Maria si è scelta la parte migliore.

Un uomo che ha un ideale è rispettabile; ma non sarà mai vicino a Dio, non saprà mai cosa vuol dire amare, poiché gli ideali sono un mezzo per celare la sua paura, il suo conformismo, la sua solitudine..(Kr. p.226)

Marià è là, ai piedi di Gesù. Ascolta : nient’altro. Si estranea dalle faccende domestiche per dedicarsi tutta all’ospite, in perfetta sintonia. Tutto passa in secondo piano rispetto all’illustre ospite. Ella ama concretamente, in quel preciso momento. Non si lascia trasportare dall’onda della frenesia, la quale potrebbe rappresentare anche il clamore che facciamo per realizzare un ideale di vita, anche buono.

Maria lascia da parte clamore, ideali ed ama concretamente attraverso l’ascolto. Il vero ascolto, dunque, è una delle forme più alte d’amore. E Dio ama tutti indistintamente, ma ha un debole per chi lo sa ascoltare. E’ la forma più alta di amore che si avvicina alla sua, proprio perché Lui ama innanzittutto “ascoltando”, oltre che a provvedere alle nostre necessità materiali. Cercate il Regno dei Cieli, tutto il resto vi verrà dato in sovrappiù.

Il Padre trova molti che desiderano servirlo in tutti i modi, perché si prefiggono di realizzare un ideale. Organizzazioni caritative, associazioni filantropiche, culturali e promozionali, attività di tutti i tipi, ricerca in tutti i settori dello scibile umano. Cose molto buone e doverose per chi vuole mettere i suoi carismi al servizio dell’uomo e di Dio.

Dio trova pochi, però, disponibili ad ascoltarlo. Gran parte dell’umanità pensa che sia una perdita di tempo. E’ necessario fare, realizzare, operare, piuttosto che rimanersene “inattivi”. Ma spesso è un pregiudizio, perché, paradossalmente, proprio l’ascolto vero è una delle attività più dinamiche dell’uomo. Ascolto verso gli altri ed ascolto verso Dio. Se quest’ultimo è perfetto, diventa naturale l’ascolto verso il prossimo. Chi ci dice, ad esempio, che il nnostro desiderio di soccorrere i poveri , i malati e i bisognosi (cosa in sé giusta e doverosa) celi invece paure, incredulità, ipocrisia, protagonismo?

E’ un confine molto labile che solo una attenta rivoluzione interiore potrebbe delineare. Quando ascoltiamo noi stessi intuendo le dinamiche interiori che ci spingono ad agire, prepariamo il terreno per l’ascolto di Dio. Del resto noi abbiamo a che fare con un Creatore Onnipotente, per cui Egli ci lascia fare, ma basterebbe un suo atto di volontà e tutti i problemi verrebbero risolti. Nell’ascolto sincero attiviamo questo tipo di fiducia.

Di conseguenza agiamo, ma non per protagonismo o per celare qualche oscuro moto di insoddisfazione interiore. Operiamo nella convinzione che abbiamo il compito di collaborare nella creazione, ma senza affanno, sentendoci “servi inutili” perché Egli può realmente tutto e potrebbe creare mondi infinitamente diversi da questo.

Chi ama realmente Dio, non si sentirà mai solo, anzi ricercherà la solitudine per ritrovare l’Amato. In questo modo ogni evento, azione, persona o elemento cosmico sarà oggetto di contemplazione. Anzi, contemplazione ed azione saranno lo le stesse facce di un’unica medaglia di grande valore, cioé l’Amore.

Pier Angelo Piai