IL RAGAZZINO ED IL NOMIGNOLO “CAPONE”

Qualche anno fa ero contento di aver fatto amicizia con il ragazzino confinante con la mia casa.
Spesso ci si soffermava per parlare di diversi argomenti. Cercavo pazientemente di rispondere alle sue curiosità relative alla storia ed alla cultura generale.
Egli aveva una certa confidenza con me ed io gli ho sempre dimostrato stima e rispetto, cercando di fargli del bene quando potevo, coinvolgendolo anche in attività culturali (come la realizzazione di certi video ecc.).
Fa parte anche del gruppo dei cresimandi che ho istruito e che dovrebbero ricevere il Sacramento della Cresima a settembre.
Era entrato in confidenza con me e mi dava il soprannome “Capone” (influenzato dai suoi nonni per un vecchio evento umoristico relativo ai capponi chiassosi che allevavano). Inizialmente tacevo per non dare molta importanza alla cosa in sé, pensando che gradualmente venisse a comprendere da solo che quel nomignolo era piuttosto sconveniente.
Ogni tanto esortavo il ragazzino a chiamarmi “Pier”. In seguito gli spiegai chi era effettivamente il mafioso “Al Capone”. Ma egli continuava “ingenuamente” a chiamarmi “Capone”…
Un giorno gli feci notare che quel soprannome ricordava il famigerato mafioso e che sarebbe stato meglio che mi chiamasse “Pier”. Glielo avevo chiesto con determinazione. Tra amici ci si deve dire chiaramente anche le cose che stonano…
Da quella volta non mi cerca più per dialogare. Risponde “educatamente” solo se gli rivolgo la parola, ma i dialoghi spontanei sono praticamente terminati.
Non so perché ha preso quella decisione. In fondo gli avevo solo chiesto di chiamarmi col mio vero nome…
Il fatto sta che il nostro rapporto di amicizia ora non è più come quello di prima ed ora non mi cerca più e cerca piuttosto di evitarmi.
È un fatto alquanto strano, che ancora non ho compreso del tutto.
Durante la mia attività quarantennale di educatore ed insegnante non mi era mai capitato una cosa simile.
Sinceramente ciò mi dispiace ancora e pone in me diversi interrogativi…