DAL DOTT. SEBASTIANO RODANTE (illustre pediatra e famoso sindonologo di Siracusa):
Siracusa, 07/10/2003
Carissimo Pier Angelo,
Che devo dirti? Che, come il profeta Elia, dopo aver letto il tuo libro “I racconti di Elia”, sono stato rapito i cielo su un carro pieno delle virtù della saggezza?
Non è, il mio, un dire retorico: è un parlare reale.
E non so come ringraziarti anche perché, leggendo tutto d’un fiato e per cinque ore consecutive – con pause respiratorie ossigenanti meditative – , la ricchezza interiore contenuta nel libro, ho capito meglio la saggezza della vita verso la quale è tesa la mia non verde età quasi ottantennale.
I racconti di Elia costituiscono per me un saggio sulla saggezza della vita.
Una miniera delle virtù umane, innestate nel divino.
Un’ancora di salvataggio per giovani, adulti e vecchi, viventi nel mondo in cerca di chimere astratte e irraggiungibili.
Una psicoterapia equilibratrice dell’animo giovanile spesso affetto da manifestazioni carenziali affettive per l’assenza del vero valore della vita: l’amore, innestato nell’Amore di Dio.
Grazie ancora. Ti abbraccio con tutto il cuore.
dott. Sebastiano Rodante
RICEVUTO DA Marisa PATARINO (Giornalista) il 20/11/03
Gentile Professor Piai,
L’opera “I racconti di Elia” mi sembra pregevole perché riesce a trasmettere contenuti morali tramite brevi storie in cui è facile riconoscersi, o almeno cui è facile avvicinarsi, e la cui lettura, mai pesante, risulta molto agevole.
Sono dunque presentati in forma facilmente fruibile contenuti estremamente importanti, che inducono a fermarsi a riflettere e invitano a ulteriori approfondimenti.
Ancora, complimenti e grazie!
Marisa Patarino
RICEVUTO DAL prof. NATALE ZACCURI di Udine:
In un mondo vittima della frenesia, dove le grandi concezioni e i «massimi sistemi» irrompono sulla scena senza ritegno, la comparsa di una pubblicazione di racconti il cui filo conduttore è la saggezza del personaggio che li pervade, è piuttosto inusuale.
A riscattare le piccole cose sono i piccoli gesti, le parole semplici, il calore umano che, pagina dopo pagina, si rinnova.
E’ quanto si conviene dalla lettura de «I racconti di Elia», titolo della recente fatica letteraria del cividalese Pier An- gelo Piai, autore che al garbo della scrittura accompagna il proprio impegno letterario che da tempo ormai lo ha rivelato nella capacità non comune della riflessione e della ricerca interiore.
Ad essi si ascrivono anche questa nuova serie di racconti che hanno nello stile dell’immediatezza e dell’introspezione le loro pillole di saggezza che il protagonista, Elia, col suo atteggiamento aperto all’ascolto riesce amabilmente col dispensare.
Elia non è un personaggio frutto della fantasia dell’autore, ma un uomo veramente esistito, figlio di questa terra che nel Patriarcato di Aquileia affonda le proprie radici cristiane, amante della buona lettura e della solitudine per meglio ascoltare il proprio «io».
Lo si incontra, pagina dopo pagina, alle prese con le vicissitudini della vita dei suoi interlocutori nella ricerca do sani equilibri, tra constatazioni e riflessioni utili a comprendere e a far comprendere principi e valori uni- versali della vita.
Ventinove racconti, leggibili in forma autonoma, in cui la proagonista è la parola nella ricaduta di una sapienza perduta, come ha evidenziato nel suo intervento critico di presentazione Marcello de Stefano.
Un volumetto dalla sobria eleganza editoriale che, in poco più di un centinaio di pagine, cela il ritmo incalzante di un pensiero forte, un pensiero che si rinnova con la medesima valenza ciascuna delle storielle di vita quotidiana, mentre la parola dilatata si estende e la saggezza vive il riscatto.
prof. Natale Zaccuri
RICEVUTO L’11 MAGGIO 2003 da Roberto
Per quanto riguarda l’articolo su Il vero Anticristo è sicuramente il più veritiero ,a mio parere, di tutti gli altri che invece cercano di portare fuori delle spiegazioni utilizzando la mente non con la semplicità (come mostra il vostro saggio), ma utilizzando il cervello come una macchina, nel senso che si da troppo valore alle singole parole, come per esempio nell’Apocalisse di Giovanni dove molti analizzano specificatamente le parole cercando delle risposte con una chiave di lettura complessa che non porta a niente.
Infatti io credo che la migliore chiave di lettura sia la semplicità; come afferma Gesù quando dice “dite sì sì no no” tutto l’atro viene da satana. Con questo non voglio dire che la “complessità” dell’apocalisse di giovanni sia una macchinazione, ma è semplicemente voluto in questo modo proprio perchè molte persone non la dovevano e tutt’oggi non la debbono comprendere .
Le “macchinazioni” della mente che portano anche alla malattia dell’anima ,cioè le malattie psicologiche che oggi prendono il soppravvento, avvengono perchè invece di nutrire la nostra anima con i valori fondamentali della vita stiamo nutrendo la nostra avidità, che a sua volta è creata dall’anticristo che è secondo me ,ripeto,come è visto attraverso gli occhi del saggio Elia, cioè nelle cose negative della società.
Io vivo grazie a Dio in un posto dove ci sono ancora tanti valori e sono questi che riempiono il cuore e nutrono l’anima e vedo l’Anticristo quando vado nelle grandi città, indifferenza, discoteche dove quasi tutti si drogano,consumismo,frenesia per il soldo in particolare, libertà fasulle come la possibilità di fare tutto ciò che si vuole per creare danno a se stessi e a gli altri in tutti i sensi.
Di questo ne sono colpiti maggiormente i giovani dove i veri valori non servono, non li vedono perché sono diventati ciechi a causa della tendenza a liberalizzare per diversificarsi tutte le cose negative della società, tutto ciò diventa il loro valore della vita, cioè il loro valore è l’Anticristo come visto nelle parole del saggio.
Ma io non mi preoccupo cio che è questo Anticristo visto da noi non è niente in confronto a Dio che è dentro e fuori di noi tutt’intorno a noi e ci avvolge con il suo amore a tutti nessuno escluso e in coloro che si perderanno Dio sarà presente due volte e li sosterrà fino alla morte.
Cordiali Saluti
Roberto
RICEVUTO DA LAURA
Il mondo del saggio Elia porta all’introspezione, alla meditazione ed a una sorta di vaga tristezza per ciò che potrebbe essere e non è.
Il pensiero dell’Occidente che incontra e si fonde con il pensiero dell’Oriente: unica realtà possibile in un futuro, auguriamoci, non troppo lontano.
La consapevolezza del sè è dunque la Via verso l’Illuminazione ed Elia mette in pratica ciò che sa, dimostrando con esempi o paragoni ai vari personaggi che incontra, che ls realtà quotidiana (e del loro sé) è diversa da come la vedono e la percepiscono.
“Verba volant, scripta manent” asserivano i Romani e noi ne siamo gli eredi. Non è vero che le parole non sono importanti: il potere della parola è enorme e può provocare catastrofi, guerre, eccidi e, ad un livello minore invidie, gelosie, sospetti, litigi, ecc.
Le nostre menti sono così sature, così colme di parole e di pensieri che non possono essere silenti: e il silenzio è la via di accesso allameditazione, alla preghiera, al raggiungimento del sè.
Ci vorrebbe un saggio Elia per ciascuno di noi: il mondo sarebbe migliore.
Laura di Cividale
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