E’ più difficile scoprire i propri difetti che quelli degli altri.

Ilaria, una pia casalinga di mezz’età di quella città, benestante, era convinta di essere una persona onesta e virtuosa. Lo si intuiva non solo dalle conversazioni che aveva con le sue amiche, ma anche dall’atteggiamento. Sosteneva che tutti i mendicanti erano dei fannulloni e che non bisognava dar loro retta, evitava certi individui ritenuti da lei troppo volgari, frequentava i primi posti della chiesa parrocchiale e chiacchierava con alcune sue amiche sui molti difetti che trovava disdicevoli in persone di sua conoscenza.
Si era iscritta anche ad una associazione in difesa degli animali abbandonati e ad un ente morale per la salvaguardia del pubblico pudore.

Intimamente, però, non era soddisfatta. Non riusciva a capire perché cadeva in certe forme di depressione, nonostante le sue moplteplici attività filantropiche.
Su consiglio di una sua amica, andò a trovare il saggio Elia e gli spiegò la sua situazione.

Elia le diede un libro da leggere : era una biografia di madre di Teresa di Calcutta. Si fece promettere la restituzione.
Dopo averlo letto, Ilaria ritornò dal saggio dicendogli:
– Questo libro mi ha sconvolta. Sono ancora più depressa di prima e non capisco ancora perché.

Allora Elia le prestò un altro libro: “Storia di un’anima” di Teresa di Lisieux, raccomandandole la lettura a qualsiasi costo.
Quando Ilaria venne per restituirlo, riferì al saggio che il libro l’aveva ancora più sconvolta.

Poi Elia le diede una copia del vangelo facendosi promettere una lettura molto attenta.
Così fece, ma quando ritornò per restituirgli il libro, gli disse che non trovava più pace, rimpiangendo il passato in cui si sentiva a posto con la coscienza.

Allora Elia le disse:
– Entra in quella stanza e dimmi se è pulita!
Ilaria aveva sentito parlare delle sue stranezze, ma questa era veramente assurda per lei.
Fece come le disse, ma siccome i balconi erano socchiusi, accese la luce. Guardò attorno, scrutò la superficie della scrivania e vide che c’era polvere.
– Te la sentiresti di eliminare tutta la polvere di questa stanza? – le chiese Elia.

Ilaria fu per un momento esitante, poi esclamò:
– Certo! La farò diventare come uno specchio!
E si mise all’opera: lo spazio era piccolo con pochissimi mobili. Non fu difficile per lei spazzare, strofinare e ripassare tutto.
Poi chiamò fieramente Elia, il quale osservò attorno attentamente e disse:
Ti ringrazio. Comunque è rimasta ancora della polvere che tu non vedi!
Ilaria, sbigottita, osservò meglio i mobili, il pavimento, ogni angolo e il davanzale.

Poi disse, un po’ irretita:
– No! So fare le pulizie io! …Non c’è più polvere in questa stanza!
Elia spense la luce dicendole:
– Osserva in quella direzione e avvicinati!
– Vedo un raggio di luce… – disse.
– Avvicinati al raggio e dimmi cosa vedi! – l’esortò il saggio.
Ilaria vide il pulviscolo ben illuminato da quel raggio di sole.

– Allora c’è ancora polvere? – chiese Elia. Poi aggiunse:
– Vedi..è un po’ quello che succede al nostro animo. Ci illudiamo di averlo pulito, ma quando un raggio di verità filtra nel buio interiore, vediamo ciò che prima non volevamo vedere!
Ilaria tornò a casa.

Dopo qualche settimana di riflessione su ciò che le era accaduto, smise di chiacchierare sui difetti degli altri e cambiò atteggiamento.
Così guarì anche dalla depressione.

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Una tranquilla insoddisfazione