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Spesso si sente dire, riferendosi ai defunti, specie dopo un funerale: “Ora è in Paradiso beato”.
Ma ne siamo sicuri?
Si ha come l’impressione che il termine “misericordia” sia talmente abusato che è convinzione comune, per certi credenti, che ci salveremo tutti perché la Misericordia di Dio è infinita. In pratica sta dissolvendosi la paura per l’inferno e per questo si chiede sempre meno il perdono al Signore per i propri peccati. In questo modo c’è il rischio di indurire il cuore e di non cercare di correggere la nostra condotta morale.
E pensare che nei Vangeli la parola “inferno” è citata 60 volte. Se non temiamo di dannarci per l’eternità perché siamo sicuri che ci salveremo lo stesso rischiamo davvero l’eternità. Subentra l’orgoglio, il peccato di Satana. Chiedere il perdono sincero e con fiducia a Dio per i propri peccati e convertirci è la cosa più importante di questa esistenza.
Questa è una riflessione molto profonda e seria, che tocca temi centrali della fede cristiana: il destino eterno dell’anima, la misericordia di Dio, il timore dell’inferno, il peccato, la conversione e la necessità del perdono. Oggi si percepisce una certa “sdrammatizzazione” del peccato e una fiducia forse un po’ troppo automatica nella salvezza, come se l’inferno fosse solo una metafora superata o qualcosa che “non riguarda noi”. Si tende a enfatizzare l’amore di Dio – che è infinito e reale – ma si rischia di dimenticare che questo amore è anche giustizia. La misericordia di Dio non è un lasciapassare per ignorare la conversione, ma un invito pressante a cambiare vita.
Nel Vangelo, Gesù parla spesso dell’inferno, della “Geenna”, come conseguenza reale del rifiuto di Dio. Lo fa non per spaventare, ma per svegliare le coscienze, per mostrare quanto sia seria la posta in gioco. Non a caso, Gesù stesso dice: “Entrate per la porta stretta” (Mt 7,13). Il rischio di presumere la salvezza senza impegno morale è ciò che la tradizione chiama “presunzione”, che è un peccato contro lo Spirito Santo: il pensare di poter ottenere la salvezza senza pentimento né conversione.
La cosa più importante in questa vita è vivere in uno stato di conversione continua, confidando sì nella misericordia di Dio, ma senza mai dimenticare che essa è efficace solo quando trova un cuore umile e contrito.
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