“In metapsichica, la premonizione è un’informazione paranormale relativa al verificarsi di eventi futuri. Più genericamente è un presentimento, un presagio, un segno premonitore” (Treccani)

 

Quando avvertiamo in noi la sensazione che un “determinato fatto” accadrà in un “certo futuro” e così poi succede realmente, la cosa ci lascia sbigottiti per diversi motivi. Come siamo riusciti a prevedere in modo così preciso un fatto che secondo noi doveva ancora accadere?

 

Il nostro ragionamento è chiaramente legato ad una visione spazio-temporale acquisita sin dall’infanzia. In pratica per noi il
tempo cronologico è una successione continua ed inarrestabile di “atomi cronologici”. Noi ricordiamo alcuni frammenti del passato per averli sedimentati nella memoria a breve e a lungo termine. Riusciamo con il ragionamento intuitivo e con la nostra immaginazione a focalizzare qualcosa del futuro estrapolando dall’esperienza, soprattutto quando programmiamo qualcosa o
calcoliamo le conseguenze di determinati eventi.

 

Ma gli imprevisti sono tali perché escono dai nostri schemi mentali.

Se cerchiamo di ampliare il nostro orizzonte mentale addentrandoci senza timore in certe profondità del pensiero, potremmo azzardare una teoria piuttosto paradossale: il futuro non è quello che genericamente crediamo: esso è nel presente come per il passato.

 

In effetti tutto ciò che è accaduto non ha più una consistenza in sé, ma è nel presente della mente come
traccia mnemonica e nell’ambiente materico come effetto e conseguenza percettibile. Per quanto riguarda il futuro, ciò che deve ancora avvenire è già avvenuto se noi consideriamo la realtà dell’Eterno Istante.

 

Mettendo per ora tra parentesi l’importante questione del libero arbitrio e valutando solo l’aspetto fenomenico, dobbiamo
ammettere che ciò che è accaduto non si ripresenta più e ciò che accadrà è compreso nell’istante che trascende dalla dimensione spazio-temporale, perché è solo nell’istante che noi prendiamo coscienza del passato e del futuro.

 

Una bobina cinematografica, ad esempio, potrebbe rendere una lontana idea di ciò che intendiamo. In essa sono contenute le diverse istantanee che scorrendo nel proiettore ci danno l’idea del movimento e della coerenza dei fatti. L’istante
è infinitamente più significativo di una bobina perché una coscienza che tende alla trascendenza, pur scorrendo sui binari delle linee temporali, in esso abbraccia passato, presente e futuro.

 

La premonizione è un dinamismo mentale che focalizza un evento già contenuto nell’istante eterno. Molti eventi che sono accaduti nel cosiddetto passato sono più chiari e dettagliati, ma anche quelli che accadranno potrebbero assumere a tratti una simile chiarezza, persino nei dettagli. Per capire ciò è necessario possedere una certa flessibilità mentale.

 

Tempo fa, ad esempio, in un mio libro uscito nel 2009 (Report sul 21° secolo) sostenevo un’ipotesi molto azzardata: quelli che denominiamo “UFO” potrebbero essere individui “crononauti” appartenenti all’umanità più evoluta del lontano
futuro che conosce bene le dinamiche spazio-temporali e riesce ad osservarci senza interferire molto sulla nostra linea del tempo. Ora alcuni studiosi stanno seriamente prendendo in considerazione questa ipotesi che spiegherebbe i
numerosissimi avvistamenti e i vari fenomeni ad essi legati.

 

Quando accade che una premonizione si avveri, potremmo considerarla come una forma di iridescenza mentale che trova un piccolo pertugio nel nostro conscio allorché siamo in particolari situazioni psico-fisiche e spirituali. Tutto è già presente nell’istante, ma non ancora svelato: un frammento, però, potrebbe accendere la nostra facoltà intuitiva.
Per ora non abbiamo le categorie mentali adatte per capire in pienezza questo fenomeno, ma la ricerca procede ed un giorno tutto ci sarà più chiaro.

 

“Ogni aspetto dell’universo, … fino alla stella che fende il sereno, è indizio e premonizione del futuro (Papini)”.

 

ULTERIORI OSSERVAZIONI:

 

http://mondocrea.it/itriflessioni/story$data=riflessioni&num=2367


Pier Angelo Piai