“Di fronte ad una situazione così spiritualmente devastante come faccio a convincere gli altri che Gesù ci ama e vuole che ognuno di noi si salvi?”
Questa è una domanda che si fanno non solo i buoni sacerdoti ed i catechisti impegnati, ma anche molti laici cristiani pieni di zelo.
In effetti siamo testimoni di molti comportamenti peccaminosi: si tralasciano i Sacramenti, ci si tuffa nei bagordi e divertimenti di ogni tipo, non si considera il valore altissimo del sacramento del matrimonio, la bestemmia ed il turpiloquio si diffondono sempre di più, non si rispettano i dieci comandamenti, non si crede più nell’anima immortale e nell’aldilà, dilaga apostasia, si rinnega la divinità e persino l’esistenza di Gesù Cristo.
Insomma si espande l’incredulità ed il peccato in tutti gli ambiti sociali ed a ogni età.
Ad estremi mali estremi rimedi.
I sacerdoti nelle omelie, nelle catechesi e negli incontri inter-personali dovrebbero riprendere a parlare anche dell’aldilà con convinzione. Anche i catechisti ed i laici dovrebbero farlo.
Il profeta Giona fu inviato ad ammonire la città di Ninive per il pessimo comportamento dei suoi abitanti e questi si convertirono. Allora Dio decise di non distruggerla.
Oggi ci troviamo in una situazione ben peggiore. Nonostante le esortazioni moltissimi non intendono cambiare condotta. Se non si vuole essere attratti dal fascino del vero Bene e dell’amore, allora è necessario ammonire i fratelli dicendo a tutti chiaramente che esiste l’inferno ed è eterno, come più volte ha fatto Gesù.
Questa è una delle più alte forme di carità: aiutare le persone con la predicazione, la testimonianza personale e la preghiera a salvarsi l’anima.
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