
Nell’ambito dell’odontotecnica avveniristica l’oro potrebbe avere ancora un futuro rispetto alla zirconia
L’oro potrebbe avere ancora un futuro nell’odontotecnica avanzata, anche se oggi è molto meno utilizzato rispetto a materiali moderni come zirconia, disilicati di litio, e compositi ceramici. Tuttavia, l’oro offre ancora vantaggi unici in contesti specifici, soprattutto quando si guarda alla biocompatibilità, alla precisione dei margini e alla durata nel tempo.
Perché l’oro potrebbe ancora avere un ruolo:
Massima biocompatibilità
L’oro è uno dei materiali più tollerati dai tessuti orali e raramente causa reazioni allergiche. In pazienti sensibili o con problemi di intolleranza a metalli più comuni (come nichel o cobalto), l’oro rimane una scelta eccellente.
Stabilità chimica e corrosione nulla
Non si ossida, non scolorisce, non si corrode. Questo lo rende ideale in ambienti orali difficili (pazienti con acidità salivare elevata, ad esempio).
Margini di adattamento perfetti
L’oro, soprattutto nella lega morbida (tipo IV), permette un adattamento ai margini estremamente preciso. Questo riduce il rischio di carie secondaria sotto corone o intarsi.
Durabilità superiore
Un restauro in oro ben fatto può durare oltre 30 anni, spesso senza danni strutturali. Le ceramiche, per quanto estetiche, possono scheggiarsi nel tempo.

Applicazioni specifiche avveniristiche (con approccio moderno):
Intarsi e onlay in oro fresati digitalmente (CAD/CAM)
Le moderne tecnologie permettono oggi la fresatura dell’oro partendo da blocchi o dischi preformati. L’uso combinato di scanner intraorali e macchine a 5 assi consente restauri di altissima precisione.
Micro-corone posteriori su impianti
In spazi ridotti o casi di bruxismo severo, l’oro può essere usato per corone molto sottili, che non fratturano e proteggono l’impianto.
Strutture di supporto per ceramiche ibride (es. oro-ceramica o oro-composito)
In protesi fisse su impianti, si possono usare sottostrutture in oro per garantire resilienza e precisione, rivestite da materiali estetici.
Restauri provvisori di altissima qualità per pazienti VIP o con allergie
In casi di pazienti con richieste speciali o alta sensibilità, l’oro può essere utilizzato per protesi temporanee “lussuose” ma sicure.
Limiti dell’oro oggi:
Costo molto elevato
Estetica limitata (colorazione metallica)
Scarso appeal commerciale nei mercati moderni, dove l’estetica domina
L’oro non è il materiale del futuro per tutti, ma nel contesto dell’odontotecnica di nicchia, avanzata e personalizzata, può ancora essere un’opzione preziosa. Il suo futuro non è nella quantità, ma nella qualità delle indicazioni cliniche specifiche.

Ecco un confronto schematico tra oro, zirconia e disilicato di litio, focalizzato sulle principali caratteristiche utili in ambito odontotecnico:
1. Estetica
• Oro: Bassa. Il colore metallico è ben visibile, quindi non adatto per i denti anteriori.
• Zirconia: Alta. Ha un aspetto simile al dente naturale, ma leggermente più opaco.
• Disilicato di litio: Molto alta. È il materiale più simile allo smalto naturale per traslucenza e colore.
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2. Biocompatibilità
• Oro: Eccellente. Estremamente ben tollerato dai tessuti orali.
• Zirconia: Eccellente. È un materiale ceramico inerte e sicuro.
• Disilicato di litio: Buona. In genere ben tollerato, anche se meno “nobile” dell’oro.
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3. Resistenza alla frattura
• Oro: Molto elevata. È duttile e assorbe bene i carichi.
• Zirconia: Altissima. È molto resistente alla frattura.
• Disilicato di litio: Media. Più fragile rispetto agli altri due, specialmente in zone posteriori.
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4. Usura del dente antagonista (quello che morde contro)
• Oro: Minima. È morbido e non rovina l’altro dente.
• Zirconia: Elevata. Può essere abrasiva, soprattutto se mal lucidato.
• Disilicato di litio: Moderata. Meno aggressivo della zirconia, ma più dell’oro.
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5. Precisione e adattamento
• Oro: Eccellente. Si adatta perfettamente, soprattutto ai margini.
• Zirconia: Buona. La precisione dipende molto dalla tecnica usata.
• Disilicato di litio: Ottima. Preciso e ben rifinibile con tecnologie CAD/CAM.
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6. Durata nel tempo
• Oro: Lunga (25–40 anni).
• Zirconia: Buona (10–20 anni).
• Disilicato di litio: Media (10–15 anni).
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7. Costo
• Oro: Molto alto, perché è un metallo prezioso.
• Zirconia: Medio. Accessibile ma tecnologico.
• Disilicato di litio: Medio-alto. Più caro della zirconia in alcuni casi, per l’estetica.
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8. Quando è la scelta ideale?
• Oro: In restauri posteriori, su impianti, o per pazienti allergici. Massima durata.
• Zirconia: Per ponti, corone intere, casi con forti sollecitazioni masticatorie.
• Disilicato di litio: In denti anteriori, faccette estetiche, o per restauri visibili.
Sintesi:
Oro: scelta d’élite per durata e biocompatibilità, soprattutto nei settori posteriori e nei pazienti allergici.
Zirconia: soluzione robusta e versatile, adatta per casi estesi o pazienti con bruxismo.
Disilicato: il top dell’estetica, perfetto per i denti anteriori o restauri visibili.
IN SINTESI

In seguito ad un dialogo con l’amico odontotecnico Leonardo Sarubbo, calabrese residente a Cividale del Friuli, il quale sta già lavorando in quest’ambito, riporto il suo primo articolo pubblicato su fb:
Sono entusiasta di annunciare la pubblicazione del mio primo articolo professionale nel mondo dell’ odontotecnica
IL VALORE DI CIÒ CHE RESTA
Filosofia e tecnica nella protesi odontotecnica moderna
di Leonardo Sarubbo – Odontotecnico
In un’epoca in cui il digitale, le nuove ceramiche e le soluzioni a carico immediato sembrano aver preso il sopravvento, il rischio è dimenticare il valore di ciò che la natura ci ha lasciato.
Questo articolo vuole essere una riflessione personale e tecnica su come preservare il dente naturale sia ancora oggi la scelta più rispettosa e intelligente, sia dal punto di vista biologico che funzionale.
La filosofia della conservazione
Il dente naturale è un tessuto vivo, parte di un sistema biologico perfetto. Ogni intervento protesico dovrebbe essere pensato per preservare il più possibile i tessuti residui.
Tecniche e materiali possono cambiare, ma il principio resta: il vero valore è ciò che resta. Quel moncone, anche se compromesso, può garantire funzione ed equilibrio se adeguatamente protetto e rispettato.
La cappetta d’oro: il valore nascosto
Tra le soluzioni che ho scelto nel mio percorso professionale c’è l’utilizzo di
cappette d’oro puro 99,99%, cementate definitivamente sul moncone.
L’oro è un materiale nobile, morbido, biocompatibile e stabile nel tempo. La cappetta protegge il moncone dai carichi masticatori, offre un sigillo marginale impareggiabile e permette al clinico di rimuovere e riposizionare le sovrastrutture estetiche senza compromettere la parte biologicamente
più importante.
Una soluzione invisibile al paziente, ma determinante per la durata e il successo a lungo termine della protesi.
AGG – Auro Galvan Glove: precisione e rispetto biologico
Un’evoluzione raffinata di questo approccio è rappresentata dall’AGG – Auro Galvan Glove, una tecnica di galvanizzazione dell’oro puro che consente di ottenere cappette sottilissime e perfettamente aderenti al moncone, con un adattamento marginale di pochi micron.
Ideale nei ponti estesi, permette di realizzare strutture passive e ridurre le tensioni masticatorie, migliorando stabilità e durata della riabilitazione.
Oltre ai vantaggi meccanici, il valore dell’AGG sta nel suo rispetto assoluto del tessuto residuo e nella possibilità di gestire le sovrastrutture estetiche in modo reversibile, garantendo al clinico il controllo periodico senza compromettere il moncone protetto.
Differenza tra AGC (Auro Galvan Crown) e AGG (Auro Galvan Glove)
**AGC (Auro Galvan Crown):**
L’AGC riguarda la creazione di **cappette singole** in oro, utilizzate per essere successivamente rivestite con ceramica. Il processo prevede che la cappetta venga modellata per garantire un’aderenza perfetta al moncone, quindi la parte estetica viene realizzata mediante **modellazione** e **cottura in forno**. Questo approccio permette di ottenere una struttura robusta e biocompatibile in oro, che funge da base per la parte estetica in ceramica, creando una soluzione solida e duratura.
**AGG (Auro Galvan Glove):**
L’AGG, al contrario, è un processo in cui vengono realizzate **cappette
sottili** (0,2/0,25 mm) di oro, **cementate definitivamente** sui monconi. Queste cappette fungono da protezione per i monconi, adattandosi come un **guanto** perfetto alla loro morfologia. Successivamente, viene realizzata la parte estetica, che può essere in **zirconio**, **ceramica** o anche in **provvisori in resina** per determinate applicazioni. Il grande vantaggio di questa tecnica è che la cappetta d’oro rimane protettiva, mentre la parte estetica può essere modificata o sostituita, a seconda delle esigenze del paziente e del clinico.
**Sintesi delle differenze principali:**
– **AGC (Auro Galvan Crown):** Si concentra su **cappette singole in oro**, che vengono **rivestite con ceramica** mediante modellazione e cottura in forno.
– **AGG (Auro Galvan Glove):** Implica la creazione di **cappette sottili** in oro, cementate sui monconi come protezione definitiva, a cui successivamente viene aggiunta la parte estetica
(zirconio, ceramica o provvisori in resina).
**Unire Passato e Presente per un Futuro Migliore:**
Entrambe le tecniche, **AGC** e **AGG**, sono un perfetto esempio di come la tradizione (l’uso dell’oro puro) possa unirsi alle innovazioni moderne (materiali estetici come ceramica e zirconio).
L’equilibrio tra questi approcci ci permette di “offrire soluzioni che non solo rispettano la biocompatibilità e la durata”, ma anche di **mantenere il controllo sul processo estetico**. L’uso delle tecniche di galvanizzazione, quindi, non è solo un ritorno al passato, ma una modalità evolutiva che migliora l’efficacia delle soluzioni protesiche e odontotecniche.
Conclusione
Nel mio lavoro quotidiano, continuo a credere nel valore di ciò che resta. Le tecnologie moderne sono preziose alleate, ma il rispetto per il tessuto naturale e le filosofie conservative devono restare al centro della nostra professione.
Tecniche come le cappette d’oro e l’AGG rappresentano una sintesi perfetta tra tradizione, innovazione e responsabilità biologica. Perché il futuro migliore è quello che riesce a preservare il meglio del passato.
Leonardo Sarubbo, odontotecnico