Si sente dire da qualcuno: “E’ inutile pregare, tanto non serve a niente perché tutto è come prima!” Credo che questa espressione sia una delle cose che più addolorano il cuore di Gesù. Sappiamo che Egli conosce tutto di noi e che capisce molto bene le nostre più recondite convinzioni.
Però è anche vero che ogni affermazione che facciamo esprime qualcosa del nostro stato d’animo.
Se affermiamo che la preghiera è inutile facciamo di Lui un bugiardo. Gesù durante tutta la sua vita terrena ha continuamente pregato con forza il Padre che lo ha sempre assecondato.
Ci ha anche fortemente raccomandato di vivere in un continuo stato di preghiera e di chiedere con insistenza al Padre nella convinzione di essere esauditi.
Se non siamo esauditi ci sono diversi motivi:
– Chiediamo male.
Anche se il Signore ci ha detto di chiedere qualsiasi cosa, noi non dobbiamo fermarci esclusivamente alle richieste materiali. Molte cose potrebbero essere risolte usando una certa saggezza. Ci ha dato l’intelligenza affinché la usassimo al momento opportuno e siccome abbiamo anche il dono della libertà (a sua immagine e somiglianza) Egli non intende sostituirsi a noi. “Aiutati che il ciel t’aiuta” è un proverbio pieno di antica saggezza che tutti possono comprendere a pieno. Gesù ci ha consigliato di chiedere lo Spirito Santo proprio perché non sappiamo nemmeno cosa è conveniente chiedere. Lo Spirito ci viene incontro illuminandoci sulle cose più profonde, quelle che valgono per la nostra salvezza: amare Dio al di sopra di tutto e tutti, amare il prossimo come noi stessi. “Ama e fa’ quello che vuoi” diceva Sant’Agostino. Nell’amore intuiamo ciò che veramente ci serve, anzi la nostra preghiera diventa universale e non più egoistica…
– Non abbiamo fede
Se quando chiediamo qualcosa al Padre cominciamo a dubitare di essere esauditi, noi lo limitiamo. Gesù si è lamentato più volte della durezza di cuore di chi non vuole abbandonarsi alla volontà di Dio. Se Dio ci ha creati dobbiamo essere sicuri che ci ama, e se ci ama ci segue personalmente, uno per uno, anzi ci chiama per nome e conosce le nostre storie personali. Non ci trascura mai, anche se sembra che le cose spesso continuino come prima. Molte volte siamo anche messi alla prova da Lui per forgiare il nostro spirito, ma se abbiamo fede prima o dopo ci viene in in soccorso. Dobbiamo fare tutto ciò che è possibile per risolvere i nostri problemi, il resto ci pensa Lui. Anzi, noi non ce ne accorgiamo, ma la strada viene spesso spianata da Lui. E se non veniamo esauditi in alcune cose, dobbiamo credere che Lui desidera che noi ci evolviamo in quella determinata situazione per la nostra maturazione personale, la quale ci può portare alla santificazione.
– Non siamo riconoscenti
Quando gli chiediamo qualcosa, non dobbiamo dimenticare i numerosi doni che Egli ci ha già fatto. Una delle cose che a Dio dispiacciono di più è la non riconoscenza, il fatto cioè, che noi non riconosciamo come opera sua la nostra esistenza e tutti i doni che abbiamo ricevuto.
Quando riceviamo una ulteriore grazia dobbiamo glorificarlo: così ci riempie ancora di doni perchè trova il terreno adatto. Gesù sosteneva di non dare le perle ai porci. Il Padre spesso ci dona cose più preziose delle perle e noi nemmeno le consideriamo. E’ necessario vivere nello stato di preghiera proprio perché lo Spirito ci dona l’umiltà, la quale ci fa apprezzare ogni cosa che riceviamo da Dio e dagli altri.
Quando Dio trova un’anima che si dona invece di lamentarsi, interviene con grazie speciali. E meno l’anima pensa a se stessa, più la riempie di doni.
(Pier Angelo Piai)