“Trovate il modo di cambiare i gusti, i valori interni delle anime e le azioni virtuose ne sgorgheranno naturalmente, senza bisogno di prediche, di consigli e di regole! Mutate le personalità loro, direttamente, efficacemente, e ogni più quintessenziato sistema etico diventerà sull’istante superfluo! Fate che gli uomini divengano spontaneamente virtuosi invece di annoiarli colle dissertazioni sulla virtù! (Giovanni Papini)
E’ qui il nodo di tutta la questione dell’agire etico: riuscire a mutare i gusti degli uomini per far scaturire spontaneamente la virtù.
Anche in questo caso è necessaria l’intelligenza integrale, che non si identifica solo in una forma più sublime di intelligenza, ma penetra nei meandri più oscuri dell’anima volitiva, alla radice stessa del nostro agire.
Siamo tutti coinvolti, perchè, voglia o no, ci si influenza a vicenda.
Chi è avido di potere, ad esempio, deve andare alla radice della sua avidità, per osservarla in profondità. Se cerca di reprimerla senza intuirne le cause più remote, essa si manifesterà in un altro modo, forse meno evidentemente dannoso per gli altri ma più deleterio per se stesso, perchè l’avidità ha per oggetto moltissimi elementi, compresi quelli relativi alla sfera spirituale, la quale genera spesso pericolose illusioni.
L’avidità è sempre un desiderio di accumulazione, un continuo tentativo di espandere il proprio io per dominare sugli altri.
Se questa caratteristica non trova soddisfazione nel potere del denaro o del successo manipolatore, si esprimerà nelle ideologie, o nella filosofia o, peggio ancora, nella speculazione teologica o nelle attività filantropiche. Il suo oggetto è semplicemente stato sostituito da un altro cammuffandosi in virtù, generando quell’ipocrisia che acceca l’animo e fa sentire il soggetto superiore agli altri.
In modo analogo si può citare la sensualità, la quale spinge alla ricerca della soddisfazione delle pulsioni affettive più inconsce, anche le più perverse. Anch’essa è abile nello spostare il suo oggetto, qualora dovesse essere repressa.
Così dicasi delle altre pulsioni viziose.
L’intelligenza integrale smaschera i sotterfugi della mente e ridimensiona la persona che la applica seriamente. Essa ha il potere di sublimare le tendenze narcisistiche, attutendone i contraccolpi, smorzando le loro veemenze. La persona, in questo modo, comincia a mutare i gusti, pur nella consapevolezza che essi hanno come propellente le pulsioni più inconsce. Per questo essa non ne farà un dramma, ma saprà accettare la realtà spontaneamente, cercherà di non danneggiare gli altri e se stesso, farà riaffiorare la vera virtù nella consapevolezza della propria ed altrui fragilità ed inconstanza.
Ma tutto ciò necessita di un telos, di una grande passione che spinga l’individuo oltre se stesso, in un Totalmente Altro che è sempre trascendente. Un Assoluto per cui valga la pena di vivere e di sacrificare il proprio essere. L’Intelligenza Integrale per eccellenza.