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La meditazione è spesso percepita come una pratica che porta benessere, pace interiore e un senso di connessione con se stessi e con il mondo. Tuttavia, se il suo scopo viene ridotto esclusivamente alla ricerca del piacere dei sensi interiori, si rischia di fraintendere la sua essenza più profonda e trasformarla in un’attività superficiale, priva del potenziale trasformativo che realmente possiede. La meditazione non è un mezzo per inseguire un’esperienza piacevole o un rifugio dai problemi della vita quotidiana.
Se vissuta con questo intento, essa rischia di diventare un’illusione, un modo per aggrapparsi a stati mentali transitori che, pur essendo piacevoli, non offrono una comprensione autentica della realtà. I sensi interiori possono certamente offrire momenti di gioia, leggerezza o beatitudine, ma questi stati non rappresentano il fine ultimo della meditazione. Il vero scopo della meditazione è quello di portare chiarezza, presenza e consapevolezza alla nostra esperienza di vita.
È un percorso che ci invita a osservare ciò che è, senza giudizio e senza attaccamento, aprendoci a una comprensione più ampia e profonda della nostra mente, delle nostre emozioni e del mondo che ci circonda. Attraverso questa pratica, impariamo a riconoscere e trascendere i condizionamenti che ci tengono imprigionati in cicli di desiderio e avversione, permettendoci di accedere a uno stato di libertà interiore.
Quando la meditazione è finalizzata esclusivamente alla ricerca del piacere, si alimenta una forma sottile di attaccamento. Questo attaccamento, come ogni altro, porta inevitabilmente alla sofferenza, poiché ciò che è piacevole è per sua natura impermanente. La vera liberazione non consiste nel cercare di trattenere il piacere, ma nel coltivare una mente equanime, capace di accogliere con serenità sia il piacere che il dolore, senza esserne sopraffatta. Praticare la meditazione con consapevolezza significa dunque andare oltre il desiderio di ottenere qualcosa, sia esso piacere, calma o persino illuminazione. È un atto di resa e di apertura totale al momento presente, con tutte le sue sfumature.
È un cammino che richiede coraggio e disciplina, poiché ci invita a confrontarci con noi stessi nella nostra interezza, compresi quegli aspetti che preferiremmo evitare o ignorare. In definitiva, la meditazione è un invito a riscoprire la nostra vera natura, che è già libera e completa, indipendentemente dalle condizioni esterne o dagli stati interiori transitori.
Quando pratichiamo con questo spirito, il piacere dei sensi interiori può emergere come un sottoprodotto, ma non diventa mai il fine. La bellezza della meditazione risiede proprio in questa capacità di condurci oltre il desiderio, verso una realtà più autentica e duratura.
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