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Isaia cap.56,10-12

I guardiani d’Israele sono tutti ciechi, senza intelligenza;
sono tutti cani muti, incapaci di abbaiare; sognano, stanno sdraiati,
amano sonnecchiare.
Sono cani ingordi, che non sanno cosa sia l’essere sazi; sono pastori che non capiscono nulla; sono tutti vòlti alla propria via, ognuno mira al proprio interesse, dal primo all’ultimo.

 

Gesù disse:
“Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt’e due in una buca?” (Lc. 6,39)

 

 

La Chiesa ha il diritto ed il dovere di denunciare pubblicamente le evidenti ingiustizie sociali causate anche dal potere politico, come é giá successo nel passato. Ció potrebbe contribuire a sensibilizzare milioni di fedeli ( e non) ad una maggiore consapevolezza dello stato di decadenza che stiamo vivendo…

Che lo Spirito Santo illumini i Cardinali, i vescovi, i sacerdoti ed i laici…

Disse san Michele Arcangelo al veggente Salvo Valenti a Petralia:
“Vescovi che guidate la Chiesa, sappiate che il buon pastore dà la vita per le sue pecore, uscite in mezzo al popolo e guidatelo verso la salvezza. Ci sono pochi esorcisti. Satana si nasconde tra la gente, nominate più esorcisti”

 

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GESÙ LO AVEVA DETTO 2000 ANNI FA..

 

C’é un gregge enorme che sta seguendo i suoi falsi pastori, i quali in realtá sono mercenari.

Ai mercenari non importa delle pecore perché appena vedono il lupo scappano.

Agli odierni mercenari interessa il profitto per cui attirano le pecore dicendo loro che lo fanno per salvarle da qualcosa che è il frutto menzognero del loro piano diabolico: sottomettere tutte alla loro perversa volontá.

Ma prima o poi la Veritá smaschererá questi falsi pastori…

 

 

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Dal libro del profeta Ezechièle Ez 34,1-11
Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, profetizza contro i pastori d’Israele, profetizza e riferisci ai pastori: Così dice il Signore Dio: Guai ai pastori d’Israele, che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge? Vi nutrite di latte, vi rivestite di lana, ammazzate le pecore più grasse, ma non pascolate il gregge. Non avete reso forti le pecore deboli, non avete curato le inferme, non avete fasciato quelle ferite, non avete riportato le disperse. Non siete andati in cerca delle smarrite, ma le avete guidate con crudeltà e violenza. Per colpa del pastore si sono disperse e sono preda di tutte le bestie selvatiche: sono sbandate. Vanno errando le mie pecore su tutti i monti e su ogni colle elevato, le mie pecore si disperdono su tutto il territorio del paese e nessuno va in cerca di loro e se ne cura.Perciò, pastori, ascoltate la parola del Signore: Com’è vero che io vivo – oracolo del Signore Dio –, poiché il mio gregge è diventato una preda e le mie pecore il pasto d’ogni bestia selvatica per colpa del pastore e poiché i miei pastori non sono andati in cerca del mio gregge – hanno pasciuto se stessi senza aver cura del mio gregge –, udite quindi, pastori, la parola del Signore: Così dice il Signore Dio: Eccomi contro i pastori: a loro chiederò conto del mio gregge e non li lascerò più pascolare il mio gregge, così non pasceranno più se stessi, ma strapperò loro di bocca le mie pecore e non saranno più il loro pasto.Perché così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna».
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Nel periodo natalizio ci diamo da fare per gli addobbi.

Prepariamo l’albero di Natale e siamo affascinati dalle luci colorate ed intermittenti, dai vari gingilli scintillanti che appendiamo tra i rami.

Sotto allestiamo il presepe. Lo riempiamo di muschio, aggiungiamo le pecorelle, i pastori, gli artigiani, e molte altre rappresentazioni.

Mettiamo dentro la capanna le statuette della Madonna e di San Giuseppe che guardano il bambino appena nato.

L’atmosfera che creiamo ci riempie di nostalgia per l’infanzia, per i vari momenti della nostra vita.

Ci diamo da fare per i regali, per i vari pranzi natalizi, per i divertimenti di ogni tipo con la speranza che ci portino allegria.

Ma i nostri cuori sono davvero sereni gioiosi?

Sappiamo chi rappresenta realmente quel bimbo che mettiamo al centro del presepio?

Egli è l’Uomo- Dio Gesù, quell’Amore che dovremmo avere nei nostri cuori.

Il Signore regna davvero in noi?

 

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Maria ss.ma Madre di Dio

OTTAVA DEL NATALE

Giornata mondiale della Pace – Anno 2018

p. Ermes Ronchi
Num 6,22-27; Lc 2, 18-21

 

È un dono, è un regalo entrare in un nuovo anno. Un regalo immeritato il tempo che ci è offerto da vivere. Siamo qui per dire per l’anno trascorso ‘grazie’; per l’anno che si apre ‘sì, come tu vorrai’.

Signore, nell’anno trascorso abbiamo incontrato persone, per ogni relazione sbagliata o fallita, perdono, ma per ogni amicizia che è iniziata ti diciamo grazie

-ti ringraziamo Signore.

Ogni giorno sono nati in noi pensieri, per quelli negativi e ostili, perdono, per quelli invece luminosi e affettuosi, ti diciamo grazie,

Signore abbiamo detto un mucchio di parole, per quelle cattive, che hanno fato soffrire, perdono, per quelle che forse hanno fatto bene a qualcuno, grazie, preghiamo

 

Omelia

All’inizio dell’anno, la prima parola che Dio ci rivolge è un augurio, bello come pochi: Il Signore parlò a Mosè, ad Aronne, ai suoi figli e disse: Voi benedirete i vostri fratelli.

Voi benedirete… è un ordine, è per tutti: in principio, per prima cosa, tu benedirai. Che lo meritino o no, quelli buoni e anche i meno buoni, prima di ogni altra cosa ‘tu benedirai i tuoi fratelli’. Lo farai subito, come primo gesto. Se non impariamo a benedire non saremo mai felici.

Cosa vuol dire benedire? Per capirlo dobbiamo risalire alla prima, alla madre di tutte le benedizioni, nella Genesi: “Dio benedisse l’uomo e la donna dicendo: crescete e moltiplicatevi!” La benedizione è una energia che scende da Dio, una forza che proviene dall’alto, entra in me e si esprime in due azioni: crescete e moltiplicatevi

E come si fa a benedire? Dio stesso insegna le parole, e sono quelle e non altre, e sono bellissime. Le seguiamo ad una ad una, dalla prima lettura:

Ti benedica il Signore

e ti custodisca.

Ti benedica, venga in te, su di te portando energia di vita e di nascite.

Ti custodisca, sia con te in ogni passo che farai. In ogni strada che prenderai. Dio per te, come canta il salmo, sarà roccia e nido, castello sicuro e strada nel cuore. Non sarai mai solo.

Faccia risplendere per te il suo volto

E ti faccia grazia.

Un Dio che ha il volto luminoso. Non il Dio degli effetti speciali, non il Signore che dà le leggi e ed emana sentenze, ma colui che regala luce. Luce interiore, per vedere dove andare, per non cadere;

luce che non fa violenza mai alle cose, si posa come una carezza, risveglia i colori e fa godere la bellezza;

luce per conoscere, per incontrare gli altri senza più paura.

Dio ha un volto di luce, perché ha un cuore di luce.

Il Signore ti faccia grazia. Vuol dire:

si rivolgerà verso di me, si chinerà su di me, mi farà grazia di tutti gli sbagli, di tutti gli abbandoni, mi farà ripartire da ogni stanchezza. Non pretende che io non cada mai, ma mi aiuterà a rialzarmi, facendomi grazia, sempre.

Al Salmo abbiamo cantato: Il Signore ci benedica con la luce, la benedizione di Dio per l’anno che viene non è né salute, né ricchezza, né fortuna, né lunga vita, non sono i beni materiali, le tante cose, ma molto semplicemente è la luce.

Luce interiore per vedere in profondità le cose,

luce per scegliere la via da percorrere,

luce per poter gustare bellezza e incontri.

La benedizione di Dio sono accanto a noi persone dal volto e dal cuore luminosi che emanano bontà, generosità, bellezza, pace.

Terza piccola strofa della benedizione biblica:

Il Signore rivolga a te il suo volto

E ti conceda pace.

Rivolgere il volto a qualcuno è come dire: tu mi interessi, mi piaci, sei importante per me e mi giro verso di te.

Cosa ci riserverà l’anno che viene? Io non lo so, ma di una cosa sono certo: il Signore si girerà verso di me, sarà ancora più vicino.

E se io e mi farò cadrò e mi farò male,

Dio si piegherà ancora di più su di me.

Lui sarà il mio confine di cielo,

curvo su di me come una madre,

perché non gli deve sfuggire un solo sospiro,

non deve andare perduta una sola lacrima.

Qualunque cosa accadrà quest’anno Dio sarà chino su di me,

con un dono di luce.

E ti conceda pace: La pace, miracolo fragile, che abbiamo infranto anche quest’anno mille e mille volte, in ogni angolo della terra. La pace, dono e conquista. Sogno cento volte infranto, ma di cui non ci è concesso stancarci.

È la giornata della pace, questa notte si sono tenute molte manifestazioni e preghiere, la marcia della pace a Sotto il Monte… Com’è che non riusciamo a vivere insieme senza ucciderci? Quale è l’alternativa? Quella del vangelo: Amatevi altrimenti vi distruggerete. Il vangelo è tutto qui.

 

Ho ricevuto da un amico un bellissimo augurio-proposito che allargo a voi tutti: non regaliamo cose, “Per quest’anno regaliamo relazioni umane!” (Adriano Sella). C’è una povertà relazionale ancora più grave di quella materiale. E che dice questo: Il più bel regalo per gli altri siamo noi e non le cose. E questo regalo non è in vendita nei negozi. E si fa concreto con relazioni ricche di calore umano, gratuite, vive. Regaliamo relazioni umane. Non hanno prezzo, ma esigono che tiriamo fuori il meglio di noi. Ci fanno diventare migliori.

Otto giorni dopo Natale il Vangelo ci riporta a Betlemme, perché il Natale non è facile, è una conquista lenta: Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette dai pastori.

Lo stupore della fede. Davanti a Dio nella piccolezza: che è la forza dirompente del Natale:tutti vogliono crescere nel mondo, ogni bambino vuole essere uomo. Ogni uomo vuole essere re. Ogni re vuole essere ‘dio’. Solo Dio vuole essere bambino” (L. Boff). Essere come te.

Maria custodiva e meditava nel suo cuore. Maestra di stupore. Custodire è il verbo che salva il passato e meditare è il verbo che salva il presente. Maria medita, vuole tenere insieme gli estremi: una stalla e sopra di essa una moltitudine di angeli, un Bambino che piange al suo seno e il Verbo che era presso Dio.

Custodiva nel suo cuore! Perché la storia di un figlio è scritta prima di tutto nel cuore di sua madre.

Custodiva la Bella Notizia. Che è questa: Dio ha un cuore di carne e conosce il desiderio umanissimo di amare e di essere amato.

L’augurio è che possiamo tutti restituire tempo al cuore.

E come oggi ricomincia da capo il grande ciclo dell’anno e il tempo ridiventa nuovo, così anche noi iniziamo da capo la nostra avventura

verso più pace, verso meno violenza, meno fango, meno sangue.

Verso più relazioni umane. Buon anno, allora, buono della bontà di Dio.

Lui ti benedica e ti custodisca,

illumini per te il suo volto,

si chini su di te

e ti dia tutta la sua pace!

 

 

LA BENEDIZIONE DELLA CASA

 

Benedici ogni casa, Signore.

Il sacrificio fedele dell’amore,

la poesia dei gesti quotidiani,

la risurrezione di ogni alba,

i risvegli accanto a chi amo,

l’amore racchiuso dentro una carezza.

 

Benedici ogni casa,

quando la sera accoglie in sé le vite,

quando al mattino si offre alla luce,

quando accoglie ospiti e pellegrini e amici

attorno alla tavola, tuo primo altare.

 

Benedici ogni casa,

che sia nido e vela,

profumata di pane e di fatica,

i suoi miracoli, i suoi misteri,

l’amore sotto ogni silenzio,

la speranza sotto ogni paura.

 

Benedici la mia casa, Signore,

anche nei giorni in cui

allo slancio subentra la stanchezza

e la fatica sembra scolorire la gioia.

 

Benedici gli occhi semplici sulle cose,

il cuore che respira l’infinito,

l’istante che brilla nell’eterno

e l’eterno che abita l’istante.

 

Benedici me, Signore,

con la presenza dei miei cari

E possa tu benedire loro

con la mia presenza.

 

 

Benedizione gaelica

Possa la strada venirti incontro

Possa il vento soffiare alle tue spalle

Possa il sole splendere caldo sul tuo volto

La pioggia cadere leggera sui tuoi campi

E fino a quando non ci incontreremo di nuovo

Possa il Signore tenerti

Nel palmo della sua mano.

 

Se non impariamo a benedire non saremo mai felici.

 

 

Il Vangelo  – Ermes Ronchi

Scoprire un Dio dalle grandi braccia e dal cuore di luce

1 gennaio 2017
Maria santissima Madre di Dio

«In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo».

Otto giorni dopo Natale, lo stesso racconto di quella notte: Natale non è facile da capire, è una lenta conquista. Ci disorienta: per la nascita, quella nascita, che divenne nella notte un passare di voci che raccontavano una storia incredibile. Da stropicciarsi gli occhi. È venuto il Messia ed è nel giro di poche fasce, nella ruvida paglia di una mangiatoia. Chi va a cercarlo nei sacri palazzi non lo trova.
“Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette dai pastori”. Riscoprire lo stupore della fede. Lasciarci incantare almeno da una parola del Signore, stupirci ancora della mangiatoia e della Croce, di questo mistero di un Dio che sa di stelle e di latte, di infinito e di casa.
Dimentichiamo tutta la liturgia senz’anima che presiede a questi giorni: regali, botti, auguri, sms clonati, luci, per conservare ciò che vale davvero: la capacità di sorprenderci per la speranza indomita di Dio nell’uomo e in questa nostra storia barbara e magnifica, per il suo ricominciare dagli ultimi della fila.
E impariamo da Maria, che “custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore”, Da lei, che salvaguarda come in uno scrigno emozioni e domande, angeli e stalla, un bambino “caduto da una stella fra le sue braccia e che cerca l’infinito perduto e lo trova nel suo petto” (M. Marcolini); da lei che medita nel cuore fatti e parole, fino a che non si dipani il filo d’oro che tutto legherà insieme, da lei impariamo a prenderci del tempo per aver cura dei nostri sogni. “Con il cuore”, con la forma più alta di intelligenza, quella che mette insieme pensiero e amore.
E impariamo il Natale anche dai pastori, che non ce la fanno a trattenere per sé la gioia e lo stupore, come non si può trattenere il respiro, ma ritornano cantando, e contagiano di sorrisi chi li incontra, dicendo a tutti: è nato l’Amore!
In questo giorno di auguri, le prime parole che la Bibbia ci rivolge sono: Il Signore parlò a Mosè, ad Aronne, ai suoi figli e disse: Voi benedirete i vostri fratelli. Per prima cosa, che lo meritino o no, voi benedirete.
Dio ci chiede di imparare a benedire: uomini e storie, il blu del cielo e il giro degli anni, il cuore dell’uomo e il volto di Dio. Se non impara a benedire, l’uomo non potrà mai essere felice.
Benedire è invocare dal cielo una forza che faccia crescere la vita, e ripartire e risorgere; significa cercare, trovare, proclamare il bene che c’è in ogni fratello. E continua: Il Signore faccia brillare per te il suo volto. Scopri che Dio è luminoso, ritrova nell’anno che viene un Dio solare, ricco non di troni, di leggi, di dichiarazioni, ma il cui più vero tabernacolo è un volto luminoso. Scopri un Dio dalle grandi braccia e dal cuore di luce.

(Letture: Numeri 6, 22-27; Salmo 66; Galati 4,4-7; Luca 2,16-21)

https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/scoprire-un-dio-dalle-grandi-braccia-e-dal-cuore-di-luce

E impariamo da Maria,
che “custodiva tutte queste cose
meditandole nel suo cuore”.

… da lei che medita nel cuore fatti e parole,
fino a che non si dipani il filo d’oro che tutto legherà insieme,
da lei impariamo a prenderci del tempo
per aver cura dei nostri sogni.
“Con il cuore”,
con la forma più alta di intelligenza,
quella che mette insieme pensiero e amore.

1 Giugno 2016

Messaggio della Madonna di Medjugorje

 

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I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):

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VIDEO RELATIVI AI MESSAGGI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE

PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
https://www.youtube.com/playlist?list=PL_I8V9Z5YmOY_O1E9krjhlTo3O_k-L-6y

LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione

6 luglio 2005

Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO

5 Gennaio 2010

REPORT SUL 21° SECOLO

Attraverso un
fantascientifico viaggio nel tempo, l’autore del libro, Pier Angelo
Piai, desidera sensibilizzare il lettore a prendere coscienza del
nostro comune modo di pensare ed agire, noi del 21° secolo che ci
vantiamo di essere progrediti. In che cosa consiste, allora, la vera
evoluzione della specie umana?
Quando l’uomo potrà diventare davvero integrale?
Report
cerca di dare alcune risposte ai moltissimi interrogativi che emergono
in queste pagine scritte attraverso riflessioni e  considerazioni
sociologiche, antropologiche e filosofiche.

6 Luglio 2005

6 luglio 2005 Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron