Il paradosso della felicità desiderata e perduta Tutti, in fondo, siamo accomunati da un desiderio universale: essere felici. Questo anelito, che ci accompagna fin dalla nascita, orienta le nostre scelte, nutre i nostri sogni e dà forma ai nostri obiettivi. Tuttavia, nonostante questa aspirazione comune, spesso ci troviamo lontani dalla felicità che cerchiamo. Perché accade questo? La felicità, pur nella sua semplicità, è spesso fraintesa. La cultura contemporanea, con i suoi messaggi incessanti, ci invita a cercarla in oggetti, status o successi esterni: una macchina nuova, una promozione sul lavoro, un viaggio esotico.
Ci convince che la felicità sia un traguardo da raggiungere, un premio da conquistare. E così, spinti da questa idea, ci gettiamo in una corsa incessante, accumulando esperienze, beni e riconoscimenti nella speranza di riempire quel vuoto interiore. Ma più corriamo, più la felicità sembra sfuggirci, come un miraggio nel deserto. Questo accade perché spesso desideriamo la felicità nei modi sbagliati. La cerchiamo fuori di noi, legandola a condizioni che non possiamo controllare o che, una volta ottenute, ci lasciano insoddisfatti. Peggio ancora, la rendiamo un’ossessione: “Sarò felice solo quando…”.
Ma il desiderio stesso, quando diventa vincolato e rigido, si trasforma in una gabbia che ci imprigiona, alimentando frustrazione e insicurezza. Eppure, la felicità autentica è di natura diversa. Non si trova nell’accumulo, ma nell’essere.
Non si conquista, ma si accoglie. Nasce dal vivere il presente con pienezza, dal riconoscere il valore delle cose semplici, dall’avere relazioni autentiche e significative. È uno stato d’animo, non una destinazione.
Forse, il segreto per non trasformare il desiderio di felicità in fonte di infelicità sta nel ridimensionare le nostre aspettative e nello smettere di inseguire ciò che è fuori di noi. Invece, dovremmo imparare a coltivare la gratitudine per ciò che già abbiamo, a trovare gioia nella quotidianità e a riconoscere che, a volte, la felicità risiede proprio nel percorso, non nella meta. In questo senso, la felicità non è tanto qualcosa da desiderare, quanto qualcosa da scoprire.
E questa scoperta avviene, paradossalmente, quando smettiamo di cercarla ossessivamente e impariamo a vivere con consapevolezza e semplicità.
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