Ciao sono Valerio,
ho quasi 4 anni vorrei raccontarti cosa mi è accaduto.
Agli inizi di marzo i miei genitori si sono accorti che avevo qualche problema di vista, perché non riuscivo a vedere bene i cartoni animati.

Subito hanno fissato una visita specialistica, ma quando due giorni dopo sono andato dal dott. ….., riuscivo a vedere solo le ombre dalla distanza di un metro.
Il dottore, cercando invano di non far preoccupare i miei genitori, ha detto che dovevo essere sottoposto ad esami più specifici.

Telefonò al Professor ……, primario del Centro Oculistico dell’ospedale Bambin Gesù di Roma; e spiegandogli la situazione, gli disse che dovevamo presentarci da lui la mattina seguente. Il giorno dopo iniziò la mia nuova vita.
Dopo una visita di routine mi è stata diagnosticata :
UNA NEURETINITE RETROBULBARE.

In seguito ad una risonanza magnetica, effettuata la sera stessa per scongiurare un’ ipotesi di tumore o sclerosi multipla, prima causa della retinite infantile, si sono attribuiti i miei sintomi ad una causa virale.
Ho passato il mese restante all’ospedale ………, trascorrendo le giornate tra la camera operatoria, per effettuare fluorangiografie ed iniezioni di cortisone direttamente agli occhi, o a letto a fare flebo di antivirale che duravano sei ore!!

Vi basti pensare che in un mese ho fatto otto anestesie!!!
Purtroppo ogni volta che il Professor …….
usciva dalla camera operatoria e parlava con i miei genitori , sbatteva i pugni sulla scrivania dicendo che la situazione non era cambiata.

Ancora mi ricordo che dopo due settimane all’ospedale, feci questa domanda:
“Papà, perché è tutto buio? “ Mio padre mi rispose: “E’ nuvoloso ed il sole è coperto”.
Per trovare la causa della retinite, hanno effettuato ricerche per malattie genetiche,facendomi una puntura lombare; ma tutto è risultato negativo.

Dopo un mese sono stato dimesso dall’ospedale, perché tutto quello che c’era
da fare era stato fatto ed avevo ancora l’infiammazione in atto.
Insieme ai miei genitori siamo subito partiti prima per l’ospedale di Padova e poi
per Losanna presso la clinica Jules Gonin, ma i medici di entrambe le strutture sono stati concordi nel non dare nessuna speranza.

Una situazione clinica così grave non l’aveva mai affrontata nessun medico.
A distanza di tre mesi il Prof. …….. ha dovuto stilare, suo malgrado, il referto
finale che è senza attenuanti: SEMI-ATROFIA DEI NERVI OTTICI
Adesso dal buio totale riesco a distinguere la luce.

I medici hanno detto che vista la mia giovane età c’è una remota speranza che io possa recuperare qualcosa, ma hanno aggiunto che dobbiamo pregare molto . .

I MIEI GENITORI HANNO SCOPERTO CHE SIA IN AMERICA CHE IN GIAPPONE CI SONO CENTRI PER IL RECUPERO DEL NERVO OTTICO.
SARESTI COSI’ GENTILE AD AIUTARMI A TROVAR UN ANGELO CHE MI POSSA DARE ANCORA QUALCHE SPERANZA AD USCIRE DAL BUIO IN CUI MI TROVO??

SE HAI QUALCHE CONOSCENZA, UN INFORMAZIONE NON ESITARE, CONTATTA SUBITO IL MIO PAPA’, LUI SI CHIAMA RICCARDO E LO PUOI TROVARE A QUESTI NUMERI:

06/7222591 o 329/0647118

CIAO E GRAZIE
Valerio

e-mail:silvia.chesti@virgilio.it

SONO GRADITE ANCHE LE PREGHIERE…….