Lo Spirito di verità (che il mondo non conosce) (Gv.14,15..)

I mistici orientali affermano che l’incoscienza è peccato.
Quando si è incoscienti ci si disperde nei mille rivoli del falso “io” e si tende ad oggettivare le persone, gli animali, la natura e le cose. L’amore subisce un forte deficit e si diventa incapaci di ammirare, di contemplare liberamente con la mente ed il cuore. Colui che affonda nei propri vizi appanna la propria coscienza perché è inconsapevole. Vive nell’illusione che quel determinato comportamento o quella particolare bramosia possano riempire il vuoto creato dall’incoscienza.

Non si accorge dell’illusione che lo distoglie dalla verità.
Quando uno, ad esempio, è preso dalle bramosie passionali, difficilmente è libero di amare. Il suo cuore è attaccato a qualche determinato vizio che dà la sensazione di momentaneo appagamento.
Quando, invece, si cerca di scandagliare coraggiosamente a fondo nella propria interiorità per capire i reali meccanismi del comportamento vizioso, è già un primo passo verso la liberazione.
Si procede nella ricerca della verità con retta intenzione e si diventa più aperti ad accogliere lo Spirito di Verità. Questi ci aiuta a smascherare le illusioni incoraggiandoci a procedere senza disperarci di fronte ai continui fallimenti.

Chi ha sete di successo ha bisogno dell’ammirazione degli altri : lo Spirito di Verità capovolge la situazione perché lo aiuterà nell’autoconsapevolezza ad ammirare gli altri…
Chi è afflitto dalla lussuria riuscirà gradualmente ad incanalare la sua energia verso la purezza dell’amore contemplativo ed il rispetto profondo per i corpi che vedrà come “templi dello Spirito Santo”
Chi è travolto dall’ira, nella vera autoconsapevolezza il suo animo si placherà, anche perché lo Spirito di Verità lo aiuterà ad individuare i meccanismi più profondi di tale passione e si renderà conto dell’assurdità di tali reazioni disordinate.
Chi è invidioso si renderà conto dell’assurdità di tale sentimento : lo Spirito di Verità gli farà prendere coscienza della grande dignità che ha in sé e quale ineffabile destino lo attende come figlio di Dio.

E così per tutti gli altri vizi e peccati che lo Spirito perdona sempre in colui che nel pentimento desidera la vera conversione. Conversione che si attua nella riflessione come per il figliol prodigo che “rientrò in se stesso” e nella graduale autoconsapevolezza che solo lo Spirito di Verità ci può donare.

Pier Angelo Piai