Gesù, apparendo ai suoi discepoli, ha mostrato le sue Stigmate, cioè i segni della passione terrena subìta dagli uomini.

Quel gesto non era solo un messaggio di identificazione della sua persona, ma qualcosa di molto più profondo. Egli ha voluto dimostrare che le sofferenze subìte durante la vita terrena, potranno essere evidenti nella Risurrezione finale in Cristo di ognuno di noi, perché faranno parte dello stesso corpo glorioso trasformato.

Gli eventuali segni delle nostre sofferenze subìte durante la vita terrena permessi da Dio, però, nell’aldilà saranno visti con occhi diversi da quelli attuali. Non sfigureranno come ora pensiamo, ma (paradossalmente per noi terreni), anch’essi costituiranno proprio l’essenza armonica della persona risorta in Cristo per la sua bontà, la quale risplenderà nella sua gloriosa bellezza.

 

 

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