Dal Messaggero Veneto del 27/01/03

Caro professore, esistono (e se ne sente spesso parlare specie in certe trasmissioni televisive) tanti fenomeni che vanno al di là della nostra comprensione e, almeno a quanto si vede, anche al di là di quella delle moderne conoscenza scientifiche. Il tutto viene più o meno frettolosamente catalogato alla voce “parapsicologia”, su cui il mondo si divide: chi ci crede, chi no.

Come osservavo, i media ne fanno spesso oggetto di spettacolo, soprattutto perché l’uomo è sempre affascinato da ciò che non conosce e di cui non si sa dare una ragione logica e razionale. Le chiedo: esiste una spiegazione “scientifica” per tutto questo, oppure ci troviamo di fronte a fatti che capitano per caso (lasciando perdere i vari trucchi del mestiere…) e che noi vogliamo credere come soprannaturali?

La mia sensazione (che credo comune a tantissime altre persone) è quella di non capire, né di potere spiegare come certe cose possano accadere, ma di rendersi invece alle volte conto che accadono. Capisco bene l’obiezione che lei potrebbe subito rivolgermi, cioè che psicologia clinica e psicoterapia ben poco hanno da spartire con la parapsicologia, ma credo che la sua esperienza e i suoi studi possano ugualmente fornirmi una risposta.

Annamaria Mattioni , Udine


Ha ragione: la parapsicologia e la moderna psicologia scientifica hanno ben poco da spartire, basti considerare il fatto che la prima si occupa infatti proprio di quei fenomeni che si situano oltre quelli noti alla seconda, e che anche per questo vengono spesso definiti come “occulti”.

Questo dico, tanto per non intorbidare subito le acque, aggiungendo però, a mio sommesso parere, che un po’ di umiltà non farebbe guasti a nessuno e che nessuno, appunto, dovrebbe con troppa sicumera affermare che un fatto non esiste e non può accadere soltanto perché al momento non è razionalmente o scientificamente spiegabile.

Per capirci meglio: se tre secoli fa qualcuno avesse parlato di trasmissione delle immagini a distanza e di apparecchiature per consentirla, avrebbe probabilmente rischiato il rogo, eppure la televisione oggi è pane comune e scontato. Ragione e conoscenze scientifiche del tempo non avrebbero potuto comprendere come e perché ciò potesse avvenire, ma non credo che questo basti per affermare: «Non me lo spiego, quindi non esiste».

Ma lei si attende da me una risposta e gliela do subito, senza troppo divagare. Si è soliti dividere i fenomeni in due classi: la prima comprende quelli che rientrano nella percezione extra-sensoriale, cioè quelli che intervengono senza l’intervento dei nostri sensi. La seconda riguarda quelli che riscontrano l’influenza mentale su qualche sistema fisico, senza l’intervento di un’energia attualmente (e sottolineo questa parola) conosciuta.

Vediamo di fare un po’ di ordine: nel primo gruppo la percezione extra-sensoriale comprende la chiaroveggenza (percepire eventi in luoghi o tempi diversi da quelli in cui si verificano), la retrocognizione (conoscere fatti del passato senza che ci siano nozioni o ricordi), la precognizione (intuire eventi che dovranno verificarsi), la telepatia (la trasmissione del pensiero).

Nel secondo gruppo, che si cataloga con il nome di psicocinesi, sono inseriti i fenomeni di lievitazione, la telecinesi (spostamento di oggetti senza che siano toccati), le materializzazioni (ectoplasma eccetera), le varie esperienze extra-corporee. Osservazioni in merito a questi fatti inspiegabili si sono susseguite, com’è d’altra parte logico conoscendo l’essere umano, in ogni epoca e in ogni luogo.

Soltanto alla fine dell’Ottocento si è cominciato uno studio che si basasse sui sacri crismi del corretto approccio scientifico, e fu a Londra, nel 1882; da quel momento, nonostante ciò, si va ancora un po’ a tentoni, per ipotesi e tesi non dimostrate, per supposizioni e negazioni a oltranza. Oggi si sta ancora cercando di creare un impianto che consenta di spiegare in modo scientificamente attendibile tali fenomeni, per ora soltanto enunciati e per piccola e incompleta parte sperimentati. Come si vede, ho volutamente trascurato le cialtronerie assortite di certi imbonitori (cui tanti peraltro credono ciecamente…) e i fatti definiti quali miracoli, perché sulle questioni di fede ognuno ha il dovere e il diritto di credere e pensare quello che sente.

Chissà, un domani ne capiremo molto di più, forse anche tutto, e allora l’uomo provvederà subito a crearsi altri misteri, altrimenti che uomo sarebbe?
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