CONTEMPLAZIONE
Chi vuole vivere nella vera dimensione spirituale deve pensare, in un certo senso, come Dio. Deve saper scusare, dimenticare e trarre ciò che é buono da tutte le creature. L’uomo spirituale coltiva in sé la magnanimità e la benevolenza verso tutti e non giudica nessuno. Allora potrà diventare spontaneamente dolce, perché in lui non si agitano sentimenti contrastanti che provengono dal suo orgoglio o dal suo egoismo.
E’ necessario cercare di contemplare nella preghiera e nella meditazione continua Colui che diciamo di amare. I veri innamorati fondono i loro cuori e finiscono per assomigliarsi. Se ci si sforza di imitare il Verbo ne assimilerai le virtù.
L’amore é sempre contagioso. Se si rimane nell’umiltà e si riconosce che é Dio che ci ha amato per primo, Egli ci condurrà nelle alte vette dell’Amore.
E come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste.
Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola é la cosa di cui c’é bisogno. Maria si é scelta la parte migliore, che non le sarà mai tolta.(Gesù Cristo)
Chi é un asceta, se non colui che diminuisce in sé le funzioni vitali(riproduzione nella castità; alimentazione nel digiuno,dispersione mondana nell’adorazione e nella preghiera, autonomia nell’obbedienza) per suscitare o esaltare in sé certe funzioni volitive o conoscitive che sono assopite nella vita ordinaria? Con la continenza, l’asceta ottiene una purificazione dell’intelligenza che gli permette di vedere e di comprendere realtà che il libertino non conosce.
Chi digiuna s’accorge che la sua attenzione si acuisce…(J.Guitton)
Ogni mortificazione spirituale, per poco che sia purificata da ogni masochismo, é una vivificazione. Accresce l’indipendenza del microcosmo in rapporto al macrocosmo.(J.Guitton)
Bisogna sentire quanto è pericolosa la tentazioe di diventare troppo facilmente religiosi, quanto è insinuate l’illusione di immaginarsi di diventarlo con poca spesa, senza poter quasi fare altrimenti.(Kierkegaard)
Chi cerca la Beatitudine dello Spirito non dovrebbe rincorrere le gioie dei sensi.
Devi possedere il controllo dei sensi, un carattere imperturbabile e non avere attaccamenti.
Il principale sforzo dell’uomo dovrebbe essere quello di focalizzare il proprio amore sul Signore, più che su tutte le altre forme di amore. (Sai Baba)
Cerco il Tuo volto. Cerco di sovrapporlo a tutti i volti, i visi e le impressioni del vivere. (Padre Albino Candido)
C’è sempre qualcuno o qualcosa che distorce la mia attenzione da Te. E’ normale che il ritorno a Te mi costi disturbo, distacco da me e rinunzia a ciò che non è Te. (Padre Albino Candido)
La maggior parte della anime si preoccupa di andare in cielo e di evitare l’inferno…Molti indossano come una livrea la mia chiamata a seguirmi, conservando nel cuore i loro desideri. Quanto pochi lavorano per conoscere i miei desideri e realizzarli! (Gesù a Suor Maria della Trinità)
Sono nella S.Eucarestia, sono in te e nelle tue Sorelle. Ogni volta che ti rivolgi a una delle tue sorelle tu mi incontri di nuovo, rinnovi la tua comunione con me. (Gesù a Suor Maria della Trinità)
E’ l’uomo più ricco di spirito che più facilmente rischia di diventare il commediante di se stesso. Non si accontenta mai di ciò che trova in sè. Non smette di alterarlo ripensandolo. Il suo vero essere è sempre per lui al di qua o al di là del suo essere presente; non arriva mai a distinguere ciò che immagina da ciò che sente. Trova in se stesso mille personaggi. concepisce mille possibilità che superano da ogni parte la realtà così come gli è data. ha bisogno di uno sforzo per volgersi ad essa, fissare su di essa il suo sguardo e stringerla più da vicino, mentre basterebbe spesso un po’ di semplicità e di amore per arrivarci senza averlo voluto.(L.Lavelle)
L’estasi è uno stato di deconnessione con l’ambiente circostante che condiziona, per il soggetto, delle percezioni di un altro ordine : Dio e il mondo divino. L’identità del l’autentico veggente, comunque, non viene alterata, bensì intensificata e per questo la percezione visiva del mondo esterno viene annullata.
(R.Laurentin)
Nell’estasi ogni comunicazione con il mondo esteriore è interrotta, l’anima ha il sentimento di comunicare con un oggetto interno che è l’Essere perfetto, infinito, Dio.
E’ la riunione dell’anima con il suo oggetto. tra l’anima e il suo oggetto non c’é più alcun intermediario. Essa lo vede, lo tocca, lo possiede, essa è in lui, essa è lui. non è più la fede che crede senza vedere. E’ una unione perfetta nella quale l’anima si sente esistere pienamente, per il fatto stesso di darsi e di rinunciare a sé, perché Colui al quale si dà è l’essere e la Vita stessa.(Boutroux)
Il Signore dal cielo si china sugli uomini per vedere se esista un saggio: se c’é uno che cerchi Dio.(Sal.14)
Pretendiamo le comodità, il benessere e il lusso. Vogliamo divertirci. Che cosa avverrebbe se la nostra vita diventasse più austera? Il misticismo è incontestabilmente alla base delle grandi trasformazioni morali e l’umanità ne sembra più che mai lontana. (Bergson)
Cerco il tuo volto, o Dio. Cerco di sovrapporlo a tutti i volti, i visi e le impressioni del vivere. (P.Albino Candido)
Occorre la solitudine per ritrovare l’equilibrio che certe compagnie ci fanno smarrire(H.F.Amiel)
Vero filosofo è colui che cerca gemendo. (Pascal)
Le mie vittime sono quasi immobili esternamente, mobilissime e attivissime interiormente. Ad esse io nulla posso negare, non all’attivismo esteriore di tanti Pastori.(Gesù a un Sacerdote)
Non basta contemplare il mondo, occorre trasformarlo. (K.Marx)
Molti di coloro che sembrano così superiori all’elemento sensibile nella religione mostrano, con le loro devozioni, con il loro gusto per i quadri sentimentali, per la musica attaccaticcia e per la lettura spirituale tenera, che tutta la loro vita interiore è una campagna serrata per ottenere “luci”, “consolazioni”, “lacrime di compunzione”, se non addirittura “voci interiori” con la malcelata speranza, forse, di un paio di visioni e, se del caso, stigmate.(T.Merton)
Quando non si hanno consolazioni si serve Dio per se stesso; quando si hanno consolazioni, si è tentati di servirlo per interesse.(Curato d’Ars)
La mia preoccupazione principale non dovrebbe essere quella di trovare piacere o successo, salute o vita o danaro o riposo o anche cose quali la virtù o la saggezza – ancor meno i loro opposti: dolore, fallimento, malattia, morte. Ma in tutto ciò che avviene, mio solo desiderio e mia unica gioia dovrebbero essere il sapere: “Questo, Dio ha voluto per me. In questo trovo il suo amore, e nell’accettarlo io posso restituirgli il Suo amore, darmi con esso a Lui e crescere nella Sua volontà alla contemplazione, che è vita eterna.” (T.Merton)
Non è vero che i santi e i grandi contemplativi non si siano mai interessati delle cose create, non abbiano compreso o apprezzato il mondo, ciò che in esso si vede o si ode, chi in esso vive… Proprio perché erano assorti in Dio, i santi erano veramente capaci di vedere di apprezzare le cose create, e proprio perché amavano Dio solo erano i soli ad amare tutti.(T.Merton)
L’Unico che possa insegnarmi a trovare Dio è Dio, Lui Stesso, Lui solo. (T.Merton)
La nostra scoperta di Dio è, in un certo senso, la scoperta che Dio fa di noi…Noi diventiamo contemplativi quando Dio scopre Se Stesso in noi. (T.Merton)
La contemplazione non è assolutamente perfetta se non è condivisa.(T.Merton)
La perfezione ultima della vita contemplativa non è un paradiso di individui separati, ciascuno dei quali gode di una visione particolare di Dio: è un mare di Amore che scorre attraverso all’Unico Corpo e all’Unica Anima di tutti gli eletti, di tutti gli angeli e i santi, e la loro contemplazione sarebbe incompleta se non fosse condivisa, o se fosse condivisa con meno anime, o con spiriti capaci di minor visione e di minor gioia.(T.Merton)
Anche quando cerco di piacere a Dio, tendo a piacere alla mia ambizione, sua nemica. Vi può essere imperfezione anche nell’amore ardente di una grande perfezione, anche nel desiderio di virtù, di santità. Anche il desiderio di contemplazione può essere impuro, quando dimentichiamo che vera contemplazione significa la completa distruzione di ogni egoismo, la più assoluta povertà e purezza di cuore. (T.Merton)
Andate nel deserto non per sfuggire gli altri uomini, ma per trovarli in Dio. (T.Merton)
Il poeta entra in se stesso per creare. Il contemplativo entra in Dio per essere creato. (T.Merton)
Sapientia e sapor hanno identica radice. L’essere non é senza sapore. Se i mistici hanno il gusto di Dio, significa che Dio ha sapore. Il termine non è più rischioso di molti altri.(F.Varillon) Più mi identifico con Dio, più mi identificherò con gli altri che sono identificati in Lui.(T.Merton)
Tra tante parole diventate presto slogans e che durano a lungo, come adattare, liberare, destrutturare, ameremmo vederne introdotte certe altre, come scavare, interiorizzare, discernere. (F.Varillon)
Silenzio non è mutismo. Il mutismo è un vuoto di parola nato da un vuoto d’anima. Ma il silenzio nutre la parola. (F.Varillon)
Nel momento in cui l’Io opera quella straordinaria conversione per mezzo della quale, distogliendosi dallo spettacolo sensibile offerto ai suoi occhi, dirige il suo sguardo verso il mondo interiore rimastogli nascosto fino allora, prova la gioia più perfetta che esista, la gioia della rivelazione. Allora l’universo non è più un oggetto estraneo a noi, un enigma da risolvere; non sta più davanti a noi, ma dentro di noi. Il suo segreto è il nostro segreto. (L.Lavelle)
Dopo aver vissuto a lungo nel mondo come uno straniero, colui che si rifugia nella solitudine vede un mondo nuovo che gli viene incontro per accoglierlo; così entrando nella solitudine gli sembra di romperla: solo il ricordo o il rimpianto di quel che ha lasciato possono fargli sentire la miseria del suo stato. (L.Lavelle)
La sola via per entrare nella gioia della contemplazione è quella di ridursi a un punto evanescente e di essere assorbito in Dio passando attraverso il centro del tuo nulla.(T.Merton)
L’uomo più pericoloso del mondo è il contemplativo che non si lascia guidare da nessuno.(T.Merton)
Quanti sono coloro che hanno soffocato le prime scintille della contemplazione, accumulando legna sul fuoco prima che questo fosse ben acceso. Lo stimolo della preghiera interiore li eccita al punto che essi si abbandonano ad ambiziosi progetti per catechizzare e convertire il mondo, mentre Dio chiede loro soltanto di stare tranquilli, di mantenersi in pace, attenti al lavorìo segreto che Egli ha iniziato nelle loro anime. (T.Merton)
La via che conduce a Dio passa attraverso una tenebra profonda, nella quale ogni conoscenza, ogni sapienza creata, ogni piacere e prudenza, ogni speranza ed ogni gioia umane vengono distrutte ed annullate dalla soverchiante purezza della luce e della presenza di Dio. (T.Merton)
La vita religiosa è una grande impresa, non bisogna donarvisi a metà. E’ meglio rinunciarvi che donarvisi a metà. (Gesù a Suor M.E. della Trinità)
La vita religiosa è una sì grande cosa che se una postulante venisse a morire anche dopo pochi giorni di postulantato essa conoscerebbe per tutta l’eternità un grado di carità molto più grande di quello che avrebbe conosciuto se fosse rimasta nel mondo. Qualche giorno la separa dal mondo, ma di già nella sua anima un abisso ne la separa, poichè esa ha compiuto questo atto interiore di donarmi la sua libertà. Gesù a Suor M.E. della Trinità)
Ascolta il mio silenzio: è così che bisogna adorare Dio. Guarda bene l’Ostia :quanto è fragile! Così la mia Grazia! Io vi sono vivente, in presenza invisibile, ma reale. Così l’anima tua nel tuo corpo. Gesù a Suor M.E. della Trinità)
Io trovo nella maggioranza delle anime tumulto: conflitti di desideri opposti alle preghiere che le labbra formulano; tumulto di ambizioni, di interessi personali …, tumulto d’affezioni esclusive, di giudizi, di paragoni con gli altri che vi distraggono dal vostro dovere; tumulto di inquietudini e di preoccupazioni temporali che soffocano lo spirito di fede. Io desidero trovare nelle vostre anime un silenzio immenso come l’oceano dove affondano tutte le cose passeggere, un silenzio immenso, come la maestà di Dio.
Allora dal più profondo della vostra anima voi sentirete salire una dolce voce: sono io. Sono io che desidero rivivere in voi…Prestatemi la vostra umanità…fate quanto vi dico… (Gesù a Suor M.E. della Trinità)
La contemplazione, mediante la quale conosciamo ed amiamo Dio quale Egli è in se stesso, afferrandoLo in una esperienza profonda e vitale, che è oltre il raggio di ogni naturale capacità intellettiva, è la ragione per cui Dio ci ha creati.(T.Merton)
La più vivida delle esperienze naturali è come sonno in confronto a quel risveglio che è la contemplazione…Sembri essere la stessa persona e sei la stessa persona che sei sempre stata; in realtà sei più te stesso di quanto non lo sia mai stato. hai appena cominciato ad esistere. hai l’impressione di essere finalmente nato davvero. Tutto quello che avvenuto prima era un inganno, una incerta preparazione alla nascita. Ora sei venuto alla luce nel tuo elemento. Eppure ora sei divenuto un nulla. Sei sprofondato nel centro della tua povertà, e qui hai sentito le porte aprirsi su una libertà infinita, su una ricchezza che è perfetta perché di essa niente ti appartiene, eppure essa ti appartiene tutta. (T.Merton)
Lo stato dell’anima in contemplazione è qualcosa di simile a quello di Adamo ed Eva in Paradiso. Tutto è tuo, ma a una condizione infinitamente importante: che sia tutto dato. Non vi è nulla che tu possa reclamare, nulla che tu possa chiedere, nulla che tu possa prendere. E appena cerchi di prendere qualcosa come se fosse tua – perdi il tuo Eden.(T.Merton)
La via ordinaria alla contemplazione passa attraverso un deserto senza alberi, senza bellezza e senza acqua. lo spirito entra nela solitudine e cammina alla cieca in direzioni che sembrano condurre lontano dalla visione, lontano da Dio, lontano da ogni pienezza e dal ogni gioia. (T.Merton)
Finché si è sulla terra, il profitto non sta nel procurare di maggiormente godermi, ma di fare la mia volontà. (Gesù a S.Teresa d’Avila)
Non pensare che a me, non pensare che a piacermi: io ti trasformerò. (Gesù a Suor Maria della Trinità)
La solitudine fa quasi l’ufficio della gioventù; o certo ringiovanisce l’animo, ravvalora e rimette in opera l’immaginazione e rinnova nell’uomo sperimentato i benefici della prima inesperienza. (G.Leopardi)