18° capitolo

…e non ci indurre in tentazione..

Uno sfogo con il nostro Creatore: (se noi poveri peccatori ed esseri così limitati siamo disponibili ad
ascoltare lo sfogo psicologico di chiunque si trovi oppresso, quanto di più è disponibile ad ascoltarci Colui che è l’infinitamente Onnipotente, Magnanimo, Rispettoso, Misericordioso…etc?)

Perché hai fatto un mondo così tentatore? Perché hai permesso in noi una simile concupiscenza della carne, dei sensi, dell’intelletto? Tu ci scruti e ci conosci, sai infinitamente meglio di noi quali pulsioni fermentano nel nostro inconscio, i misteriosi legami che le attivano, i concatenamenti che accendono le nostre pulsioni!

Temiamo perché non intravediamo chiaro il confine tra ciò che a te piace e non piace del nostro comportamento. Tu ci dici che il Vangelo è il metro di misura per ogni nostro pensiero ed azione. Ma come si comportava il tuo divin Figlio in situazioni simili alle nostre? Sappiamo che confidava nel Padre, pertanto anche noi osiamo confidare in Te e credere nel tuo infinito amore che raccoglie ogni briciolo di pentimento per farci crescere.Ma come facciamo, poi, pur sapendo di essere perdonato, a rimanere puri dal mondo?

Il demonio è una potenza personale parassitaria. Si attacca alle nostre debolezze per travolgerci nella sua visione infernale della vita e di Dio. Agisce subdolamente nella nostra mente, nell’ intelletto, nei sensi, nell’ anima pronto a colpire dove trova un’attimo di disattenzione, disaffezione, scarsa vigilanza, sensualità o spinte orgogliose.

“Hai fatto troppo tentatore il mondo. Te l’ho detto cento volte. Chi può fargli fronte e chi no. Ma Tu tenti più di tutto il mondo e il suo contenuto. Gli occhi Tuoi mi risucchiano. Non ti grido aiutami, ma rivelati. Rivela il gioco che i Santi presentano o fingono dramma. Rivela. Non ti costa nulla. E’ un gioco! E’ un gioco per te .E ti dico che lo so. E’ un gioco per Te.” (P.Albino p. 284)

La mente a volte si ottenebra ed ha l’illusione di paragonare i piaceri terreni più irresistibili con quelli del paradiso. Le pare che il Paradiso non possa essere più piacevole. E si domanda: perché vengono considerati abominevoli e disonesti? Non vengono anch’essi dallo stesso Creatore, senza il quale nulla esiste, nemmeno le sensazioni? Un motivo c’é! Ed ha senso in Lui, Gesù Cristo. Egli ci ha indicato una vita sobria, rispettosa della propria persona e di quella altrui.

A volte siamo in preda ad inquietanti interrogativi sull’esistenza. Un mondo siffatto presenta una gran quantità di occasioni piacevoli e spiacevoli. Perché non perseguire il piacere? Ci sono dei piaceri così raffinati che nemmeno il più perverso degli uomini immaginerebbe.

A questi non rinunciamo solo per paura della legge umana (alla quale si può spesso sfuggire con furbizia), ma perché è radicato in noi un certo “timor di Dio”. E allora, quando il tentatore ci mostra tutti i regni di questo mondo, uno sfogo interiore irrompe con passione: ma perché Dio ci ha messi in un mondo così tentatore? Perché tante proibizioni?

La nostra fantasia ne contiene virtualmente infinite. Certo, il buon senso ci direbbe che dobbiamo rispettare le regole sociali di convivenza perché anche noi desideriamo che gli altri le rispettino: in fondo è una questione anche di sopravvivenza: non fare agli altri quello che non vuoi che altri facciano a te. Ma molti piaceri non recano danno alcuno agli altri.

La sregolatezza personale, però, reca danno a noi (e, conseguentemente potrebbe recare danno agli altri). Comunque il “timor di Dio” ci impedisce di capitolare nei più perversi vizi. Vorremmo, però, raggiungere la maturità spirituale che Dio vuole da noi. Vorremmo integrare il sacro timor di Dio all’Amore. Osservare i Comandamenti per amore, non per paura o per forza, ed è ciò che Dio si aspetta pazientemente da noi (l’amore scaccia ogni timore).

Sappiamo che Egli osserva ogni sforzo che facciamo ed ogni tentazione che con il suo aiuto cerchiamo di superare. Una grande tentazione, a questo punto, potrebbe subentrare: siamo deboli e fragili. Anche se inconsciamente pensiamo di non vivere nel peccato mortale, tuttavia siamo pieno di imperfezioni, difetti ed infinite altre miserie. Terrà conto il Signore dei nostri sforzi, nonostante questo oceano di miserie in cui ci troviamo a naufragare?

Sentiamo di non essere capaci di amare né noi stessi, né il prossimo, né Dio. Non siamo capaci realmente di amare!. Ci sforziamo di amare, ma ancora non siamo diventati vero amore, non siamo docili nell’amore. L’esistenza spesso ci pesa e ci terrorizza con tutti gli imprevisti e le situazioni dolorose. Quante volte abbiamo desiderato inconsciamente di non essere mai nati: ciò deriva indubbiamente dalla consapevolezza degli infiniti limiti spazio-temporali o dall’impazienza nel vederci così imperfetto e così poco evoluti. Ci è difficile mettere in pratica l’insegnamento di Cristo e di tutti i saggi della terra. E in noi avvertiamo ogni giorno la vanità della vita terrena e la superficialità con cui affrontiamo i problemi quotidiani.

“Ma bisogna andare avanti. Dimenticare e andare avanti; fingere che non sia noia e andare avanti” (Padre Albino, Diario, p.183)
Chi mi ha toccato? Io Ti ho toccato, con l’anima, con il cuore, con la mente, con il tempo, i momenti che a te dedico, timorosamente, certe volte con ansia, con angoscia, in mezzo al cicalare, al turbinio di discorsi e di faccende. Io, Ti ho toccato. E ti tocco, continuamente. Bastano questi tocchi? Ti bastano? (p.183)

Dio ci può realmente chiamare quando vuole , pertanto bisogna essere pronti in qualsiasi momento. Ma la vita è una continua lotta e ciascuno siamo tormentati da mille tentazioni. Quali sono i mezzi con cui sconfiggerle?

1) Dobbiamo credere che, come dice San Paolo, nessuno è tentato al di sopra delle proprie forze. Se Dio permette la tentazione, ci dà anche i mezzi per superarla con la preghiera ed il digiuno. Ogni volta che si presenta una tentazione allettante dobbiamo intensificare la preghiera e chiedere l’aiuto a Maria Vergine, rifugio dei peccatori.

2) Il digiuno più efficace consisterà nella mortificazione dei sensi che vengono coinvolti. Non dobbiamo cedere volontariamente nelle venialità, ma non neanche lasciarci travolgere dallo scrupolo eccessivo, perché ciò può condurre ad una maggior rovina. In questo senso preghiamo lo Spirito Santo perché ci illumini interiormente e ci faccia discernere il bene dal male.

3) Se siamo indotti alla tentazione in particolar modo con un senso , come ad esempio la vista, dovremo riflettere spesso sulla bellezza del creato. Se i corpi che vediamo e tutto il cosmo che ci attornia sono così meravigliosi, cosa sarà mai il loro Creatore? Con la vista , con la mente e con l’anima dovremo riportare tutto a Dio che distribuisce i suoi doni con saggezza e con estrema libertà. Perché con il nostro sguardo vogliamo inquinare attraverso la morbosità egocentrica la purezza del creato?

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Il regno di Dio