi. Nulla ci annoierebbe perché ogni persona ha in sé una manifestazione divina. Basti solo pensare che in un certo modo ognuno costituisce il centro del proprio Universo: l’intero cosmo e Dio stesso é potenzialmente riflesso nella propria coscienza.

E’ questo uno dei principali motivi per cui Dio ci tiene tanto alla vita di ogni uomo, che non è uno dei tanti miliardi da Lui creati, ma è uno con la sua individualità e con una sua speciale connotazione. Se esistesse un uomo solo, Dio lo amerebbe infinitamente lo stesso. E suo Figlio sarebbe morto ugualmente per redimerlo dal peccato. Per Lui uno non vale l’altro. Ogni esistenza ha un valore infinito.

Bisognerebbe vivere nella società mettendo in pratica un semplice principio: ogni persona è realmente importante per noi. Non dovremmo fare alcun sforzo ipocrita o di adulazione per accettare ogni persona, più o meno antipatica o simpatica. Tutti sono estremamente importanti, perché tutti provengono dal medesimo Dio e sono un “centro” cosmico, un’unità di coscienza nella quale Dio sarà glorificato in eterno.

Potessimo accostare ognuno con questo stupore, contribuiremmo a restituirgli la sua dignità di persona, facendolo sentire realmente importante ai nostri occhi! I santi l’hanno ben capito per poterlo mettere in pratica in ogni momento della loro vita. Umilmente si sono messi da parte per dare spazio a tutti gli altri che stimavano profondamente e tramite i quali Dio agiva. La loro gioia consisteva proprio in questo: nel non tenere in conto il proprio prestigio personale, per considerare gli altri più degni delle grazie divine.

Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. (Mt.10,40)
Dio ama talmente ogni creatura plasmata a sua immagine e somiglianza, che ritiene fatta direttamente a Lui qualsiasi cosa fatta al prossimo. Chi dice di amare Dio che non vede, e non accoglie il prossimo che vede con sincera disponibilità, è un mentitore perchè rende vana la predicazione di Gesù Cristo e imbroglia se stesso, gli altri e Dio.

Anche un solo bicchiere di acqua ha grande valore agli occhi di Dio che non disperde alcuna nostra piccola azione a favore del prossimo. Sono proprio questi atti di “accoglienza” che fanno evolvere il nostro essere destinato alla perfetta somiglianza divina. Il Signore ama tutti indistintamente proprio perché tutti provengono da Lui, amore eterno e datore di vita. Se vogliamo assomigliare al mio Creatore dobbiamo amare le sue creature, come Egli le ama. Egli non discrimina nessuno proprio perché conosce tutti perfettamente. Nemmeno noi dobbiamo discriminare presumendo di conoscere le persone con cui abbiamo a che fare.

Anzi, a maggior ragione, dovremmo tacere perché conosciamo gli altri molto imperfettamente. Dio fa piovere su tutti, giusti ed ingiusti. Anche noi dobbiamo beneficare tutti e vedere negli altri le potenzialità che hanno di raggiungere la perfezione a cui erano destinati. Dio rispetta i singoli cicli evolutivi. Anche noi dobbiamo avere pazienza e non giudicare aspramente il prossimo se non si trova nel piano di perfezione che grossolanamente proiettiamo in chi vediamo imperfetti.

La nostra accoglienza, in questo caso, consiste nello scusare e nel fare il possibile affinché la persona si evolva come Dio l’ha predestinata, consapevole che in questa vita terrena siamo tutti responsabili gli uni degli altri. Dio, pur essendo infinitamente superiore a tutti, ha subìto, incarnandosi in suo Figlio, le umiliazioni più incredibili.

Per questo non dobbiamo ritenerci superiori a nessuno, anche se sappiamo di avere dei doni particolari e diversi dagli altri. Essi provengono da Dio che saggiamente li distribuisce in base alla sua libera volontà. Un giorno, piuttosto, dovremo rispondere davanti a Lui dei doni che ci ha dato.

Nei confronti del prossimo dobbiamo attivare la perfetta accoglienza nella consapevolezza che Gesù Cristo ha sofferto e dato la sua vita per ogni persona che incontro sul cammino della mia esistenza terrena. Egli ha realmente dato la sua vita. Anch’io devo dare la mia vita. Ci sono infiniti modi per farlo: in famiglia, sul posto di lavoro, nel tempo libero, nei momenti di socializzazione, nella mia predicazione, nella mia fedeltà ai doveri quotidiani.

“Come la vostra fisica è dipendente dall’aiuto dei vostri fratelli, così la vita spirituale. E’ necessario che il vostro spirito si apra ad altri spiriti per comunicarsi…La Comunione dei Santi, la solidarietà, l’aiuto fraterno sono doni di Dio. I mezzi umani che vi sono dati, usateli.”(Colloquio interiore p.167)