dal Messaggero Veneto dell’11/10/02

Sono un pensionato, avanti negli anni, che da quasi un decennio riempie le proprie mattinate offrendo volontariato nelle associazioni disabili che trovano ospitalità nello stabile di via Diaz 60, di proprietà della Provincia.

Dal febbraio di quest’anno l’impianto di riscaldamento è andato in avaria e ogni tentativo di riparazione è risultato vano. Considerato che i locali sono al piano terra, rintracciare il punto “dolens” significava rimuovere pavimentazioni che si sono sovrapposte nel corso degli anni e delle diverse utilizzazioni dello stabile (una volta anche ospedale). La Provincia, e per essa il suo staff tecnico, ha optato per la posa di una nuova tubatura, magari corrente lungo i muri, per raggiungere gli apparecchi radianti.

La cosa, a parte l’antiesteticità, appariva la più opportuna e la più sollecita per sanare la situazione.
Non va sottaciuto il grave disagio patito nello scorcio invernale trascorso (da febbraio ad aprile, ove il tempo non è stato dei più clementi qui a Udine), per quanti operavano in questi locali, molti dei quali costretti su sedie a rotelle; solo qualche stufetta elettrica leniva i morsi del freddo.

Il presidente della Provincia, gli assessori al patrimonio, quello delle solidarietà sociali sono stati allertati; si è scritto e riscritto, invitando a utilizzare i mesi estivi per porvi rimedio. Fu assicurato che in agosto si sarebbe provveduto alla riparazione. Purtroppo agosto è passato e poi anche settembre, ma dei lavori solo un accenno! Qualche buco nei muri per far passare i tubi e null’altro.

I primi accenni invernali si sono già fatti sentire, tanto che il prefetto ha autorizzato qualche ora di riscaldamento nella giornata, ma per le Associazioni disabili che operano in via Diaz 60 il timore di affrontare un nuovo inverno al freddo si sta tramutando in certezza. Le ristrettezze economiche, i capitoli di bilancio in rosso stabile non possono lasciare le cose come stanno.

Quanti operano per aiutare gli spastici, i paraplegici, i distrofici, i diabetici, chi soffre di sclerosi, gli alcolisti in trattamento, il soccorso agli anziani della Pro senectute offrono volontariamente e quotidianamente il loro tempo per aiutare chi sta peggio. Spesso, come già accennato, sono costretti in carrozzella.

Non si può rimanere indifferenti al loro disagio, perché, se fosse così, l’assessorato alla solidarietà sociale dovrebbe trasformarsi in “menefreghismo sociale”.
Mattia Corsi
volontario presso il Ccad