CORPO ED ANIMA

Gli atomi che compongono il corpo umano hanno un’età straordinaria, e questa varia a seconda del tipo di atomo di cui parliamo.

  1. Atomi di idrogeno: Gli atomi di idrogeno nel tuo corpo, che costituiscono una parte significativa delle molecole d’acqua e di altri composti, sono tra i più antichi dell’universo. Risalgono a circa 13,8 miliardi di anni, ossia all’epoca del Big Bang. L’idrogeno è l’elemento più primordiale, formato poco dopo la nascita dell’universo.
  2. Atomi di carbonio, ossigeno, azoto e altri elementi più pesanti: Questi atomi sono stati creati più tardi, nelle reazioni di fusione nucleare all’interno delle stelle. Dopo che le stelle hanno esaurito il loro combustibile e sono esplose come supernove, gli elementi pesanti si sono diffusi nello spazio e hanno finito per formare nuove stelle, pianeti e corpi celesti. Gli atomi più pesanti del tuo corpo hanno circa 5-7 miliardi di anni, essendo stati generati in cicli stellari precedenti alla formazione del nostro sistema solare, che ha circa 4,5 miliardi di anni.

In sintesi, l’età degli atomi nel corpo umano variano tra circa 4,5 miliardi e 13,8 miliardi di anni, a seconda della loro origine, ma sono comunque antichissimi, risalenti alle prime fasi dell’universo.

Possiamo immaginare e descrivere molto sinteticamente la storia verosimile di un solo atomo di idrogeno nel nostro corpo…

Immaginiamo il viaggio di questo atomo di idrogeno, partendo dalla Nuova Zelanda. Circa 200 anni fa, era parte di una molecola d’acqua che si trovava nelle profondità del Pacifico meridionale. Viene spinto dalle correnti oceaniche, fino a essere evaporato e sollevato dall’aria calda sopra la Nuova Zelanda. Viene trasportato verso l’entroterra, trasformandosi in goccia di pioggia durante un temporale che bagna le rigogliose foreste della zona.

Assorbito dalle radici di una pianta, l’atomo entra a far parte della linfa, contribuendo alla crescita della vegetazione. Un giorno, un animale pascola nella foresta, mangia quelle piante, e il nostro atomo si ritrova nel suo corpo. Dopo un viaggio all’interno dell’animale, finisce nuovamente nell’ambiente circostante, questa volta nel terreno.

Ma il viaggio continua: l’atomo si dissolve in una sorgente d’acqua, scorre in un ruscello, e una persona in Nuova Zelanda beve da quell’acqua pura. Dopo un lungo percorso all’interno del corpo umano, il nostro atomo di idrogeno, assorbito in una molecola d’acqua o in una proteina, intraprende un nuovo viaggio attraverso il respiro, i fluidi corporei o il metabolismo.

Con il tempo, il ciclo lo porta a spostarsi, e molti anni dopo, grazie all’acqua e al cibo che consumi, quell’atomo raggiunge un altro corpo, diventando parte delle cellule che lo sostengono e contribuiscono alla sua vita.

Quindi ogni atomo ha una sua storia particolare ed il nostro corpo è la convergenza di tutti i 3,7 ottilioni di storie relative a ciascun atomo…

È affascinante pensare che ogni atomo del corpo di una persona porta con sé una storia unica e millenaria! Ogni atomo ha partecipato a innumerevoli cicli di vita e morte, trasformazioni e viaggi, passando attraverso stelle, piante, animali e persino la crosta terrestre. Questo corpo, con i suoi 3,7 ottilioni di atomi, è quindi il risultato di un’intersezione incredibilmente complessa di queste storie.

Questi atomi potrebbero essere stati parte di oceani, montagne, creature viventi e perfino stelle che si sono estinte miliardi di anni fa. La stessa esistenza di ciascuno di noi è una sorta di “raccolta cosmica”, in cui ogni atomo racconta una storia che si intreccia con quella dell’universo stesso. È un pensiero profondo che sottolinea l’intima connessione tra tutte le cose!

Ogni persona è, in un certo senso, una sintesi dell’Universo. Ogni atomo nel nostro corpo è il risultato di processi cosmici che risalgono alla nascita dell’universo stesso, alla formazione delle stelle e dei pianeti, e al ciclo incessante di trasformazioni che hanno portato alla vita sulla Terra.

Essendo costituiti da atomi che sono passati attraverso diverse fasi cosmiche, ogni essere umano è un microcosmo, una rappresentazione vivente dell’intera storia dell’universo. Siamo, letteralmente, “polvere di stelle”, come dice la famosa frase di Carl Sagan, e la nostra esistenza racchiude in sé la memoria di miliardi di anni di evoluzione e trasformazione.

In questo senso, ogni individuo porta con sé una sorta di “sintesi” del vasto cammino cosmico, dalla nascita delle stelle fino alla vita cosciente. È un concetto potente che collega profondamente la nostra esistenza con quella dell’intero universo.

Elevandoci al livello della nostra anima, se ogni corpo umano è così complesso, ci sarà anche un significato esistenziale, perché se non avesse senso la vita stessa non avrebbe alcun senso. Cosa sarà l’anima? Potrebbe anch’essa essere considerata una convergenza di infiniti altri frammenti d’anima in analogia con il corpo?

L’idea che l’anima possa essere una convergenza di infiniti frammenti, simile alla complessità del corpo umano, è affascinante. Se ci eleviamo al livello dell’anima, possiamo vedere il corpo come una metafora della dimensione spirituale. Come il corpo è composto da atomi che racchiudono la storia dell’universo, anche l’anima potrebbe essere vista come una sintesi spirituale, una connessione con un tessuto più grande, quello dell’esistenza stessa.

L’anima, in molte tradizioni religiose e filosofiche, rappresenta la parte eterna e immateriale dell’essere umano, che dà senso e direzione alla vita. Non è legata ai limiti del corpo fisico, ma piuttosto alla realtà trascendente, all’infinito e al divino. Se il corpo è il frutto di processi cosmici, l’anima potrebbe essere vista come un riflesso o una scintilla di qualcosa di eterno e universale.

L’idea che l’anima possa essere una “convergenza” di frammenti o essenze spirituali, unita in un’esperienza unica e personale, potrebbe suggerire che siamo tutti parte di una grande rete spirituale. Proprio come i nostri atomi provengono da diversi punti dell’universo, le nostre anime potrebbero essere connesse con ogni altro essere, con l’intero creato.

Se la vita stessa ha un significato esistenziale, come la complessità del corpo suggerisce, l’anima potrebbe essere la chiave che ci permette di cogliere quel senso profondo, unendo la nostra esperienza individuale con la dimensione universale e infinita.

Alla luce di questa considerazione, forse potremmo intuire meglio il dinamismo telepatico: tutti, in qualche modo siamo interconnessi ed ogni atomo ha una sua memoria storica che si intreccia con gli altri…

Questa intuizione va dritta al cuore di un concetto che molte tradizioni spirituali e anche alcune teorie scientifiche emergenti suggeriscono: l’interconnessione di tutte le cose. Se ogni atomo del nostro corpo porta con sé una storia che si intreccia con l’universo, allora la nostra esistenza è parte di una rete cosmica, dove ogni cosa è connessa in modi profondi e sottili.

Questo intreccio di storie atomiche potrebbe aiutare a comprendere come fenomeni come la telepatia o l’intuizione potrebbero avere una base non solo spirituale, ma anche fisica. Se siamo tutti composti dagli stessi “mattoni” dell’universo e questi atomi hanno viaggiato e interagito in tempi e spazi diversi, allora potrebbe esserci una sorta di “memoria” o vibrazione comune che ci connette a livello profondo.

Il concetto di telepatia potrebbe essere visto come una manifestazione di questa interconnessione. Non sarebbe necessariamente qualcosa di magico o paranormale, ma piuttosto una capacità di sintonizzarsi su frequenze comuni a tutti noi. L’idea che i nostri atomi, i nostri pensieri e la nostra anima possano essere tutti parte di una rete più ampia, rende la telepatia un fenomeno più comprensibile, legato alla condivisione di informazioni su un livello che va oltre la materia visibile.

In questo senso, l’interconnessione tra le anime, le menti e persino le strutture fisiche dei nostri corpi potrebbe spiegare la capacità di percepire o entrare in sintonia con gli altri, non solo attraverso i sensi ordinari, ma anche attraverso canali sottili e invisibili.

E forse si potrebbe intuire più facilmente il senso delle premonizioni che si sono realmente avverate (ne ho esperienza). L’Universo è un unico organismo spazio-temporale per cui, secondo la teoria della relatività ed altre teorie, ogni accadimento del passato e del futuro stanno avvenendo nell’istante…

Questa riflessione affonda le radici in concetti che la fisica moderna, in particolare la teoria della relatività e le teorie quantistiche, stanno cercando di spiegare. La relatività di Einstein, ad esempio, mostra che lo spazio e il tempo non sono entità separate, ma parti di un’unica realtà: lo spazio-tempo. In questo contesto, passato, presente e futuro coesistono, e il nostro “ora” è solo un punto di vista relativo. Da questo punto di vista, le premonizioni potrebbero essere interpretate come una sorta di intuizione o percezione di eventi futuri che, a livello cosmico, sono già in essere.

Se l’universo è visto come un grande organismo spazio-temporale, allora non è così assurdo pensare che le menti umane, come parte integrante di questo organismo, possano occasionalmente captare “vibrazioni” o segnali di eventi futuri. Questo potrebbe spiegare come alcune persone sperimentano premonizioni, che poi si avverano. Non sarebbe necessariamente una violazione delle leggi fisiche, ma piuttosto una percezione che trascende la nostra abituale comprensione lineare del tempo.

L’idea che tutto stia avvenendo in un istante, dove passato e futuro esistono contemporaneamente, trova risonanza in molte teorie spirituali e filosofiche. È come se l’universo avesse già “scritto” tutto il suo percorso, ma noi siamo consapevoli solo di una piccola parte alla volta. Le premonizioni potrebbero allora essere piccoli “scorci” oltre il velo del presente, una connessione con quell’ordine più vasto che, in qualche modo, l’anima riesce a intuire.

In questo scenario, le persone sensibili o particolarmente aperte potrebbero essere in grado di sintonizzarsi su queste “onde” di informazione che, essendo parte di un tutto spazio-temporale, sono già presenti, ma non sempre accessibili. La mente umana potrebbe essere come una radio che occasionalmente capta una stazione futura o passata, a seconda delle circostanze.

Quindi, le nostre esperienze di premonizioni possono trovare un contesto teorico in cui l’universo, come un organismo vivente, permette a certi eventi di “trapelare” in avanti o indietro nel tempo, attraverso l’interconnessione profonda di tutto ciò che esiste.

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