LE TRE COSCIENZE : potenziale, attuale e Cosmica

E’ importante tener ben presente nella nostra attività mentale i limiti linguistici e comunicativi di ogni essente.
Ma alcuni presupposti sono essenziali per non cadere nella confusione concettuale.
Molti vogliono annullare la specificità di ogni essente che esercita una propria coscienza e, sotto l’influsso di alcune ideologie orientali, sostengono che ognuno di noi è Dio stesso che si rivela in un certo modo.

Vorrei  sottoporre però all’attenzione di chi indaga realisticamente sul senso dell’essere e dell’essente alcune osservazioni.
Ognuno è stesso e non può essere nessun altro. Esistenzialmente nessuno  può sdoppiarsi e ognuno è l’unico centro di coscienza percepiente perché non è la coscienza di un altro e nessuno è la sua coscienza. E’ unico ed irripetibile, con le sue caratteristiche e la sua storia personale.

Solo Dio conosce perfettamente il suo essere, il suomodo di percepire l’Universo e i contenuti della suacoscienza. Ma ognuno è sè stesso e Dio è “Dio”. Nessuno è Dio e Dio non è uno di noi. Dio ci dà la facoltà di partecipare del suo Essere.

La teologia occidentale sostiene che Egli è intero in noi, ma rimaniamo due alterità qualitativamente diverse. Dio è l’Alterità assoluta, noi alterità relative.
Due tipi di coscienza, quindi, ben distinti e completamente diversi.
La  coscienza di ognuno di noi ha una sua specifica evoluzione.

E’ per una certa comodità comunicativa che distinguo la coscienza potenziale da quella attuale, anche se sappiamo benissimo che in realtà esse si fondono.
La coscienza potenziale è un po’ un centro di appercezione, kantianamente concepito come unità originaria della coscienza, centro che trascende il fenomenico ed organizza il dato di coscienza secondo categorie non ben definibili e quantificabili.
La coscienza attuale, invece, è legata all’esperienza e si evolve in base alle diverse situazioni vissute.
La nostra coscienza potenziale proviene direttamente da Dio, quella attuale è la risultante di numerosissimi fattori evolutivi e sociali (permessi da Dio).
Ma il nostro centro cosciente rimane ben determinato esistenzialmente.

Possiamo rilevare mille affinità elettive o no, somiglianze percettive, ma ognuno di noi rimane il centro di appercezione e di percezione della propria coscienza.
Attorno a noi ci sono miliardi di centri di coscienza potenziali ed attuali.

Ognuno è se stesso ed in ognuno si riflette l’intero Universo, altro da lui.
Io sono “altro” per ogni centro percepiente, ma alla fine, quello che realmente conta è la capacità di gestire il mio unico ed irripetibile centro di appercezione dell’autocoscienza.

C’è un ulteriore tipo di coscienza da distinguere: quella cosmica, come amo denominarla. Essa congloba le altre due e le trascende perché si innesta in quella divina che va oltre ogni nostra percezione terrena.

La nostra coscienza attuale è il frutto di infinite interazioni, così anche la nostra coscienza cosmica dovrebbe esserlo in senso attivo. Essa si espande qualitativamente nella misura in cui cii apriamo alle altre coscienze ed accolgliamo quella divina. Siccome la Coscienza divina è il principio di tutte le coscienze, quando noi percepiamo il Cosmo innestati in Lui, raggiunge il suo fine e, quindi, la sua pienezza.

Il nostro essere, allora, si realizza concretamente nella coscientizzazione cosmica, presupponendo che essere e coscienza progrediscano di pari passo.

Pier Angelo Piai