9 Settembre 2015

LA FRATELLANZA DIVINA

LE CATECHESI DI DON VINCENZO CARONE

La più grande cattura di tutta la Redenzione è quella che Gesù ha fatto
di noi come figli di suo Padre e come fratelli suoi. Quindi la più
grande cattura che Gesù ha fatto di noi uomini è questa: farci suoi
fratelli, e in Lui figli del medesimo Padre. La cattura della
fratellanza, per cui noi ci sentiamo fratelli. Guardate che i fratelli
secondo il sangue, se andate in fondo in fondo secondo la Teologia
cattolica, sono poco fratelli; perché la vita umana è data appunto dal
soffio creatore di Dio, il quale soffia l’anima nel grembo della madre,
quindi Dio è il vero Padre della vita; per cui quel soffio è la vita del
bimbo che viene concepito, e il vero padre è Colui che dà la vita a
quel bimbo; dal primo istante del concepimento è il figlio di colui che
gli dà la vita, quindi diventa figlio di Dio.

Per sé l’uomo sin dal primo istante è figlio di Dio, perché da Dio
riceve la vita, mica dalla mamma, mica dal papà; senza il soffio di vita
che Iddio crea nel concepimento, nessuno di noi poteva nascere, poteva
vivere. Dunque noi viviamo come uomini perché Iddio ci dà la vita umana.
Però la fratellanza divina, cioè la fratellanza con Cristo, ci viene
data appunto da Gesù, che sulla croce, offrendo se stesso al Padre, ci
toglie quello che ci divideva: il peccato, e ci dà la vita; quella vita
che lui ha ricevuto da suo Padre, Egli ce la partecipa, mediante la fede
e il battesimo, e ce la nutre mediante l’Eucarestia.

Noi diventiamo in Cristo fratelli. E quando Gesù ci ha catturato
mediante il sacrificio sulla croce, questa cattura è avvenuta mediante
le braccia della figliolanza, della fratellanza, la figliolanza divina,
la fratellanza con Lui. Queste sono le braccia con cui Gesù ci ha
abbracciato, là sulla croce, ci ha reso fratelli. Noi siamo stati
catturati da Gesù per diventare suoi fratelli, e quindi fratelli tra di
noi.
La carità fraterna è la cattura meravigliosa di Cristo Crocifisso e
Risorto. Tu sei stato catturato come fratello di Cristo, come fratello
di coloro nei quali Cristo continua a vivere, che è il tuo prossimo.

Tu alla luce della fede, nel mistero del Crocifisso Risorto, nel mistero
eucaristico, tu senti davvero dentro di te fremere questa stessa vita
divina che Gesù ha meritato sulla croce, per renderci figli dello stesso
Padre e fratelli suoi, fratelli tra di noi? La testimonianza di Cristo
risorto e dell’Eucarestia è appunto la carità fraterna. Da questo ci
distinguiamo che noi siamo cristiani, se ci amiamo gli uni gli altri.

Non ci dovrebbe essere assolutamente nessun ombra nella nostra vita
circa la carità fraterna: il guardare, il parlare, il comportarci, il
silenzio, la parola, il sorriso, tutto quello che noi abbiamo e siamo
deve essere in funzione della fratellanza, dell’amore fraterno; perché
così noi davvero esprimiamo la vita divina la quale ci ha catturato
appunto per essere figli di Dio e fratelli di Cristo e tra di noi.

Questa vita divina se funziona dentro di noi, se è viva e vivace dentro
di noi, non può non essere anche carità fraterna. E come Gesù ha accolto
noi, il grande fratello nostro Gesù, il vero grande fratello, non
quello scimmiottato da satana, Gesù è il grande fratello, il primogenito
tra i fratelli, è lui che ha accolto noi coi nostri limiti, le nostre
debolezze, le nostre fragilità, i nostri peccati, e là sulla croce ha
espiato tutto con la sua sofferenza, con la sua morte per la nostra
salvezza.

Oh se noi davvero vogliamo imitare Gesù il quale ci ha ribadito di dare
l’esempio, di seguire il suo esempio, le sue orme! Noi dobbiamo in
primis (prima di ogni altra cosa) esercitare la carità fraterna
accogliendo il prossimo per quello che è, coi suoi limiti; anche la
stessa voce rauca che ti dà fastidio, la devi accogliere per amore di
Cristo perché sei fratello, catturato dal suo amore infinito, là sulla
croce e palpitante nell’Eucarestia.

Come è possibile essere figli di Dio senza essere fratelli tra di noi?
La fratellanza! Ah sì la fratellanza! Come è bello, come è dolce, come è
amabile, come è bello stare insieme con i fratelli, perch&eacuteacute; guardate che
l’Eucarestia è fonte di carità fraterna oltre a essere sorgente di vita
divina, di figliolanza divina, è anche sorgente di carità fraterna,
oltre a essere testimonianza, ovviamente. Però se noi esercitiamo la
carità fraterna, in un certo senso diventiamo Eucarestia pure noi,
perché cosa è l’Eucarestia?

È il sacramento che sotto l’apparenza del
pane e del vino contiene realmente Cristo. E chi è il prossimo, sotto le
apparenze di quel volto, di quelle mani, di quella carne, di quel
corpo, di quegli occhi? È presente Cristo!
Se tu ami l’Eucarestia, non puoi non amare il prossimo, perché sotto
quelle apparenze delle carni del tuo fratello, della tua sorella, sotto
quelle apparenze c’è Cristo. Un’anima eucaristica è un’anima che
certamente esercita la carità fraterna; e non va alle immagini del
mondo, per cui anziché Dio, nel fratello e nella sorella si vede la
bestia.

Chi è eucaristico, chi ha un’anima eucaristica vede sempre Gesù nel
prossimo, lo accoglie, lo serve, specialmente in ciò che è più difficile
al fratello vivere: la sofferenza, il dolore, il pianto, le lacrime, la
tribolazione, la morte.
Come è bello amare i fratelli, come è soave vivere volendoci bene!
Badate che la fratellanza è il motore della famiglia e di ogni comunità.
Sì è vero, la fonte è la figliolanza divina; è vero, è quella la
montagna da dove scende questo fiume che irriga tutta quanta la terra e
tutto il creato, la fratellanza umana, la fonte è questo monte, la
figliolanza divina, sì indubbiamente; però lasciamo scorrere queste
acque della fratellanza, lasciamoci irrigare la mente, il cuore, i
sensi, da questa fratellanza eucaristica che inonda i nostri cuori e ci
rende davvero felici a stare insieme.

Oh come è triste pensare che tante volte si dice; non mi piace questa
famiglia, questa comunità, mi piace quell’altra, vorrei andare di qua,
vorrei andare di là. No, ama quella fratellanza, dove Dio ti ha
collocato! Ma il sole non si lamenta mai di essere sole, non vuol
diventare luna, non vuol diventare stella, non vuol essere una stella
della galassia o di altro, no, il sole sta lì in quella costellazione
particolare, lì tutte quelle famiglie stellari, quelle galassie sono
tutte contente di stare lì, in quell’orbita dove il Signore le ha
collocate. Come è bello, i fiori, la terra, i monti, le acque, gli
alberi, tutti stanno al loro posto; lì fanno famiglia, anche gli
animali, le famiglie degli animali stanno tra di loro e sono lì.

Perché noi non amiamo quella famiglia, quella comunità dove Dio ci ha
collocato, per essere fratelli tra di noi, per sentire i fremiti della
figliolanza divina, per sentire i palpiti di Cristo Crocifisso e
Risorto, e questa effusione di carità divina della Trinità nella
santissima Eucarestia? Amiamoci, vogliamoci bene.
La mia mamma quando prima di spirare riuscì a dire le ultime parole,
disse a me e a mio fratello Franco: “vogliatevi bene” poi spirò; e anche
Gesù: “amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato” e poi ha detto
“ciao a tutti, arrivederci in Cielo”. Gesù e la Madonna e Padre Pio vi
ringraziano, brave, adesso noi vi benediciamo tutti quanti, e oggi
Venerdì santo è astinenza e digiuno, però non si mangia la carne, è
digiuno: un solo pasto soltanto, però sorridete molto oggi, perché oggi
Gesù è morto sulla croce, ma oggi ha vinto, ha vinto: chiediamo a Gesù:
oh Gesù facci vincere quelle fragilità nelle quali ancora fino ad oggi
non abbiamo vinto.

Questa veglia è finita purtroppo, e ringraziamo Gesù che ci ha messo
tanta pace e gioia nel cuore. Battete le mani a Gesù. Alla televisione
battono le mani per stupidaggini e Lui che ha vinto il demonio, il
peccato, il mondo e la morte. Ma chi può mai vincere la morte? Solo Lui,
Lui merita davvero questo trionfo universale.
Come è bello, come è bello questa notte santa in cui voi avete vegliato;
come Gesù è commosso dalla vostra generosità e ad uno ad uno vi
abbraccia sul suo cuore come ha lasciato poggiare il capo di Giovanni,
lascia poggiare il vostro cuore sul suo cuore e vi ringrazia ancora. A
tutti buona notte, anzi buon mattino.
Don Pierino