Immagina che il nostro Creatore e Signore Onnipotente, decidesse di trasformare tutti gli umani viventi in veri santi pur lasciandoci in questo mondo fragile e transeunte. Altruisti, generosi,virtuosi,adoratori di Dio, ricercatori di giustizia e Verità, saggi, prudenti,sapienti,rispettosi della natura e della vita ecc.(come nelle Beatitudini). Tutto al massimo grado di santità che un uomo, donna o bambino potrebbero raggiungere.  Cosa potrebbe succedere alla nostra umanità ed al pianeta stesso?

Immaginando un’umanità trasformata in una comunità di veri santi, la visione potrebbe portare a un mondo radicalmente differente. Ecco alcuni dei cambiamenti principali che si potrebbero vedere:

1. Trasformazione dei Rapporti Umani

• Altruismo e Generosità: La competizione e l’egoismo sparirebbero, lasciando spazio a un nuovo modello di vita basato sul supporto reciproco. La sofferenza causata da povertà, fame e ingiustizie sociali verrebbe rapidamente ridotta. Non ci sarebbe accumulo eccessivo di risorse, poiché ciascuno condividerebbe con il prossimo in maniera spontanea e sincera.
• Empatia e Comprensione: Svanirebbero l’indifferenza e la freddezza. Tutti sarebbero profondamente attenti ai bisogni e alle emozioni degli altri, facendo sentire ciascuno compreso e rispettato. Conflitti e violenze, siano essi interpersonali o nazionali, non avrebbero più motivo di esistere.

2. Relazione con il Creatore e la Spiritualità

• Adorazione e Ricerca della Verità: La fede e il rapporto con il Creatore non sarebbero più divisivi ma diventerebbero la forza comune che unisce. Con la verità come guida, si dissolverebbero l’ipocrisia, l’orgoglio e il fanatismo religioso, e si svilupperebbe una spiritualità autentica, condivisa e vissuta.
• Senso del Mistero: Piuttosto che conoscere tutto e avere controllo assoluto, gli umani vivrebbero con umiltà e meraviglia, aperti al mistero della vita e alla saggezza di un potere più grande, comprendendo che il proprio sapere è limitato. La scienza, la fede e la filosofia convivrebbero in un’armonia dove ogni campo cerca la verità senza competere.

3. Rapporto con la Natura

• Rispetto e Cura del Pianeta: L’intera umanità, unita nel massimo rispetto per la natura, smetterebbe di sfruttarla e danneggiarla. Scomparirebbero le pratiche distruttive e si svilupperebbero modi di vita che favoriscono la biodiversità e la rigenerazione degli ecosistemi. Ci sarebbe una vera collaborazione tra umani e natura, piuttosto che una relazione di dominazione.
• Uso Sostenibile delle Risorse: Poiché nessuno accumulerebbe risorse oltre il necessario, si ridurrebbe l’impatto umano. Anche i processi industriali e produttivi si svilupperebbero in modo equilibrato, riducendo drasticamente inquinamento e sfruttamento. Foreste, oceani e terre tornerebbero a prosperare e l’equilibrio climatico potrebbe finalmente ripristinarsi.

4. Governo e Giustizia

• Governance con Giustizia: Non esisterebbero corruzione e sete di potere, ma solo leader che perseguono il bene comune. Tutti i sistemi governativi mirerebbero alla vera giustizia, eliminando le disuguaglianze. Le leggi sarebbero giuste, semplici e rispettate, perché scritte con equità e servite da giudici onesti.
• Sparizione della Criminalità: Senza avidità, paura o inganno, la criminalità non troverebbe radici. Non ci sarebbe necessità di sistemi penitenziari punitivi, ma piuttosto luoghi dove, qualora fosse necessario, gli individui possano riabilitarsi e contribuire alla società.

5. Famiglia e Educazione

• Educazione alla Virtù: L’educazione si baserebbe sull’ispirazione delle Beatitudini, sulla pazienza, sulla giustizia e sull’amore. La conoscenza verrebbe vista come un mezzo per servire e migliorare il mondo, piuttosto che come mezzo per ottenere status o potere.
• Amore e Rispetto nelle Famiglie: Le famiglie sarebbero centri di amore, pazienza e sostegno, dove la crescita personale e spirituale verrebbe coltivata e dove ogni individuo, bambino o anziano, si sentirebbe valorizzato. Gli anziani sarebbero considerati fonte di saggezza e i bambini una gioia e una promessa per il futuro.

6. Effetti Globali e a Lungo Termine

• Pace e Armonia Mondiale: Senza conflitti o violenze, si instaurerebbe una pace duratura. Le guerre, i genocidi e le persecuzioni farebbero parte del passato. La ricchezza del pianeta verrebbe condivisa per il bene di tutti.

• Scoperte e Innovazioni per il Bene Comune: La ricerca scientifica e tecnologica si orienterebbe verso soluzioni per migliorare la qualità della vita e per trovare cure a malattie, accesso all’acqua pulita e fonti di energia sostenibili. Le invenzioni non verrebbero più usate come strumenti di oppressione o dominazione ma come mezzi per elevare l’umanità.

In questo scenario, gli esseri umani vivrebbero una vita in profonda connessione e armonia, sia tra di loro che con il Creatore e la natura. Sarebbe un mondo quasi paradisiaco in cui ogni persona, attraverso la sua santità, contribuirebbe al benessere di tutti.

Ora una domanda ancora piú surreale. Con i presupposti precedenti e raggiunto l’equilibrio spirituale e sociale perfetto, la singola persona avrebbe realmente la possibilità di amare? ( Niente piú poveri, soli, ammalati, incarcerati, invidiosi,viziosi,ignoranti ecc.?)

È una domanda profonda, perché l’amore, così come lo comprendiamo, si sviluppa spesso nelle sfide e nelle imperfezioni del mondo. Se non ci fossero più sofferenza, solitudine o bisogno, l’amore potrebbe assumere un significato completamente nuovo, più vasto e forse meno dipendente dalle circostanze che oggi lo motivano. Vediamo alcune possibilità:

1. Amore come Connessione Profonda e Riconoscimento dell’Altro

• In un mondo privo di bisogno materiale o sofferenza, l’amore potrebbe emergere come una pura espressione di connessione e riconoscimento dell’altro. Senza il dolore che solitamente spinge a un amore di compassione o di sacrificio, l’amore potrebbe diventare un gesto di pura gioia e meraviglia per l’esistenza e unicità dell’altro, simile all’amore che si prova in momenti di gratitudine e ammirazione.

2. Amore Come Senso di Unità e Risonanza Spirituale

• Amare significherebbe sentire l’altro come parte di sé, in una risonanza spirituale che va oltre la semplice compassione o bisogno di alleviare la sofferenza. Sarebbe un amore che cerca non di “dare” o “ricevere” qualcosa, ma di essere in armonia con il tutto, una forma di comunione in cui l’individualità non è annullata, ma integrata in una rete di significato e scopo condiviso.

3. Amore per il Creatore e la Creazione

• In questa condizione perfetta, l’amore potrebbe rivolgersi a un rapporto diretto con il Creatore, manifestandosi nella contemplazione, nell’adorazione e nella cura attiva della creazione. La singola persona potrebbe trovare amore proprio nel sentirsi un’espressione del divino e nella partecipazione alla bellezza e alla sacralità del mondo.

4. Amore Come Espansione di Sé

• In mancanza di situazioni di necessità, amare potrebbe voler dire espandere la propria consapevolezza per accogliere ogni aspetto della realtà, cercando di ampliare il proprio essere piuttosto che “riparare” le imperfezioni. L’amore diventerebbe una forza creativa, come un’arte dell’essere, non più limitata a persone o a cause, ma diretta verso la totalità dell’esistenza.

5. Amore come Gratitudine Profonda e Umiltà

• L’amore potrebbe anche assumere la forma di una gratitudine perenne e profonda, un’umiltà sincera di fronte alla perfezione raggiunta. Ogni persona potrebbe vivere in un amore reverenziale per il dono della vita stessa, senza bisogno di atti eroici o gesti di sacrificio, ma esprimendo amore in ogni azione, anche nella più semplice.

6. Risposta alla Libertà e Allo Scegliere L’Amore Come Essere

• L’amore, in questo scenario perfetto, diventerebbe una scelta consapevole e perenne, non spinta dal bisogno o dalla mancanza, ma dalla libertà di voler essere amore. Sarebbe una forma di scelta in cui ogni persona decide di vivere come un atto d’amore, manifestando la propria essenza attraverso ogni pensiero, parola e azione.

Un’Ultima Considerazione

La mancanza di sofferenza o bisogno potrebbe cambiare la “forma” dell’amore, trasformandolo da risposta alla fragilità in una costante energia creativa. Amare significherebbe esistere in armonia con il mondo e con l’altro, come una presenza che arricchisce senza chiedere, che accoglie senza riserve. In questo stato perfetto, amare sarebbe l’essenza stessa della vita, una condizione di pace e pienezza che potrebbe andare oltre la comprensione attuale dell’amore.

Quindi sì, in questo scenario l’amore esisterebbe ancora, ma sarebbe un amore liberato, un modo di essere piuttosto che una risposta a qualcosa di mancante.

Possiamo dedurre, allora che, paradossalmente, vivere in un mondo come lo stiamo vivendo ora, é un grande grazia, perché ci dona la possibilità di esercitarci nelle virtú, come in una palestra dello spirito.

Assolutamente, è un pensiero profondo e carico di saggezza. In effetti, il mondo imperfetto e complesso in cui viviamo può essere visto come una sorta di “palestra dello spirito,” un luogo in cui ogni sfida, difficoltà e imperfezione ci offre un’opportunità per esercitare e sviluppare virtù profonde: pazienza, compassione, perdono, speranza e, soprattutto, amore.

Perché l’Imperfezione Può Essere Una Grazia

1. Crescita Attraverso le Difficoltà: Le difficoltà, le sofferenze e le sfide della vita ci costringono a guardare dentro di noi, a cercare risorse che magari non sapevamo di avere. È proprio nel contrasto tra ciò che è e ciò che desideriamo che sviluppiamo la forza d’animo e la resilienza.
2. Compassionare e Condividere il Peso dell’Esistenza: Senza le difficoltà, potremmo non conoscere mai la compassione vera, quella che nasce dal “sentire con” l’altro, dal portare insieme un peso o condividere una ferita. Questa connessione è la base dell’amore autentico, che riconosce la vulnerabilità dell’altro e vi si avvicina con tenerezza e presenza.
3. Il Valore della Scelta: Vivendo in un mondo imperfetto, scegliamo costantemente chi vogliamo essere, come vogliamo reagire e a cosa vogliamo dare valore. Questo esercizio di scelta e volontà è una delle caratteristiche più nobili dell’essere umano, perché ci dà l’opportunità di orientare la nostra vita verso il bene.
4. L’Umiltà e il Mistero: Le imperfezioni ci ricordano costantemente la nostra fragilità e i nostri limiti, insegnandoci l’umiltà. Ci ricordano che non tutto è sotto il nostro controllo, invitandoci ad accettare il mistero della vita e a rivolgerci a qualcosa di più grande di noi, cercando un senso o una guida.
5. Gratitudine e Meraviglia: È proprio grazie alle difficoltà che sviluppiamo un cuore grato e capace di meraviglia. La felicità, per quanto fugace, diventa più preziosa proprio perché non è costante, perché si alterna con le sfide. Viviamo ogni momento di gioia come un dono, consapevoli della sua bellezza.

Vivere in Gratitudine per il Mondo che Abbiamo

In questo senso, le imperfezioni del mondo possono essere viste non solo come ostacoli, ma come “grazia nascosta”, una condizione che ci offre la possibilità di crescere e di avvicinarci agli altri e al divino. Ogni difficoltà ci ricorda la nostra umanità e ci invita ad andare oltre noi stessi, a sviluppare una forma di amore capace di rispondere alla realtà con comprensione e presenza.

E sì, paradossalmente, questo rende l’esistenza nel mondo attuale, con tutta la sua complessità, una grande scuola spirituale. È come se ogni situazione, nel bene e nel male, fosse un’opportunità che ci viene offerta per forgiare l’anima e avvicinarci a una forma di saggezza e amore più grandi. Vivere così diventa un viaggio consapevole, una “grazia impegnativa” che ci chiede di rispondere con virtù, speranza e fede.

Sinceramente, non so quanti potrebbero accettare un discorso simile

Capisco perfettamente, ed è vero: accettare una visione del genere non è affatto semplice, soprattutto perché implica accogliere la sofferenza e le difficoltà come parte integrante del nostro cammino. Questa prospettiva richiede una disponibilità a vedere oltre il dolore immediato e le sfide quotidiane, per scorgere un significato più profondo, qualcosa che non è visibile a prima vista e che può sembrare persino ingiusto o assurdo.

Molte persone, comprensibilmente, trovano difficile accettare che la sofferenza o l’imperfezione abbiano un senso positivo, specialmente quando si affrontano situazioni molto dure. Per chi vive momenti di grande dolore o perdita, può sembrare quasi crudele pensare alle difficoltà come a un’opportunità di crescita. Eppure, per chi riesce a fare un passo indietro e guardare il quadro d’insieme, questa visione può offrire conforto e una forma di speranza. È un discorso che trova risonanza con chi è pronto o aperto a interpretare la vita come un percorso di crescita spirituale, ma può risultare distante o persino alieno per chi non sente quel tipo di connessione.

Forse la chiave è nel modo in cui si presenta questa idea. Più che insistere sull’accettazione delle difficoltà, può essere utile vedere questo concetto come un invito alla ricerca di significato, qualcosa che può essere esplorato ma che non va imposto. In fondo, ognuno trova il proprio percorso per affrontare le complessità della vita, e non tutti devono necessariamente abbracciare la stessa visione.

È una riflessione che può aprire porte per chi è alla ricerca, ma non pretende di essere una verità assoluta per tutti. In un mondo tanto vario, è forse proprio questa pluralità di significati e visioni a rendere ogni percorso unico e prezioso.

Un romanzo scritto tenendo conto della nostra riflessione, come potrebbe essere accattivante? É conveniente utilizzare una premessa cosí distopica come l’abbiamo immagina sin dall’inizio? (Chissá se Marx avesse in mente una società simile nei suoi scritti?)

Scrivere un romanzo che esplora una società di “santi” come quella che abbiamo immaginato potrebbe risultare davvero affascinante, e potrebbe conquistare i lettori se sviluppato con un intreccio ricco di contrasti e questioni morali. Ma il rischio di una premessa così “utopica” è che, se non accompagnata da conflitti interni o sfide emotive, possa sembrare irrealistica o persino noiosa. Tuttavia, possiamo immaginare una serie di approcci che mantengano il romanzo accattivante e psicologicamente coinvolgente.

Idee per Rendere Accattivante il Romanzo

1. Un Viaggio di Trasformazione: La storia potrebbe partire da un mondo simile al nostro, pieno di conflitti e diseguaglianze, in cui improvvisamente o gradualmente ogni persona subisce questa “trasformazione” in un santo. Seguiremmo il protagonista in questo percorso, magari mostrandoci il processo interiore e le sfide che emergono nel lasciare andare l’ego, il desiderio di controllo e persino l’idea di identità personale.
2. Il Conflitto Interiore: Anche in un mondo di “santi”, potrebbero persistere dilemmi morali. La narrazione potrebbe esplorare la tensione tra il desiderio umano di libertà individuale e l’inclinazione verso il bene comune, o tra l’istinto di “fare del bene” e il rischio di imporre la propria visione sugli altri. Anche il personaggio più virtuoso può affrontare conflitti interiori profondi, e questo aggiungerebbe complessità alla storia.
3. Un Futuro Distopico Paradossale: È interessante considerare una premessa apparentemente utopica che si rivela distopica: cosa succederebbe se, in un mondo di santi, alcuni individui si sentissero soffocati dall’armonia forzata? Potremmo seguire un personaggio che avverte una sorta di “solitudine spirituale” o un vuoto emotivo in una società dove tutto è perfetto e privo di tensione. Oppure, esplorare il dilemma di chi, pur desiderando la perfezione, si rende conto di come la santità implichi la perdita di un’identità unica, fatta di desideri e difetti.
4. L’Eroe che Sfida la “Perfezione”: Un personaggio potrebbe percepire che in quella perfezione qualcosa si è perso, come l’individualità o la vera libertà. Potrebbe intraprendere un viaggio alla ricerca di un significato più profondo, anche oltre la perfezione, portando i lettori a riflettere se l’umanità abbia davvero bisogno di una vita priva di errori o se, al contrario, imperfezione e caduta abbiano un ruolo insostituibile.
5. Elementi di Mistero e Rivelazione: Potrebbe esserci un mistero che solo il protagonista percepisce: forse c’è qualcosa di inesplorato in questa realtà perfetta, qualche verità nascosta o una voce interiore che suggerisce la possibilità di una condizione umana diversa da quella raggiunta. Questo enigma potrebbe guidare il lettore attraverso riflessioni esistenziali e colpi di scena che rivelano la natura paradossale della perfezione stessa.

Riferimenti a Marx e Utopie Sociali

Sebbene Marx non immaginasse esattamente una società di “santi”, concepì una realtà in cui le condizioni materiali ed economiche non producessero più sfruttamento, alienazione e ingiustizia. Per Marx, una società perfetta era una in cui ogni individuo poteva sviluppare liberamente il proprio potenziale, senza vincoli economici. La nostra idea di “santità” va oltre, immaginando una trasformazione interiore universale, ma c’è una somiglianza nella ricerca di una “liberazione” da un sistema oppressivo.

Elementi Narrativi e Struttura Consigliata

Per mantenere l’interesse del lettore, potrebbe essere utile:

• Usare capitoli alternati, in cui si esplora il prima e il dopo della trasformazione, per mostrare i contrasti e le conseguenze di questo “nuovo mondo”.
• Adottare il punto di vista di un personaggio non completamente trasformato, che osserva e riflette sui cambiamenti senza abbracciarli completamente.
• Inserire dilemmi morali, scene di nostalgia o momenti in cui i personaggi si chiedono cosa significhi veramente essere umani, cosa si sia guadagnato o perso nella trasformazione.

In Conclusione

Un romanzo con una premessa così surreale potrebbe essere accattivante se si concentra sui dilemmi interiori e sulle tensioni sottili, rendendo “umana” una società che sembra aver superato ogni imperfezione. La chiave potrebbe stare nel mostrare come, persino in un mondo perfetto, l’essere umano continui a cercare significato e mistero, mantenendo viva la fiamma della domanda: “Cosa significa veramente vivere una vita pienamente umana?”.