dal Messaggero Veneto del 21/03/03
Sarà gestita dall’associazione Betania grazie al contributo (spese di affitto) della Fondazione Tullio
Aiuto alle donne alcolizzate
Una casa di accoglienza per recuperare chi ha gravi problemi
Nasce una casa famiglia per il recupero delle donne con gravi problemi di alcolismo. La casa sarà aperta a Udine e gestira dall’associazione Onluss Betania, la stessa che da 15 anni segue a Paderno uomini con le stesse difficoltà. A dare una mano decisiva a questo importante progetto è sta la Fondazione Tullio presieduta da Arturo Andrea Andreucci.
«Abbiamo voluto promuovere una collaborazione con l’associazione senza scopo di lucro Casa di accoglienza diocesana Betania per costituire un centro di solidarietà e di accoglienza per le donne con problematiche legate all’abuso dell’alcool. Nella casa ci si prenderà cura di 5 o 6 persone per volta, in un percorso di circa un anno. Il compito della Fondazione – aggiunge il consigliere comunale della Lega Nord, Andreucci – sarà quello di coprire le spese di affitto di questa casa.
Inizialmente, avevamo pensato di acquistare l’appartamento da affidare in gestione all’Onluss, ma la mancanza di fondi ci ha costretto a rivedere il nostro impegno». Impegno, peraltro, importantissimo come spiega il presidente della Casa di accoglienza diocesana Betania, Diego Cinello: «La Fondazione Tullio si è dimostra oltre che sensibile, particolrmente attenta nel comprendere la nostra filosofia. Coprendo le spese di affitto potremo garantire una retta mensile decisamente bassa».
L’associazione Betania da quasi 15 anni segue una sezione maschile. «Oggi – continua Cinello – siamo a Paderno, dopo anni di trasferimenti e dopo molte battaglie contro l’ignoranza di certe persone. Fortunatamente, quella gente ha imparato a conoscerci e a capire l’importanza di simili iniziative.
Da noi a Paderno – così come averrà fra poco meno di un mese nell’appartamento udinese – accogliamo persone con problemi legati all’alcool o lievi problemi psichici (non tossico dipendenze); persone che in genere non hanno famiglia o provengono dalla strada. Il programma mediamente dura un anno e mezzo. A Paderno ci sono dieci posti e a seguire gli ospiti ci sono due suore aiutate da un consiglio di amministrazione formato da volontari: assistenti sociali, esperti in alcologia. In quell’anno e mezzo le persone si confrontano, vanno a lavorare, pagano i debiti se ne hanno, mettono da parte dei risparmi per quando usciranno.
All’interno della casa, poi, c’è un appartamentino dove si prova un perido di semi-autonomia, quindi si ricomincia una nuova vita. I costi li copriamo con un rimborso spese che il Comune di appartenenza degli ospiti garantisce oppure è pagato dalle persone vicine ai nostri ospiti. Lo stesso – conclude Cinello – vorremmo realizzare per le donne: l’anno scorso ne sono morte tre sulla strada, forse avremmo potuto salvarle».